La ricetta Mondiale di Materazzi: "Unità, famiglia e Playstation" | OneFootball

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Mario De Zanet·9 giugno 2018

La ricetta Mondiale di Materazzi: "Unità, famiglia e Playstation"

Immagine dell'articolo:La ricetta Mondiale di Materazzi: "Unità, famiglia e Playstation"

Ci rimangono i ricordi: a pochi giorni dal Mondiale, Materazzi ha svelato altri dettagli del 2006.

Ripercorrere le tappe di un sogno, per capire come imitarlo: al Guardian, Marco Materazzi ha raccontato il suo Mondiale tedesco, svelando i dettagli che permisero all’Italia di sollevare il suo quarto titolo.


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L’UNITÀ DEL GRUPPO

“Vi sono diversi fattori che ci hanno permesso di vincere quel Mondiale. Ma, uno in particolare, fu assolutamente fondamentale: in Germania abbiamo combattuto l’uno per l’altro, eravamo una squadra unita. L’unità del gruppo è il segreto: eravamo anche un gruppo di amici e ciò ci ha agevolato. ”

UN CONCETTO FONDAMENTALE

“Chi intende vincere il Mondiale, allenatore o giocatore che sia, deve tenere a mente un concetto imprescindibile: quelli che non giocano sono più importanti di chi scende in campo. È fondamentale che, sin dal primo giorno, tutti si sentano parte di qualcosa: noi vivemmo con quest’idea il Mondiale 2006 e non ci furono mai problemi. Tutti erano pronti a vendere la propria anima”

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LA FAMIGLIA

“Anche le nostre famiglie ebbero un ruolo determinante. Le moglie e ragazze erano insieme in un altro hotel, come se, anche loro, fossero in ritiro. C’era unità anche lì e ciò ci aiutò: potevamo vedere le famiglie il giorno dopo una partita.”

LA PLAYSTATION E TOTTI

“Prima delle partite, ognuno vive l’attesa a modo proprio. Io, ad esempio, usavo la Playstation: il giorno della finale, alle 17.30, poco prima della partita, ero nella mia stanza, a giocare con Totti e Iaquinta.”

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L’ALLENATORE

“Al Mondiale, non c’è tempo di festeggiare: dopo la Germania eravamo contenti, ma pensavamo già alla Francia. E poi, c’è l’allenatore: il coraggio é una caratteristica comune negli allenatori vincenti. E Lippi, fu coraggioso: prese decisioni difficili, cambiando le partite. Sono scelte che i giocatori riconoscono, dandoti rispetto e ascolto”

MAI SCORAGGIARSI

“Non bisogna mai scoraggiarsi. Io segnai la rete del pareggio in finale, ma prima avevano concesso un rigore alla Francia per un mio fallo. Speravo che Zidane lo sbagliassi, invece segnò, ma io non mi scoraggiai. Un ricordo della finale? Penso a quando Gigi Riva, mi disse:”Marco, vorrei scambiare 100 gol miei con quello che hai segnato”. Solo lì, compresi cosa avevo fatto”