Juventus Women, Braghin: «La chiave per la vittoria si era solo persa a Vinovo. Cantore e Boattin? Dispiace ma la storia del club è più grande» | OneFootball

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·18 agosto 2025

Juventus Women, Braghin: «La chiave per la vittoria si era solo persa a Vinovo. Cantore e Boattin? Dispiace ma la storia del club è più grande»

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Juventus Women, Braghin: «La chiave per la vittoria si era solo persa a Vinovo». L’intervista al direttore del comparto femminile

Stefano Braghin, Juventus Women’s Football Director, è stato intervistato da Sky Sport Insider su alcuni dei temi più caldi in casa bianconera tra ritorno allo scudetto, addii illustri e nuovi obiettivi in Italia e in Women’s Champions League.

SCUDETTO RITROVATO – «Probabilmente la chiave per la vittoria si era solo persa nei corridoi di Vinovo, perché nei cinque anni precedenti avevamo vinto cinque volte di fila. In qualche modo avevamo smarrito la strada, forse per dinamiche di gruppo, per il ricambio di allenatori e di principi generali. Ci è voluto un attimo di adattamento per ritrovare la via. La chiave è stata avere tutte persone per cui la Juventus fosse la prima scelta, l’apice di una carriera: questo genera motivazioni speciali. Il momento della stagione? Nella prima parte abbiamo dato il meglio, nella seconda abbiamo gestito un vantaggio costruito grazie a quella partenza sprint. Anche nei momenti di difficoltà, nessuna delle altre squadre sembrava in grado di colmare il gap. Questo ci ha dato la consapevolezza di poter amministrare il vantaggio pur in una fase di flessione».


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CANTORE E BOATTIN – «Per loro è stata una scelta non solo calcistica, ma anche di vita. È come un giocatore di basket che passa dall’Eurolega all’NBA: un sistema diverso, con franchise e un campionato chiuso, più entertainment che football. Tecnicamente e tatticamente non abbiamo nulla da invidiare, ma lì sperimenteranno intensità e fisicità diverse. Il gap è più organizzativo e di intrattenimento. Sono cresciute con noi: Cantore era addirittura minorenne. È un dispiacere vederle partire, ma anche un orgoglio averle formate a un livello tale da renderle appetibili per campionati che prima non guardavano all’Italia. È la dimostrazione di un buon lavoro. Il club va avanti, la sua storia è più grande di tutti noi»

CANTORE E GIRELLI CANDIDATE AL PALLONE D’ORO – «È molto importante perché rappresenta un riconoscimento per l’intero movimento. Prima l’Italia non era considerata per questo tipo di premi, oggi sì grazie al lavoro dei club e alla vetrina data dalla Nazionale. Questo ha portato due nostre ragazze tra le prime trenta al mondo. Sono due storie diverse, ma meritano entrambe. Forse arrivano a questo traguardo più tardi di quanto avrebbero dovuto, ma ora è giusto che si godano il momento. Per noi come club è un’occasione per accreditarci ulteriormente a livello internazionale».

GIRELLI – «Cristiana è parte integrante del nostro progetto. Al di là dei gol, anche quando non segna è fondamentale. È una personalità che contribuisce a creare uno spogliatoio vincente. Il ponte si costruisce con la disponibilità di entrambe le parti: da un lato lei, con l’umiltà di mettersi a disposizione e ascoltare; dall’altro le giovani, che devono riconoscere in lei un esempio. Sono relazioni che nascono dalla volontà reciproca di riconoscersi: così i ponti si costruiscono facilmente. Anche le giovani, con i loro punti di vista, aiutano Cristiana a vivere meglio questa fase della carriera. Sono vasi comunicanti».

RITIRO GAMA – «Lascia un’eredità enorme al calcio femminile mondiale, per i suoi principi e per i traguardi raggiunti, soprattutto fuori dal campo. Per noi è stato un onore averla per otto anni. Il ritiro l’abbiamo vissuto serenamente, perché è stata una scelta condivisa. Sara è una persona di straordinaria intelligenza, è stato tutto naturale e al momento giusto».

FASCIA A ROSUCCI – «Martina è juventina da sempre, ha gioito e sofferto per questa maglia, ha affrontato infortuni da cui è tornata più forte. La sua è una bellissima storia di sport: gioia, sofferenza, rischio di crollo e poi successo. È un’ispirazione per tutti. La fascia è un fiore all’occhiello, ma la sua storia va anche oltre la Juve».

OBIETTIVI – «L’obiettivo minimo è qualificarci in Champions League: ci garantisce uno standing internazionale, ranking europeo e anche ricavi. Il massimo, con questo marchio sulla maglia, è competere per vincere tutte le competizioni italiane. In Europa siamo tra le cinque qualificate di diritto al girone unico con Arsenal, Chelsea, Barcellona e Bayern. Vorremmo rivivere l’esperienza di superare i gironi e giocare i play-off, per portare i nostri tifosi in Europa. È un obiettivo ambizioso, ma è la provocazione giusta per questo gruppo».

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