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·10 aprile 2025
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Kvaratskhelia è stato il migliore in campo del PSG nella roboante vittoria (3-1) contro l'Aston Villa. Contro gli inglesi ha trovato il suo quarto gol - e che gol - da quando è a Parigi. A Napoli, solo pochi mesi fa, era un giocatore spento, scarico, lontano dal suo massimo potenziale. Cosa è cambiato?
"Il segreto più grande è il contratto", la sentenza di Paolo Condò negli studi Sky. Forse ha ragione: Kvara a Parigi prende 8 milioni di euro + 2 di bonus. A Napoli prendeva cinque volte meno. Ma la frase del giornalista va contestualizzata.
Kvaratskhelia è arrivato a Napoli da totale sconosciuto e in un solo anno è diventato Dio, vincendo subito lo Scudetto storico. Poi ha vissuto la stagione degli orrori, con tre allenatori diversi e il 10º posto finale. Conte, infine, voleva riportarlo al centro del progetto e al suo massimo splendore.
Ma nel frattempo correva, sottobanco, una trattativa per il rinnovo che è durata mesi e mesi: mancava il nodo tra cifra e clausola, il calciatore voleva un ingaggio da top e il tira e molla con la società alla fine ha portato ad uno scialbo addio a gennaio, seppur ben pagato (70 milioni di euro + bonus nelle casse del Napoli).
Una trattativa che però, nel tempo, lascia scorie nell'ambiente e nel giocatore, che non si sente più protetto dal club, viene punzecchiato dai tifosi, non sa dove finirà e non gioca con la serenità mentale necessaria per potersi esprimere al meglio.
Non dimentichiamo che parliamo pur sempre di un ragazzo di 23-24 anni, che a Napoli, città che lo aveva accolto e fatto diventare grande, iniziava a sentirsi incompreso, non apprezzato. "Si era intristito", dice Condò. È da qui che deriva il calo, perché il talento c'è ancora (come si vede a Parigi) e c'è sempre stato. Sempre se di calo si possa parlare, perché i numeri di Kvara nell'attuale Serie A - 5 gol e 3 assist - erano in linea con quelli degli anni precedenti.
Poi l'addio, l'esplosione a Parigi e le smorfie di Conte, dei tifosi azzurri e dei fantallenatori. Ciò che si nota di diverso, in Kvicha, è il modo in cui gioca oggi: come si emoziona, come aggredisce la palla e la partita, come si sacrifica e da tutto se stesso. In campo si diverte, e ottiene grandi risultati. A tratti sembra di rivedere il primo Kvara di Napoli: spensierato, libero. Forse il PSG è anche più su misura per lui.
Così, da scontento che era, a Parigi il georgiano è diventato l'MVP di una gara dei quarti di finale di Champions League. E nel weekend ha già vinto il campionato francese, con sei giornate d'anticipo. Luis Enrique lo coccola: "Mi stupisce come si sia ambientato velocemente". Questione di talento e di serenità. Forse anche di contratto...
📸 Carl Recine - 2025 Getty Images