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·16 giugno 2025

Lazio, Sarri: “Sono tornato per amore. Sull’offerta araba…”

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Il neo allenatore della Lazio Maurizio Sarri ha rilasciato un’intervista in esclusiva ad Alfredo Pedullà: le sue parole.

Dopo essere tornato sulla panchina della Lazio a distanza di poco più di un anno, Maurizio Sarri si è raccontato ai microfoni del giornalista di Sportitalia Alfredo Pedullà. Di seguito le sue parole.


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L’intervista a Maurizio Sarri

Perché hai scelto di tornare alla Lazio? “Principalmente per amore, perché da un punto di vista razionale forse non è la scelta più logica. La Lazio mi ha preso, ho amore verso società e tifosi. La scelta è stata d’amore. Se ci ho pensato molto? Quest’anno ho avuto diversi interessamenti e diverse trattative, questo è motivo di soddisfazione. Ma ci ho pensato un giorno o due, non di più”.

Qual è stata la molla? “Mi aspetto un adeguamento della rosa per renderla più idonea alle mie caratteristiche, ma conosco la situazione e so benissimo che ci sarà qualche innesto, ma senza stravolgimenti”.

E’ stata fatta molta filosofia sul tuo addio dalla Lazio. “Quando hai dei problemi familiari e di salute, non sei nelle condizioni mentali di sopportare normali problemi di lavoro. Che in quel momento non avevo basi di sopportare. Si trattava di normali problemi di lavoro, nulla di eclatante”.

In quell’estate hai avuto proposte non dall’Italia. Pausa di riflessione voluta e meditata? “A livello familiare ho avuto delle cose che mi hanno un po’ segnato, dunque era meglio ritornare in una lucidità totale per riuscire ad assorbire certi lutti. Anche quest’anno avevo una trattativa con una squadra saudita, nella quale avrei guadagnato in un mese quanto alla Lazio in un anno. Fin dall’anno scorso dissi che sarei andato dove mi avrebbe condotto il cuore, non i soldi”.

Quindi cifre altissime… “Non m’interessa. Ho sempre fatto il calcio per passione, non vorrei iniziare ora a farlo per soldi”.

A Spalletti hanno fatto una proposta di 18 milioni a stagione, precisamente dall’Al Nassr. Cosa faresti al posto suo? “Quello che ho fatto. Non andrei”.

Perché? Non è calcio?Non lo so, è un qualcosa che, se ci penso, non mi provoca reazioni emotive e non mi dà stimoli. Mi riuscirebbe difficile allenare là”.

Però stanno riuscendo a convincere tanti campioni in Arabia Saudita… “Se portano i campioni là, io allenerò gli scarsi qui”.

Ci eravamo lasciati l’altra volta con una valutazione generale del nuovo ciclo Juventus con Giuntoli e Motta. Non è andato bene, hai una spiegazione? L’ultimo Scudetto alla Juve l’hai vinto tu. “Vorresti dire che gli ho fatto una maledizione (ride, ndr). Me n’ero accorto quando l’abbiamo vinto che era stata una vittoria importante. Al direttore dissi che secondo me quella era una squadra a fine ciclo, quindi c’era la necessità di intervenire. Su quest’anno: è strano che non siano riusciti a fare bene. Il Giuntoli che ho conosciuto io è un direttore sportivo d’altissimo livello. Motta l’anno scorso ha allenato un Bologna difficile da affrontare e che giocava anche con qualità. L’ambiente Juve è difficile, non so dire da fuori quello che può essere successo. Ma un po’, questo rendimento negativo, mi ha sorpreso”.

Quanto tempo può servire, a una squadra come la Juve, per tornare a essere protagonista? “Non lo so, la potenzialità per tornare protagonisti c’è. Non significa necessariamente vincere uno scudetto o una coppa, ma per essere competitivi ci sono già le carte”.

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