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·20 aprile 2019
La storia di Tevez e del cagon

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·20 aprile 2019
Dopo la diffusione di un video di Juventus-Ajax in cui Cristiano Ronaldo, al fischio finale, si rivolge amareggiato verso alcuni giocatori che dalla panchina entrano in campo con una smorfia ed il gesto universale “abbiamo avuto paura”, è tornato in auge il presunto episodio per cui Tevez si rivolse ad Allegri, ancora sul banco degli imputati, col termine “Cagon, puro!”, alludendo allo scarso coraggio ed audacia del mister.
Quella del “Cagon” di Tevez ad Allegri è con buona probabilità un FAKE, o semplicemente un normalissimo episodio di reazione ad una sostituzione con parole assolutamente non chiare.
Tevez uscì al 86° di Juve-Real (2-1), andata della semifinale di Champions al primo anno di Allegri alla Juve. A 4 minuti dalla fine di una gara formidabile, sua e della Juve. L’argentino, sia con Conte che con Allegri, non era quasi mai sostituito in stagione e infatti arrivò cotto in finale, con un minutaggio incredibile. Il Real, campione in carica dopo aver vinto la sua Decima, attaccava alla ricerca del pari e un po’ per perdere tempo e un po’ per dargli una standing ovation per l’ennesima straordinaria prestazione, Allegri sostituì l’Apache con Tucu Pereyra, nello stesso ruolo di trequartista in pressione sulla costruzione avversaria.
Tevez, che dopo una gara prima votata all’attacco e poi di sacrificio contro il Real di Ramos, Ronaldo, Benzema, Marcelo e James, privo di Modric, era stanco ma, come molti calciatori di carisma, prese male la sostituzione. Voleva rimanere in campo e quindi uscì imprecando. Erano imprecazioni generiche, certo nella trance agonistica, ce l’aveva con Allegri, che lo stava sostituendo, l’uomo che quell’anno l’aveva “liberato“, messo totalmente al centro di una Juve sorprendente che, dal flop di Istanbul (e Benfica), con soli 2 cambi (Morata x Vucinic ed Evra per Caceres) arrivò poi in finale.
Tevez quell’anno disse più volte che, rispetto a Conte che prevedeva schemi offensivi più rigidi, Allegri lo aveva lasciato libero di esprimersi come meglio voleva al centro dell’attacco e su tutto il fronte offensivo e i risultati furono pazzeschi, con caterve di gol e gare a tutto campo, accanto a Morata.
La Juve batté 3-0 in casa il BVB di Klopp, ebbe la meglio del Monaco e riuscì a vincere in casa contro un Real già stratosferico.
Negli ultimi mesi Tevez aveva cominciato ad avere nostalgia di casa dopo oltre un decennio in giro prima in Brasile e poi in Europa. C’erano contatti continui col Boca Juniors, squadra dove andò poi in estate, nonostante il contratto “in bianco” offertogli da Marotta.
In Argentina i tifosi e i media avevano cominciato già da mesi a fare una campagna di pressione pazzesca sul calciatore.
Così, una scena normale per un calciatore di temperamento, che comunque accettò l’abbraccio di Allegri e dopo la gara parlò di “prestazione fantastica della squadra“, solo e soltanto in Argentina, in un sito vicino al Boca (Olé), fu presa a pretesto per creare una finta polemica: Olé scrisse: “scenata di Tevez contro Allegri, nel labiale si legge -cagon, puto!-, è rottura e il ritorno in Argentina sembra più possibile!”.
Era il classico articolo distorsivo di mercato in cui si esaltano i tifosi locali facendogli pregustare l’arrivo di un campione amato in rotta con l’attuale squadra. Il titolo era infatti Que Boquita!, in riferimento sia alla -boccaccia- sia al Boca.
I quotidiani italiani subito dopo la gara snobbarono l’episodio, parlando di ottimo rapporto tra Tevez e Allegri e solo qualche giorno dopo, riportarono la news dall’Argentina, bollandola appunto come pretesto e fake di mercato.
Coincidenza ha voluto che l’anno scorso lo stesso, pur amatissimo, Tevez fu chiamato Cagon dai suoi stessi tifosi, per non essere sceso in campo contro il River dopo un infortunio: