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Andrea Agostinelli·13 luglio 2018
📸 La carriera di Cristiano Ronaldo in 5 momenti

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Andrea Agostinelli·13 luglio 2018
Uno sguardo al passato per provare ad interpretare il futuro.
La carriera di Cristiano Ronaldo è stata ricca di successi ma anche di fallimenti evitati per un soffio, di momenti di svolta e di trasformazioni.
Abbiamo provato a capire quali siano stati gli episodi più importanti così da immaginarci come le sue esperienze passate influiranno sul suo impatto con la Juventus, la Serie A e l’Italia.
Da solo. Steso a metà campo. Con il volto in lacrime rivolto verso il terreno. È così che Cristiano Ronaldo ha festeggiato la vittoria della sua prima Champions League nel 2008.
Un successo che senza la scivolata di John Terry sarebbe coincisa con una sconfitta di cui lui, nonostante avesse segnato il gol del momentaneo vantaggio del Manchester United, sarebbe stato il capro espiatorio dato il suo errore nella lotteria dei rigori.
Il destino, invece, quella sera decise di sorridergli e di offrirgli in regalo il primo mattone per costruire quella che dieci anni dopo è divenuta una carriera senza eguali nella storia del calcio.
“Hala Madrid”. Poche parole ma le uniche che le quasi 80mila persona presenti sulle tribune del Santiago Bernabeu vogliono sentirsi dire in quel 6 luglio 2009.
Cristiano Ronaldo è questo: un giocatore che è in grado di riempire uno stadio con la sua sola presenza. Un fenomeno di marketing, la versione calcistica di Re Mida. Quello che tocca diventa oro.
È per questo motivo che a Torino, intesa come città non come Juventus, si sfregano le mani. L’arrivo del portoghese potrebbe trasformare il capoluogo piemontese nella Mecca del turismo calciofilo, con tifosi da tutto il Mondo che si metteranno in coda per visitare il Museo Egizio o la Mole Antonelliana prima di indirizzarsi verso l’Allianz Stadium per vedere CR7 scendere in campo.
Cristiano Ronaldo conosce bene l’ossessione della Juventus. Per anni il Real Madrid ha accarezzato il sogno di vincere la sua decima Chanpions League ma nei due anni di regime targati Jose Mourinho, le Merengues hanno solo annusato il profumo del trionfo mentre è servita tutta la democrazia di Carlo Ancelotti, e un colpo di testa di Sergio Ramos al 93′, per ubriacarsene.
Vincere quella Champions League ha permesso anche a Ronaldo di togliersi quella scimmia chiamata Fallimento che da anni si portava sulle spalle. Si potrebbe quasi pensare che quel fisico così scolpito non sia il risultato di anni spesi tra il campo di allenamento e la palestra ma la diretta conseguenza per aver sostenuto per così tanto tempo il peso della pressione mediatica e delle aspettative dei tifosi.
Quell’immagine così mediaticamente potente è anche il momento in cui ha smesso di essere un calciatore e si è trasformato definitivamente in un brand. Troppo vincente per essere solo un atleta. Troppo bello per essere un uomo comune. Troppo CR7 per poter essere chiamato ancora con il suo nome.
Cristiano Ronaldo è riuscito lì dove tanti campioni presenti e passati hanno fallito: vincere un trofeo con la propria nazionale.
Il trionfo con il Portogallo a Euro 2016 è diverso da tutti gli altri perchè porta con sé un carico sentimentale che nessuna Champions League potrà mai eguagliare.
L’infortunio patito in finale con la Francia, poi, non ha fatto altro che rendere più drammatica una vittoria già di per sé romantica ed esaltare le sue qualità di leader.
Sì, perchè quando parliamo di Cristiano Ronaldo non parliamo solo di un calciatore fenomenale, di un brand talmente potente che potrebbe permettere alla Juventus di ripagare l’investimento fatto di lui solo con la vendita delle magliette. Stiamo parlando anche di un giocatore che non ha paura di far sentire la propria voce in spogliatoio, che vuole essere una guida per la sua squadra e che, come ha sempre fatto con Karim Benzema, è il primo a schierarsi in difesa dei propri compagni.
Nell’euforia generale si tende a dimenticarlo ma Cristiano Ronaldo arriva alla Juventus come il detentore del Pallone d’Oro, anzi come il vincitore delle ultime tre edizioni del Pallone d’Oro.
E per quanto Griezmann e Modric abbiano ragioni fondate per ambire alla vittoria quest’anno, il portoghese resta il grande favorito anche per il 2018.
54 gol stagionali tra Real Madrid e Portogallo non sono un risultato come un altro. Così come la vittoria della terza Champions League consecutiva, la quinta in carriera, griffata per di più con uno dei gol più belli della storia della competizione.
C’è poi un altro dato, o per meglio dire motivazione, che deve spaventare i suoi avversari: oltre a diventare il primo calciatore a vincere il Pallone d’oro per quattro anni di fila, Ronaldo scavalcherebbe Messi in classifica e diventerebbe il primo giocatore di sempre a trionfare in sei edizioni del Pallone d’Oro.
In poche parole, diventerebbe il più vincente di sempre.