Le assenze, le fatiche del calendario e il valore della Dea: la sconfitta fa male ma va contestualizzata. E gli errori di Lucumí pesano, ma non mettiamolo nel mirino | OneFootball

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Zerocinquantuno

·14 aprile 2025

Le assenze, le fatiche del calendario e il valore della Dea: la sconfitta fa male ma va contestualizzata. E gli errori di Lucumí pesano, ma non mettiamolo nel mirino

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Atalanta-Bologna 2-0: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Gewiss Stadium.

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La corsa continua – Bisogna conservare l’orgoglio per quello che il Bologna è diventato, perché questo valore non viene minimamente scalfito da una singola partita. I rossoblù sono al quinto posto, in piena lotta addirittura per la Champions e hanno perso appena la quinta partita in campionato: sotto tale aspetto solo Inter (3), Juventus (3) e Napoli (4) sono state capaci di fare meglio.

Le premesse poco confortanti – In un certo senso la sconfitta era nell’aria, e spiego cosa intendo dire: il Bologna si è presentato a Bergamo con tante assenze pesanti, veniva da un periodo in cui aveva spinto tantissimo e in più l’Atalanta, anche quando non attraversa un momento di forma smagliante (in casa non vinceva e addirittura non segnava da parecchio tempo), resta una delle migliori squadre d’Italia. Certi indizi, insomma, portavano in una precisa direzione, ed effettivamente è andata così.

Gli svantaggi del ‘diesel’ – Il BFC ha nell’approccio ai primi minuti di partita un limite evidente. Non è la prima volta che la squadra non comincia nel modo migliore, la fortuna è che molto spesso riesce a limitare i danni, cambiare ritmo in corsa e dare un nuovo volto alle sue gare. Ieri però la questione psicologica ha inciso tanto, i bergamaschi sono entrati in campo molto più ‘cattivi’ rispetto ai ragazzi di italiano (proprio a causa dei recenti risultati che li costringevano ad un cambio di rotta) e i loro due gol sono stati un gentile omaggio dei rossoblù. Da lì in poi il Bologna ha fatto meglio, ma ormai la china si era fatta durissima e stavolta la rimonta non è riuscita.

I due volti di Lucumí – Jhon merita un capitolo a parte. Senza alcun dubbio è molto forte, ma incappa veramente troppo spesso in topiche clamorose (e penso in particolare al secondo gol, dove le colpe non sono solo sue ma lui è il primo responsabile). Se non fosse limitato da tali errori giocherebbe nei top club mondiali, ma queste macchie ci sono e purtroppo lo rendono, a volte, un elemento pericoloso per la propria squadra. Detto ciò, mi prendo la responsabilità di dire che io preferirò sempre un difensore come lui ad uno più modesto e magari proprio per questo più accorto. Poi aggiungo: è indispensabile che al prossimo match in casa il Dall’Ara non rumoreggi alla sua prima giocata rischiosa: è l’ultima cosa di cui Lucumí e il Bologna hanno bisogno.

Il calendario in salita – Inutile negarlo o fare gli eroi, parliamo di uno scoglio evidente: al Bologna è toccato in sorte il peggior cammino finale tra le contendenti all’Europa, con la consapevolezza che i passaggi a vuoto dovranno comunque essere ridotti al minimo se non addirittura a zero: difficile, ma per questo gruppo non impossibile.

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