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Giacomo Galardini·9 ottobre 2018
🎥 Le 10 peggiori (o migliori?) 'cassanate' di Fantantonio

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Giacomo Galardini·9 ottobre 2018
“Perchè il dubbio e lo scetticismo rimangono: sarà l’ennesima “cassanata” alle quali il talento di Bari Vecchia ci ha abituato durante la sua carriera di alti e bassi oppure Cassano ha ancora qualcosa da dare al mondo del calcio?”
Lunedì ci eravamo lasciati con questo dubbio: avevamo ripercorso le Cassanate di Fantantonio proprio per celebrarne il suo ritorno al calcio, ma sapevamo che il rischio dell’ennesimo colpo di scena era dietro l’angolo. Oggi, infatti, è arrivato: l’ultima cassanata è il suo addio al calcio.
Queste le migliori 10 della sua carriera.
Ancora ai tempi del Bari, il suo primo club che lo ha lanciò e lo rese famoso l’11 dicembre 1999 per una gara pazzesca contro l’Inter al San Nicola, fu beccato dalla polizia a guidare la macchina senza patente e il motorino senza casco.
Novembre 2001: durante il ritiro della nazionale under 21 Antonio – agli ordini del CT Claudio Gentile – viene a sapere che non avrebbe giocato la prossima partita da titolare.
Evidentemente Cassano non la prese bene, visto che prese la macchina e scappò dal ritiro, mandando a quel paese tutti e infischiandosene dei compagni.
20 Maggio 2003. Durante la finale di Coppa Italia tra Roma e Milan, Cassano viene espulso per proteste dall’arbitro Rosetti. Per ringraziarlo, Fantantonio lo minacciò rivolgendogli un bel paio di corna.
Il gesto fu talmente eloquente che gli costò diverse giornate di squalifica. Ora, d’accordo che gli arbitri ne sentono di tutti i colori, ma sventolargli le corna in faccia forse…
Gennaio 2006. Appena lasciata la Roma, Fantantonio arriva a Madrid. Soprannominato El Gordito, vista la sua forma poco invidiabile e il suo essere intransigente sul cibo, non si integra bene con Capello, tecnico che ritrova dopo Roma.
Capello lo lascia in panchina fino a che non ritrova la forma fisica. Cassano non ci sta e un bel giorno, durante il riscaldamento prima di una partita, improvvisa uno spettacolo di cabaret imitando e ridicolizzando il suo allenatore.
Risultato: fuori rosa.
2 Marzo 2008. Prima stagione per Cassano alla Sampdoria. Nel recupero di un match contro il Torino, l’arbitro Pierpaoli non gli fischia un fallo. Cassano reagisce come solo lui sa fare, e con una scenata degna di Oscar si toglie la maglia e gliela getta in faccia. Non contento lo minaccia di “aspettarlo fuori”.
Risultato? Cinque giornate di squalifica.
Nell’ottobre 2010 Cassano si rifiuta di andare a Sestri Levante col proprio presidente Riccardo Garrone, per ricevere un premio messo in palio dai tifosi della Sampdoria.
Ovviamente Garrone non ci sta e lo rimprovera. Lui risponde dandogli del “figlio di p...” e “vecchio di m...”: una frattura insanabile che porterà alla rescissione nel dicembre dello stesso anno.
Durante il ritiro con la Nazionale nel 2012, un giornalista chiede a Cassano della probabile presenza di omosessuali in nazionale. Con tutto il tatto e l’aplomb, Cassano risponde: “Fr… in squadra? Spero di no, sono problemi loro“.
Polverone ovunque. Ma si sa, in Italia ci passiamo colpevolmente sopra, ma la UEFA giustamente non scherza: multa di 15 mila euro per “dichiarazioni discriminatorie alla stampa“.
2 marzo 2012: per futili motivi Cassano se la prende col proprio allenatore, allora il nerazzurro Stramaccioni. I due litigano ad Appiano Gentile e la cosa non finisce in campo. Negli spogliatoi i due si appiccicano e si sfiora la rissa con tanto di insulti reciproci e mani addosso.
Risultato: Fuori rosa. Cassano va al Parma.
10 Luglio 2017. Il Verona lo chiama in Serie A, dopo una stagione passata in casa con la famiglia dopo la rescissione con la Sampdoria. Antonio Firma il contratto, poi, dopo 8 giorni, annuncia il ritiro dal calcio. Poi altro colpo di scena: ci ripensa.
Come lui nessuno. Nel bene e nel meno bene.
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