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·29 agosto 2025

L'appello di 200 docenti universitari: «Fermate la vendita di San Siro»

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In attesa di conoscere il futuro di San Siro con il dibattimento politico che dovrà decidere se procedere, assecondando la volontà del sindaco di Milano Giuseppe Sala, con la vendita dell’impianto e delle aree limitrofe a Inter e Milan, si alza nuovamente la voce di chi è contro l’abbattimento del Meazza, prevista dal progetto delle due società.

In una lettera intitolata «un appello per una svolta urbanistica a Milano e in Italia», firmata da più di «200 docenti universitari di tutta Italia, tra cui urbanisti, architetti, giuristi, sociologi, antropologi, filosofi» e inviata ieri «al sindaco, alla giunta e ai consiglieri comunali di Milano», è stato chiesto che vengano «fermate e ridiscusse le operazioni immobiliari sotto inchiesta a Milano, in primis San Siro» e la «nuova legge urbanistica non sia una Salva-Milano bis, ma un potenziamento delle norme a favore della città pubblica e del governo democratico e trasparente delle trasformazioni».


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I firmatari di questo appello, che già in passato avevano portato avanti iniziative del genere, come «professori del No alla Salva-Milano», invitano anche «i membri delle istituzioni pubbliche e dei partiti a prendere atto che, al di là dalle singole responsabilità penali e civili che saranno accertate nel corso dei processi, le indagini giudiziarie sull’urbanistica milanese hanno messo in luce un sistema di governo della città opaco e non democratico, profondamente ingiusto sul piano della redistribuzione delle risorse e dannoso per lo sviluppo economico italiano».

Tra i firmatari dell’appello figurano Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte costituzionale, Salvatore Settis e Filippo Barbera. «Bisogna proporre – scrivono nell’appello – nuove forme di pianificazione in grado di far fronte agli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, di tutelare l’interesse degli abitanti e la qualità ambientale e sociale dei luoghi dall’eccessiva rapacità degli investitori».

Tra i progetti «da fermare e ridiscutere», secondo i firmatari, ci sono «la vendita dello stadio Meazza, lo sviluppo degli ex scali ferroviari, la Beic-Biblioteca Europea, la Goccia della Bovisa, il centro commerciale in mezzo a piazzale Loreto, l’edificazione di grandi volumi sui binari della stazione Cadorna (progetto Fili)».

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