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·6 febbraio 2025

La Liga contro i giganti del web Google e X, accusati di facilitare la pirateria

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La scorsa settimana, la Liga, presieduta da Javier Tebas, ha presentato un esposto all’ partendo dall’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti (USTR) accusando diverse aziende tecnologiche statunitensi, tra cui Cloudflare, Google e X (ex Twitter) di essere facilitatori per comportamenti illegali come la pirateria.

Come riporta il sito statunitense Torrentfreak, l’USTR, ogni anno, chiede ai titolari dei diritti di copyright statunitensi di stilare una lista usata poi per identificare aziende e politiche straniere che potrebbero danneggiare le imprese statunitensi. Tuttavia, ciò non impedisce alle realtà straniere di cogliere l’opportunità per denunciare le aziende USA per lo stesso motivo.


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Ed è proprio quest’ultima circostanza che si è verificata per volontà della Liga. Il massimo campionato spagnolo ha comunque ammesso come la sua segnalazione vada oltre i compiti della USTR, ma ha ritenuto di evidenziare il ruolo che alcuni giganti del web statunitensi tengono nei confronti dei pirati, senza prendere alcun provvedimento per impedire questo crimine.

«Sebbene non sia l’obiettivo principale di questa presentazione, è importante evidenziare il ruolo significativo che alcuni intermediari con sede negli Stati Uniti, come Google, Cloudflare, Coredeluxe e X (precedentemente Twitter), hanno svolto come facilitatori essenziali nella continua crescita della pirateria durante il 2024 – si legge nella segnalazione inviata all’USTR da parte della Liga –. Queste piattaforme e fornitori di servizi offrono infrastrutture o servizi critici che consentono alle reti di pirateria di prosperare, tra cui anonimizzazione, Content Delivery Network (CDN), Domain Name System, VPN, hosting, indicizzazione di contenuti e promozione sui social media».

Nella sua segnalazione, la Liga non specifica come questi giganti del web facilitino la pirateria, ma in base a delle precedenti segnalazioni sottoscritte dall’organo governato da Tebas si può evincere che, per esempio, Cloudflare è citata dai titolari di diritti perché rende meno immediato individuare la posizione di hosting di siti e servizi pirata. Per quanto riguarda X, il social di proprietà di Elon Musk, è stato spesso criticato per non aver agito immediatamente in risposta agli avvisi di rimozione.

Invece, Google è finita nel mirino della Liga per alcune applicazioni pirata presenti nel suo archivio Google Play e per la presenza di siti pirati nei risultati del famoso motore di ricerca. Proprio per questo, il colosso del web ha deciso di de-indicizzare i domini pirata dai risultati di ricerca nei paesi in cui questi domini sono bloccati per ordine del tribunale o azione amministrativa. Tuttavia, LaLiga ha dichiarato ad agosto che la misura è insufficiente.

«La soluzione efficace che Google deve implementare e applicare è l’adozione di meccanismi che consentano la completa de-indicizzazione globale di quei siti web e domini che accumulano un elevato numero di richieste di de-indicizzazione – aveva segnalato il massimo campionato spagnolo –. Inoltre, si propone che Google adotti misure di controllo preventive per impedire che lo streaming illegale, i servizi IPTV vengano indicizzati nel suo motore di ricerca sin dall’inizio».

Ma non solo i colossi del web statunitensi, all’USTR la Liga ha segnalato interi paesi come Cina e Russia (da dove, secondo il massimo campionato spagnolo operano alcuni dei più importanti siti pirata del mondo) da includere nel rapporto speciale 301 sul copyright e la pirateria. Inoltre, sempre la Liga, ha suggerito l’inserimento di Regno Unito e Germania nella Priority Watch List dell’USTR, riservata ai paesi con gravi problemi di proprietà intellettuale che meritano maggiore attenzione, identificati con la categoria più alta disponibile per paesi stranieri.

In passato Regno Unito e Germania non sono mai stati identificati come paesi con gravi carenze in materia di politiche sul copyright e la pirateria e proprio per questo non sono state inserite nei vari rapporti annuali Special 301 dell’USTR e tantomeno nella Priority Watch List.

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