Calcio e Finanza
·18 giugno 2025
La Roma avanza sullo stadio: nuovo manager per il progetto definitivo

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·18 giugno 2025
Mentre continua il ricambio dirigenziale in casa Roma, con il Chief Administrative Officer Lorenzo Vitali che ha lasciato il club e presto potrebbe essere seguito dal Ds Florent Ghisolfi, la società giallorossa continua a mantenere la proprio linea sul nuovo stadio di Pietralata su cui continua a registrare passi in avanti.
Come riporta l’edizione odierna de Il Messaggero, il dossier stadio con l’addio di Vitali passa totalmente in mano a Lucia Bernabè, che ne era incaricata ma riportava all’avvocato, mentre ora riferirà direttamente alla famiglia Friedkin. Finora il progetto è andato avanti a strappi: lunghi periodi di fermo seguiti da ripartenze improvvise, come sta succedendo in questi giorni con gli scavi archeologici, che per ora non avrebbero portato a ritrovamenti rilevanti.
Uno degli aspetti più delicati per Bernabè sarà evitare altre lungaggini, specialmente per quanto riguarda i lavori sul campo come i sondaggi geologici e gli scavi archeologici. Dopo un primo blocco di sei trincee, tutto si era arrestato in attesa della chiusura di una lunga causa legale legata ai ricorsi di due famiglie residenti nella zona, ricorsi respinti definitivamente a metà agosto. Alla fine di agosto 2024, il Campidoglio aveva consegnato ufficialmente alla Roma le aree di Pietralata. Tuttavia, anche a causa dell’inizio difficile della stagione sportiva, con l’esonero di Daniele De Rossi e poi la rimozione di Lina Souloukou, l’attenzione della parte italiana del club si era allontanata dal progetto stadio.
I mesi da settembre a dicembre sono passati senza che i lavori riprendessero. Si è tornati a muovere qualcosa solo a febbraio 2025, con i sondaggi geologici e l’annuncio della ripresa degli scavi archeologici, che però non è mai avvenuta davvero. Nel frattempo, risolta la questione delle famiglie senza titolo, i contrari allo stadio hanno aperto un nuovo fronte: l’area boschiva.
Qui il Comune ha commesso finora l’unico errore significativo: i tecnici del Dipartimento Ambiente hanno sottovalutato la questione, che riguarda circa 18mila metri quadri su oltre 276mila previsti per parchi, stadio, parcheggi e strade. Un’area tutto sommato piccola, coperta per lo più da allori, ligustri e canneti, ma diventata, grazie ai “no stadio”, un nuovo punto di attrito con l’amministrazione.
La questione è ancora aperta: il Dipartimento Ambiente ha incaricato un perito per analizzare la zona. L’analisi è praticamente conclusa ma non ancora definitiva. Sono in corso riunioni, l’ultima si è tenuta lunedì mattina in Regione Lazio, per stabilire come procedere alla compensazione degli alberi che dovranno essere rimossi per completare gli scavi archeologici. Questo sarà solo un primo passo: se il progetto andrà avanti, nella fase di progetto definitivo sarà inserito un piano di compensazione per altre eventuali rimozioni necessarie alla costruzione.
Intanto si è chiusa anche la questione dell’autoricambi situato nell’area: lunedì è scaduta la proroga concessa dal Comune all’azienda per sgomberare completamente. Dai verbali risulta che le operazioni di sgombero non sono ancora finite, così l’autoricambi ha chiesto un’ulteriore proroga per concludere «la rimozione del materiale», compresa «una pesa a pressione». Il Comune ha ripreso possesso dell’area e ha stabilito altri cinque giorni per completare tutto, in accordo con la Roma stessa, che ha precisato che prima di luglio i tecnici e l’archeologo non entreranno in quel settore.