Calcio e Finanza
·26 gennaio 2025
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Espansione del capitale con possibile quotazione in Borsa con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento globale per lo sport, una sorta di Spotify creando un gruppo da 200 miliardi. Sembra essere ormai questa la strategia a medio termine di DAZN, che punta al rafforzamento del proprio capitale prima della quotazione in Borsa che si fa sempre più concreta.
Dopo l’acquisizione di Foxtel, principale piattaforma australiana nello streaming sportivo, infatti la valutazione del gruppo DAZN – come riportato anche dal Financial Times – si attesta a una cifra vicina ai 10 miliardi di dollari, con i precedenti proprietari di Foxtel che avranno una partecipazione pari a circa il 9% in DAZN. Una operazione che sottolinea la volontà di portare l’espansione del Gruppo a un livello successivo, con operazioni di fusioni e acquisizioni che possano da una parte far scalare più velocemente il business se si pensa, per esempio, che costruire in Australia una presenza tale in modo organico avrebbe richiesto anni, e dall’altra portare il Gruppo ad aumentare di 20 volte il proprio valore.
Lo stesso CEO del Gruppo, Shay Segev, ha infatti dichiarato recentemente: «Vediamo un percorso chiaro per creare un enorme valore per gli azionisti. Diventeremo il punto di riferimento globale dello sport. Siamo solo all’inizio».
In tal senso è da inquadrare quindi anche l’operazione che dovrebbe vedere il fondo sovrano saudita PIF entrare nel capitale: anche se Dazn ha preferito sempre non confermare, secondo fonti vicino alle trattative, i contatti sono stati avviati da tempo per la cessione di una quota (si parla del 10% per circa un miliardo). E potrebbe non essere l’unica operazione simile, con l’ingresso di ulteriori fondi come azionisti per consolidare il capitale prima di un piano a medio termine per la quotazione della società in borsa.
L’acquisizione di Foxtel tuttavia non è l’unico investimento corposo da parte di DAZN, che continua ad aumentare gli investimenti soprattutto nei diritti tv. Nel 2023 la spesa per i diritti infatti è salita a 3,1 miliardi di dollari, con una crescita di 757 milioni rispetto al 2022. E fino al 2033 sono già stati impegnati 9,3 miliardi di dollari in costi per l’acquisizione dei diritti audiovisivi.
Mentre il 2023 si è chiuso nuovamente con ricavi in crescita a 2,9 miliardi, seppur con una perdita in aumento a 1,45 miliardi principalmente dovuta agli investimenti nei diritti che sono aumentati e all’acquisizione di Eleven, il 2024 vede un ulteriore balzo in avanti dei ricavi che toccano quota 3,4 miliardi. Shay Segev, nel commentare i risultati raggiunti nel 2023 ha sottolineato: «Sebbene i risultati finanziari del 2023 non lo riflettano pienamente, la maggior parte dei dieci principali mercati in cui opera DAZN è ora redditizia».
Ora l’aspettativa per il 2025 è ambiziosa, portare i ricavi a superare i 6 miliardi di dollari, anche grazie alle entrate aggiuntive legate a Foxtel e al nuovo Mondiale per Club (che DAZN trasmetterà gratuitamente in tutto il mondo).
In questo quadro, poi, non sono mancati anche gli investimenti da parte del proprietario di DAZN, il miliardario Sir Leonard Blavatnik che, insieme al principale azionista Access Industries ( Gruppo che ha un portafoglio di investimenti valutato in oltre 35 miliardi di dollari e che detiene una partecipazione di maggioranza in Warner Music Group), continua a ‘puntare’ sulla traiettoria strategica intrapresa dalla sua piattaforma di live streaming sportivo, investendo ulteriori 827 milioni di dollari tra il 2023 e il 2024, portando il suo totale investito in DAZN a oltre 6,7 miliardi di dollari.