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Calcio e Finanza

·28 marzo 2022

L’avvocato Di Cintio a CF: «Indagine Juve? Prematuro ipotizzare sanzioni sportive»

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APPROFONDIMENTO A CURA DELL’AVVOCATO CESARE DI CINTIO, ESPERTO DI DIRITTO SPORTIVO E FONDATORE DELLA DCF SPORT LEGAL

Nella giornata di mercoledì 23 marzo un nuovo terremoto ha scosso l’ambiente Juve, con le perquisizioni della Guardia di Finanza a Milano, Torino e Roma, ordinate dalla procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta “Prisma”, che ipotizza l’accusa di “emissioni di fatture per operazioni inesistenti e false comunicazioni sociali”.  Il riferimento specifico è ad alcune presunte scritture private tra società e giocatori riferite alle retribuzioni del biennio pandemico, che sarebbero state depositate negli studi legali perquisiti e successivamente distrutte.


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Juventus indagine stipendi: cosa cambia per società e dirigenti

Il nuovo filone su cui si sta muovendo la magistratura si concentrerebbe su alcune scritture private che avrebbero garantito ai giocatori un “differimento” (e non una rinuncia) delle mensilità non pagate a causa del Covid, nel caso in cui il campionato fosse ripartito. Da ciò che emergerebbe, i pm ritengono che gli accordi che il club avrebbe preso con i giocatori sarebbero dovuti essere inseriti nel bilancio, sotto la voce “debito”. Il reato contestato sarebbe dunque quello che comunemente viene definito “falso in bilancio”: la Juventus, secondo la tesi accusatoria, avrebbe risparmiato 90 milioni nel 2019-20, senza però conteggiare i 67 restituiti o prossimi alla restituzione (tre mensilità su quattro) ai calciatori alla ripresa del campionato.

L’eventuale sequestro di documenti (attestanti eventuali pagamenti o promesse di pagamenti ai tesserati) non inseriti all’interno del bilancio (e peraltro nemmeno presenti nelle sedi della società e né depositati in Lega) potrebbero (sempre secondo la prospettiva accusatoria) costituire una fonte di prova (da vagliare comunque in contraddittorio in un futuro giudizio) in grado di supportare la tesi accusatoria, mentre come abbiamo già ribadito negli scorsi mesi è più complicato stabilire un’eventuale ipervalutazione dei calciatori (le plusvalenze) senza accertare il dolo specifico.

Il ruolo dei giocatori bianconeri nell’inchiesta

Alcuni calciatori sono stati convocati dai magistrati in qualità di persone informate sui fatti (ad oggi è toccato a Dybala, Bernardeschi e Alex Sandro), a cui con tutta probabilità sono stati rivolti quesiti relativi alle proprie posizioni personali. E’ difficile pensare che i giocatori rischino qualcosa, da un punto di vista strettamente penale. Infatti appare complicato sostenere che i calciatori fossero consapevoli della finalità che tale tipologia di accordi avrebbero avuto per la società o l’uso che ne avrebbe potuto fare. La magistratura, invece, pare più interessata a capire se da parte della società ci siano prove sufficienti per dimostrare un eventuale “differimento ” (e non rinuncia) dei compensi ai calciatori per avallare, appunto, l’ipotesi dì reato di “emissioni di fatture per operazioni inesistenti e false comunicazioni sociali”.

Juventus indagine stipendi, le possibili conseguenze dal punto di vista sportivo

Bisogna sempre tenere a mente che, nei casi in cui è coinvolta una società di calcio, ci si trova di fronte a due ordinamenti giuridici diversi: quello statale e quello sportivo. Le conseguenze da un punto di vista sportivo potrebbero derivare soltanto nel caso in cui venisse aperto un procedimento avanti la giustizia sportiva e fosse accertata, al termine del procedimento stesso, la violazione di una o più norme sportive. Nel caso di specie potrebbe essere ipotizzata la violazione dell’ articolo 31 comma 3 del Codice di Giustizia Sportiva secondo cui “la società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica”. Per quanto riguarda i calciatori, invece, al comma 8 del medesimo articolo si legge che i giocatori che ricevono i compensi di cui sopra “sono soggetti alla sanzione della squalifica di durata non inferiore a un mese”.

Le prospettive per l’immediato futuro

Dobbiamo considerare che avanti la Procura della Repubblica di Torino ci si trova ancora in fase di indagini e per tale motivo è difficile poter fare qualsiasi previsione. Da un punto di vista sportivo attualmente non pare essere stato aperto alcun nuovo procedimento, ragione per cui occorrerà valutare se, nel caso, vi sarà un prosieguo. Anche in questo caso tuttavia potrebbero essere determinanti i documenti raccolti nell’indagine penale e che entrerebbero anche nell’eventuale inchiesta sportiva, dove potrebbero essere utilizzati senza alcun problema dalla procura federale per provare un illecito disciplinare. Ovviamente è assolutamente prematuro parlare di sanzioni sportive poiché la Giustizia Sportiva non può, in questa fase, che dipendere dagli sviluppi della indagine penale che, comunque, come già anticipato, è solamente in fase d’indagine preliminare.

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