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·19 agosto 2024

La Joya e il rimpianto: la Roma fa fatica e va solo con Dybala. Cagliari, buon punto

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La Gazzetta dello Sport (P. Archetti) – Il pareggio è giusto, il lavoro da svolgere, anche sul mercato, è ancora necessario, e non poteva essere altrimenti. Il bilancio non tradisce la sostanza del campo: una traversa a testa, e in un minuto; una grande occasione ammazza risultato per parte, nel recupero; il primo tempo con padronanza del campo del Cagliari, il secondo molto più deciso della Roma. Certo, guardando obiettivi e rose, è la Roma che doveva fare di più. Ma è tormentata nell’incompletezza del suo gruppo, con la vicenda di Paulo Dybala, cocco giallorosso in partenza per l’Arabia Saudita, che copre qualsiasi discorso in prospettiva. E quando la Joya entra, a metà ripresa, porta fantasia, idee e occasioni. Così, tanto per non far aumentare i rimpianti.

La Roma di Dybala e Lukaku adesso è diventata la Roma di Soulé e Dovbyk. O meglio, lo dovrà diventare, perché questa di Cagliari è un progetto appena abbozzato. L’argentino appare (nella ripresa) e scompare (prima) sulla destra dell’attacco, poi chiude a sinistra. Prova talvolta a partire ma deve ancora aggiungere concretezza. L’ucraino è un centravanti puro alla Lukaku, ma dovrebbe avere diversi sistemi per arrivare alla conclusione, cercando la profondità, non basando tutto sulla forza fisica. Quello che emerge è un netto ritardo di preparazione, pure comprensibile, e molta ruggine su alcuni scambi con i compagni. Però cresce nel finale: Dybala gli mette sulla testa la palla del ko all’80’ e lui la stampa sulla traversa. La Roma spesso difende a 4-1-4-1 mentre quando cerca di salire Angelino offre assistenza a Cristante (2-3-2-3) senza venir troppo sollecitato però. La Roma a lungo viene imbrigliata nelle partenze basse dai sette uomini del Cagliari aggressivi e in marcatura stretta nella meta campo avversaria.


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Nessun tiro in porta della Roma nella prima metà, contro uno del Cagliari, così Soulé dà una svegliata ai suoi con un sinistro messo in angolo dal portiere a inizio ripresa. E la scossa fa effetto perché la Roma acquista concretezza, rapidità sulle fasce e superiorità con i dribbling. Però Pellegrini non trasforma in gol quello che è a tutti gli effetti un rigore in corsa, consegnando palla a Scuffet già in tuffo. Baldanzi per Le Fée (discreto ma sembra acciaccato) è un cambio che dà un minimo di freschezza alla manovra e quando viene chiamato in causa anche Dybala (per Zalewski), la Roma spera nel bacio dell’addio. Ricava i soliti ricami utili di Paulo, una punizione e l’assist per Dovbyk. La classe che (forse) mancherà. Comunque anche Svilar deve aiutare De Rossi, toccando sulla traversa la botta di Marin. Proprio per non rompere l’equilibrio.

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