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·19 gennaio 2025

L'allarme del calcio francese: club in rosso di 1,2 miliardi senza plusvalenze

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È una cifra che fa girare la testa. La Direzione Nazionale di Controllo e Gestione (DNCG) della Ligue de Football Professionnel (LFP) prevede un rosso di 1,2 miliardi di euro in questa stagione per i club di Ligue 1 e Ligue 2. L’annuncio è stato fatto dal suo presidente, Jean-Marc Mickeler, durante il consiglio di amministrazione dell’ente, lo scorso 18 novembre.

Come riporta L’Equipe, due anni dopo la boccata d’ossigeno da 1,5 miliardi di euro (i club si erano spartiti circa 1,2 miliardi) portata da CVC, questo deficit appare abissale. La situazione solleva interrogativi sul modello del calcio francese attuale, tanto più che, nella scorsa stagione, la perdita era già vicina al miliardo, ma grazie a vendite eccezionali nel mercato dei trasferimenti (830 milioni di euro), era stata ridotta a 250 milioni.


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Per il 2024/25, se i club riusciranno ancora a ottenere risultati significativi sul mercato dei trasferimenti, la DNCG spera di ridurre il deficit di oltre la metà, portandolo tra 500 e 600 milioni di euro. «I club professionistici francesi non generano ricavi caratteristici paragonabili a quelli dei loro omologhi delle altre grandi leghe, ma si basano su un modello economico incentrato sullo sviluppo e la vendita di talenti, elemento cruciale per la loro sostenibilità finanziaria», ha ricordato Mickeler.

«In questo contesto, il controllo dei costi e la vendita dei giocatori sono due condizioni essenziali per mantenere l’equilibrio del modello, che negli ultimi anni è stato messo particolarmente alla prova», ha aggiunto il presidente della DNCG.

Diverse ragioni spiegano questo divario. La maggior parte dei club non beneficia più dei ricavi di CVC, che avevano fruttato 472 milioni di euro nel 2022/23 e 550 milioni nella stagione passata. Nel 2024/25 resterà soltanto un residuo di 136 milioni di euro, destinato principalmente ai club europei. Si aggiungono inoltre il calo dei diritti televisivi nazionali (-35% rispetto all’anno scorso), parzialmente compensato dall’aumento dei diritti internazionali (+80%), e il dividendo dovuto a CVC, pari a 125,4 milioni di euro questa stagione.

«I nostri ricavi sono diminuiti, mentre i nostri costi sono aumentati», conferma un dirigente di club. «CVC ci aveva chiesto di destinare il suo contributo a investimenti nel settore sportivo, come giocatori, infrastrutture, digitale e accademie, per esempio. Continuiamo ad ammortizzare questi investimenti, ma alcune voci di spesa, come l’energia, sono aumentate. Inoltre, con la crisi economica, alcuni partner stanno limitando il loro impegno».

Più in generale, i club, nonostante il passaggio a 18 squadre nella massima serie, non hanno ridotto il monte ingaggi per cercare di mantenere la loro competitività. Tuttavia, non riescono a generare entrate stabili, una situazione che richiederà di ripensare il modello economico il prima possibile.

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