gonfialarete.com
·6 maggio 2025
La battaglia di Gigi De Agostini: “Ho avuto un tumore allo stomaco. Vialli mi ha dato la forza per combattere”

In partnership with
Yahoo sportsgonfialarete.com
·6 maggio 2025
Gigi De Agostini rompe il silenzio. A distanza di cinque anni, l’ex difensore di Udinese, Juventus, Inter e della Nazionale italiana ha deciso di condividere pubblicamente un momento cruciale della sua vita: la battaglia contro un tumore allo stomaco.
“Non l’ho mai detto prima pubblicamente, ma ora è il momento. Cinque anni fa sono stato operato per un tumore allo stomaco”, ha raccontato in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport.
Una sfida dura, affrontata con coraggio Volto noto del calcio italiano tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, De Agostini è stato uno dei protagonisti del Mondiale casalingo del 1990. Ma la sfida più difficile l’ha affrontata fuori dal campo. “Lo sapevano solo i miei familiari e pochi amici fraterni, come Tricella e Vialli. Con Gianluca parlavo spesso, stavamo facendo le stesse cure. Ci davamo forza a vicenda”, ha spiegato. “Mi manca Luca, era una persona splendida. Ora sto meglio, ogni sei mesi faccio i controlli. Ma sono vivo, e questa è la cosa che conta”.
Zico, Baggio e gli anni d’oro del calcio italiano Nel suo racconto, De Agostini ha ricordato anche i grandi campioni con cui ha avuto il privilegio di giocare: “Zico è stato un fuoriclasse assoluto. Un uomo retto, puro. Lui, Zoff, Scirea: esempi di vita, prima ancora che di calcio”. Emblematico un episodio legato al brasiliano durante un allenamento all’Udinese: “Zico continuava a prendere la traversa su punizione. Dopo una settimana si scoprì che la traversa era montata più bassa del normale”.
Tra gli aneddoti c’è anche il celebre episodio a Catania: “Punizione dal limite a fine partita. I tifosi cominciano a invocare Zico. Tiro, gol. Il portiere Sorrentino si gira verso la curva e alza le braccia: ‘Che ci posso fare?’”.
Elkjaer, Rush e i campioni che hanno fatto la storia De Agostini ha poi condiviso altri ricordi legati a icone del calcio europeo: “Elkjaer fumava fino a pochi minuti prima del fischio d’inizio. Gli dicevo: ‘Preben, ma ti pare?’. E lui rispondeva: ‘Gigi, tu giochi in squadra con Elkjaer. Tu non puoi avere paura’”.
Infine, un passaggio su Ian Rush e la sua difficile ambientazione a Torino: “Ogni due giorni faceva incidenti con la macchina. Nei controviali, abituato alla guida a sinistra, non ci capiva niente. È stato un grande bomber, ma non si è mai adattato davvero”.