Zerocinquantuno
·21 dicembre 2024
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I voti ai protagonisti di Torino-Bologna 0-2.
Ravaglia 6 – Inattivo, se non in un paio di uscite alte sulle quali fa valere i suoi (quasi) due metri d’altezza. Solo in un’occasione cincischia un po’ troppo col pallone in un dai e vai pericolosamente ripetuto con Miranda. Errori veniali in una gara vissuta senza la minima preoccupazione.
Holm 6,5 – Guadagna con perseveranza il rigore poi sbagliato da Castro, difende facendo valere il fisico e per tutta la partita rappresenta una spina nel fianco dei granata. Beukema 6,5 – Certo i dirimpettai granata non lo mettono mai alla prova, ma per tutti i novanta minuti non lascia passare il benché minimo spiraglio, rendendo vane le corse di Karamoh. Lucumí 6,5 – Autorevole in ogni minimo gesto, che sia il disimpegno, la chiusura, il retropassaggio, l’impostazione o il lancio lungo. Miranda 6,5 – Parte male, con due palloni sprecati e una miriade di retropassaggi che denotavano poca lucidità nell’impostazione. Ripresa di tutt’altra levatura, coronata da un assist sontuoso – e decisivo – per Dallinga.
Freuler 6,5 – Solita prova autoritaria, macinando chilometri su chilometri senza mai calare d’intensità. Così da inizio campionato, senza deflettere mai. Anche due potenziali occasioni da gol sprecate, ma non si pretenda troppo. Pobega 7 – Dopo l’espulsione dell’Olimpico ha cambiato passo. Lo si capisce non solo dai gol (tre tutti a dicembre) ma soprattutto dall’atteggiamento, sempre ringhiante. Se perde il pallone, è il primo a cercare di rincorrerlo. Se lo perde un compagno, bracca l’avversario fino a togliergli il respiro. Esemplare.
Dominguez 5,5 – Confermato titolare dopo l’exploit con la Fiorentina, lascia la sfrontatezza negli spogliatoi e non concede il bis. Italiano capisce per tempo che non è aria e lo cambia all’intervallo, mossa forse severa ma vincente. Ferguson 5,5 – Un po’ appannato, anche lui non è nella giornata migliore e non riesce a ‘connettersi’ con la gara. Italiano lo risparmia dopo un tempo e il prosieguo del match gli dà ragione. Odgaard 6 – Il migliore dei rossoblù, per temperamento, all’interno di un primo tempo bloccato. Poi la cavalcata che avvia l’azione del gol di Dallinga. Non molto altro, ma è l’ennesimo mattoncino prezioso della sua stagione.
Castro 5,5 – Un rigore calciato malino. Dopo quell’episodio cerca in tutti i modi di riabilitarsi, sgomitando in ogni angolo del campo: generoso sì, ma poco efficace. Esce al 70′ per Dallinga e la partita cambia verso.
Fabbian (1′ st) 6 – Quarantacinque minuti senza acuti scintillanti, ma con l’energia necessaria per far cambiare volto alla squadra. Orsolini (1′ st) 6 – Si rivede dopo l’infortunio: approccio così così, poi buon ritmo e qualche idea interessante. Pure lui contribuisce al miglioramento collettivo. Dallinga (25′) 7 – Finalmente il gol, a 49 secondi dall’ingresso in campo: zampata letale, da bomber vero. E tutta la squadra lo festeggia, segno che a livello umano il rapporto non si è mai incrinato. Speriamo sia, pur tardivo, solo l’inizio. Lykogiannis (34′ st) s.v. – Entra per far rifiatare Miranda e si gusta dal campo il gol del raddoppio. Casale (43′ st) s.v. – Un centrale in più nel finale per blindare il risultato ed evitare spiacevoli sorprese.
Italiano 7 – I punti sono 28 come quelli Motta (di ieri e di oggi), se il confronto serve ancora a qualcosa. Ma il Bologna ora sembra persino avere qualcosa in più, a livello umano, caratteriale, corale. Il rigore fallito da Castro e la traversa di Pobega potevano ammazzare chiunque, ma la squadra ha continuato a spingere con ancora più convinzione. Buon segno quando il secondo tempo migliora le prestazioni del primo. Ora la sfida al Verona, che può confermare e sublimare un 2024 da incorniciare.