Calcionews24
·10 agosto 2025
Karl-Heinz Riedle: «Yildiz come Dybala. La Juve? Un top club. E su quella finale del ’97 vi svelo un sogno…»

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·10 agosto 2025
Una doppietta che grida ancora vendetta, un sogno premonitore che ha spezzato quello di un’intera generazione di tifosi juventini. Karl-Heinz “Kalle” Riedle è l’uomo simbolo della finale di Champions League del 1997, il centravanti tedesco che con i suoi due gol ha consegnato la coppa al Borussia Dortmund e ha inflitto alla Juventus una delle delusioni più cocenti della sua storia. Ma Riedle, per il calcio italiano, non è stato solo un avversario. È stato un bomber meraviglioso che per tre anni ha fatto sognare i tifosi della Lazio, un protagonista di una Serie A che, ai suoi tempi, era il centro del mondo. Oggi, alla vigilia dell’amichevole di lusso tra le sue due ex squadre, il “doppio ex” per eccellenza si racconta in un’intervista esclusiva a Tuttosport, un viaggio tra i ricordi, gli aneddoti e un’investitura importante per il nuovo talento che sta incantando il popolo bianconero.
COSA PENSA QUANDO VEDE BIANCONERO? – «Ah, il top. La Juventus, almeno ai miei tempi, era il massimo. Insieme al Milan».COM’ERA GIOCARCI CONTRO? – «Sempre partite eccezionali: era l’occasione in cui ci si poteva misurare con i più forti. E quando giocavo alla Lazio, venire a Torino era qualcosa di speciale, ma lo stesso in casa nostra: match di livello altissimo. Del resto, erano il punto di riferimento, il metro di paragone».GUARDA ANCORA QUALCHE SFIDA DELLA JUVE? – «Certo, lo faccio ogni tanto, mi capita in televisione. Dal vivo un po’ meno, ma è sempre un piacere. La Juventus resta una società di primissima fascia. E ha un fascino unico».LE PIACE QUALCUNO IN PARTICOLARE? – «Devo dire che Kenan Yildiz non è male. Lo trovo uno dei più grandi talenti in assoluto: un calciatore straordinario».COSA LA COLPISCE DEL TURCO? – «Il suo stile, il suo modo di stare in campo. Credo sia un valore aggiunto. E sa chi mi ricorda? Paulo Dybala, almeno nei suoi primi anni. Parliamo di top player, quelli che fanno la differenza nelle scelte sul rettangolo verde».IL RICORDO DELLA FINALE DI CHAMPIONS DEL 1997 – «Magari non sarà il racconto preferito dei tifosi juventini, però posso svelare un aneddoto curioso su quella doppietta. Ha fatto la storia…».L’ANEDDOTO SUL SOGNO PREMONITORE – «La notte prima della partita ho fatto un sogno in cui segnavo due gol in finale. Lo raccontai al mio compagno di stanza, svegliandolo subito: “Guarda che domani ne faccio due”. E così è stato».AVEVA IL SENTORE CHE SAREBBE ANDATA A FINIRE COSÌ? – «A quei tempi, la Juve era chiaramente favorita. Noi eravamo gli outsider, ma riuscimmo a portare a casa quella coppa. Un momento straordinario, nella mia carriera. Una notte che porto e porterò per sempre con me».COM’È CAMBIATO IL BORUSSIA DORTMUND? – «Ho notato alcune difficoltà, e le imputo inoltre a delle partenze che sono state molto importanti. Su tutte Haaland. Ma anche Sancho, uno forte e difficile da sostituire. Per questo, la scorsa stagione, non è stata una Bundesliga semplice. Anzi».FIDUCIOSO PER QUESTA STAGIONE? – «Ho un buon grado di fiducia sul Borussia: credo che possa tornare a lottare per il titolo. E l’ultimo test con i bianconeri dirà già qualcosa».UN PENSIERO SULL’ITALIA E SULLA LAZIO – «Quando giocavo io, il campionato italiano era il migliore al mondo, tutti volevano venire nelle vostre squadre. Giocare con la maglia biancoceleste è stato veramente un grande piacere. Una città incredibile, con una passione unica. Ho solo ricordi positivi di quel periodo. Per me è un amore che non si è mai spento. E posso dire con certezza che quella sia stata una delle tappe più belle del mio percorso».