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·8 febbraio 2023

La formazione del Frosinone che arrivò per la prima volta in A

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È la stagione 2014-2015 e il Frosinone, dopo aver ottenuto la promozione vincendo la Lega Pro, si appresta al quinto campionato di Serie BKT della sua storia. Il primo era stato disputato qualche anno prima nella famosa stagione 2006-2007 con Juventus, Napoli e Genoa come squadre top ai nastri di partenza.

Il progetto dei ciociari, messo in piedi dal lungimirante presidente Stirpe, è chiaro anche per la stagione 2014-2015: la squadra, guidata ormai da due anni da Roberto Stellone, non viene stravolta in sede di mercato estivo. Il Frosinone opta per un mercato di puntellamento inserendo qualche pedina fondamentale per la categoria: il giovane Pigliacelli affianca l’esperto Zappino in porta, Zanon, reduce qualche anno prima dalla titolarità del grande Pescara di Zeman, porta esperienza in difesa mentre il colpo da novanta viene calato in attacco. Dopo una stagione in Portogallo, infatti, il Frosinone riporta in Italia Federico Dionisi per affiancarlo a Daniel Ciofani.


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Sacrificio, identità ciociara e un attacco perfetto

I ciociari partono bene e nella prima parte di campionato, dettata da un andamento regolare, si contraddistinguono per alcuni risultati molto rotondi: 5-1 a Lanciano, 4-1 nel derby col Latina, stesso risultato sei giorni più tardi contro il Trapani e 5-1 anche al Livorno. La squadra di Stellone è quadrata, solida, gioca bene e segna tanto. La compagine ciociara, partita per provare a concludere un campionato tranquillo, si ritrova in piena lotta per la Serie A con il Carpi, altra favola di quel campionato, e le ben più quotate Bologna, Vicenza e Spezia.

Il Frosinone riesce ad agguantare il secondo posto che vuol dire storica promozione in Serie A anche grazie al fortino costruito tra le mura amiche del Matusa, fortezza di casa prima della nascita dello stadio “Benito Stirpe”. Un trionfo di progettualità ed idee di una proprietà che poi negli anni seguenti, a partire dallo stadio sino ai progetti tecnici, dimostrerà di essere tra le migliori del calcio italiano.

Oltre alla già citata alternanza tra Pigliacelli e Zappino tra i pali, quella squadra mette in mostra calciatori che esplodono nel pieno della loro maturità ed altri che si palesano al calcio italiano. Per i primi è il caso di Matteo Ciofani e Leonardo Blanchard in difesa, perni per lo scacchiere di Stellone. Nel secondo caso, invece, il capolavoro tecnico unito a quello societario si traduce nelle figure di Mirko Gori e Luca Paganini: di Frosinone il primo, di Roma il secondo, entrambi cresciuti nel settore giovanile ciociaro ed entrambi elementi fondamentali nella stagione della vittoria. I due diventeranno poi bandiere del club negli anni successivi.

Capitan Frara è l’uomo d’esperienza in mezzo al campo mentre Gucher l’elemento d’equilibrio di una squadra che poteva contare sulla freschezza di Soddimo sulla fascia.

L’attacco, però, è la forza della macchina messa in piedi da Stellone. Dionisi realizza 14 reti in campionato mentre Ciofani 13: una coppia perfetta per caratteristiche tecniche e fisiche, tra le più complementari della storia recente della Serie B che riesce a fare bene anche l’anno dopo in Serie A. L’alternativa ai due è Davis Curiale capace di realizzare 9 reti nei pochi minuti (800) raccolti in tutta la stagione.

Una rosa perfetta con il giusto mix tra esperti, calciatori nel pieno della maturità ed altri giovani ma con tanto da dare. La prima storica promozione in Serie A del Frosinone è la traduzione in campo delle idee del Presidente Stirpe che, come si vedrà poi negli anni, non passeranno di moda.

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