Inter News 24
·23 agosto 2025
Klinsmann si sbilancia: «Bene la scelta di Chivu, Pio Esposito è il futuro dell’Inter e dell’Italia! Giusto tenere Bisseck ma io prenderei anche quell’altro difensore»

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·23 agosto 2025
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante dell’Inter, Jurgen Klinsmann ha fatto un’analisi sulla squadra nerazzurra affidata a Cristian Chivu in vista dell’inizio ormai imminente del campionato di Serie A.
SUL FINALE AMARO DELLA SCORSA STAGIONE – «È stato tutto assurdo, perdere così tanti trofei in tre mesi svuota dentro, ma adesso è il momento di rialzarsi e riprendersi tutto nella nuova stagione».
LA RICETTA PER RIALZARSI – «Intanto, tra i dolori dell’Inter negli ultimi mesi, io aggiungo anche la perdita del presidente Pellegrini, un papà per noi, proprio nel giorno della finale. Poi per rialzarsi, innanzitutto, bisogna pensare positivo come il club sta facendo con buone idee sul mercato. Già al Mondiale per Club l’atteggiamento era giusto: l’Inter ha dato tutto, ma erano stanchi, soprattutto di testa. Con quel peso addosso non potevano arrivare in fondo».
LA SCELTA DI CHIVU – «Logica, interessante. Chivu conosce bene la società e l’ambiente ed è intelligente per usare il passato e portarlo nel futuro. L’Inter ha già una filosofia e automatismi che a volte sono stati perfetti: partendo da quelli, il rischio si riduce. Comunque, alla fine, come sempre, tutto dipenderà dalla fame dei giocatori. Bastoni, Barella e gli altri, che qualche anno fa chiamavamo giovani, ora sono nel pieno della maturità: è questo il momento per aggiungere trofei in bacheca».
PIO ESPOSITO – «L’ho osservato con molto interesse, mi pare un ragazzo favoloso, è il futuro dell’Inter e dell’Italia, ma ha davanti attaccanti top come Lautaro e Thuram: penso possa crescere entrando dalla panchina e facendo esperienza. Ma, se non gioca abbastanza, meglio che poi valuti un prestito di un anno altrove magari a gennaio. Il fatto di averlo tenuto è comunque positivo perché ha grande potenziale».
IL CASO LOOKMAN – «Mi spiace molto che non sia arrivato, sarebbe stato perfetto perché è un giocatore di livello europeo e mondiale e si sarebbe incastrato in un grande attacco, in cui forse manca un giocatore con caratteristiche così. Al netto di tutto, è una vicenda davvero triste in cui perdono tutti: perde Lookman che aveva la testa a Milano e chissà come farà a pensare adesso a Bergamo; perde l’Atalanta che poteva chiudere a un prezzo ragionevole e adesso si trova con 50 milioni in meno e un giocatore da recuperare; perde l’Inter che avrebbe avuto un’altra punta super».
GIUSTO TENERE BISSECK? – «Benissimo. Anche Bisseck è il presente e deve essere titolare, non solo all’Inter ma anche nella nazionale tedesca. Ha doti eccezionali: è forte fisicamente, è veloce, ma soprattutto ha la testa sulle spalle che ti aiuta ad andare avanti quando fai un errore. Mi è dispiaciuto che nella finale a Monaco non sia entrato prima: penso dovesse entrare in campo già dopo 25 minuti perché serviva cambiare qualcosa, poi è stato sfortunato e si è subito fatto male. Ma per l’Inter è stato importante confermare tutti i big, a partire da Calha».
LE TENSIONI AL MONDIALE – «A me quelle dichiarazioni di Lautaro non hanno stupito, anzi queste tensioni le vedo in modo positivo. A volte serve una lite nello spogliatoio per accendere una squadra e ripartire. Tra Bayern, Inter e nazionale tedesca, sapete quanti litigi ho fatto con Matthaus in vita mia? Davanti a tutti, a volte arrivava lo zio Bergomi a farci far pace, ma anche così siamo diventati uniti. Ripeto, ciò che è successo all’Inter negli ultimi mesi è stato devastante e lascia scorie: entrambi, probabilmente, avevano i loro motivi. Ma al Mondiale ho visto il vero Lautaro: aveva la solita grinta incredibile, voleva trascinare la squadra ed è normale che poi abbia espresso pubblicamente i suoi pensieri. Servirà anche questa rabbia e l’apporto del capitano per riprovarci in Champions. Le rivali sono tante, a partire dal Bayern».
LEONI ALL’INTER SAREBBE STATO TITOLARE? – «Non aveva davanti Van Dijk e Konaté, magari avrebbe avuto tempo per imparare di più. Ma succede anche a giocatori più esperti di finire in panchina in certe grandi squadre: Kim al Bayern rischia di essere chiuso alla lunga da Upamecano e Tah, ed è assurdo che non giochi a un anno dal Mondiale. Io da c.t. della Corea del Sud ho visto quanto è forte. Ecco, fossi un dirigente dell’Inter, penserei a lui: è perfetto lì nella difesa a tre».