BundesItalia
·10 gennaio 2021
Junior Malanda: la storia di un talento strappato dal destino

In partnership with
Yahoo sportsBundesItalia
·10 gennaio 2021
Il 10 gennaio del 2015 tutto il mondo del calcio rimase sotto shock per la tragica morte di Junior Malanda. Il giovane belga stava raggiungendo i compagni di squadra in aeroporto. Era pronto per partire con il Wolfsburg in Sud Africa, a Cape Town, per il ritiro invernale. Una volta arrivato a Porta Westfalica sull’A2, in una serata di forte pioggia, il veicolo su cui stava viaggiando Malanda sbandò e si ribaltò più volte, probabilmente a causa delle condizioni dell’asfalto e dell’eccessiva velocità. Gli altri due passeggeri della macchina, Anthony D’Alberto e Jordan Atheba (anche loro calciatori professionisti) riportarono miracolosamente solo lievi ferite. Il povero Junior, invece, morì sul colpo per colpa di una cintura di sicurezza slacciata.
La notizia fece il giro del mondo e fu un colpo per tutta la squadra. Si arrivò, successivamente, alla comprensibile decisione di affiancare uno psicologo ai singoli giocatori qualora ne avessero richiesto il supporto. Nonostante questo, il Wolfsburg decise di partire ugualmente per il ritiro invernale. Per onorare la determinazione e la voglia di fare che caratterizzavano Junior Malanda.
Non c’è da sorprendersi per questa decisione. Sin da piccolo Junior mostrava grandi qualità caratteriali oltre a quelle tecniche e fisiche, tanto da attirare subito le attenzioni di un club importante come il Crystal Palace che decise di formarlo per un anno. Malanda, poi, fece ritorno in Belgio dove, passando per varie giovanili (come quella molto prestigiosa dell’Anderlecht) venne selezionato dal vivaio del Lille. Dopo aver esordito nella seconda squadra della compagine francese, il classe 1993 tornò in patria vestendo la maglia dello Zulte Waregem dove totalizzò 52 presenze e 6 gol. Dopo grandi prestazioni, soprattutto in Europa League, il belga suscitò l’interesse dei più grandi club europei.
Junior Malanda passò nel 2013 dallo Zulte al Wolfsburg per la cifra di 1,7 milioni di euro. I tedeschi decisero di lasciare il mediano belga di origini congolesi allo Zulte in prestito per altri 6 mesi per poi approdare ufficialmente in Germania nel gennaio del 2014. Junior fece il suo debutto in Bundesliga l’8 febbraio con una vittoria per 3-0 al Mainz 05. Nelle settimane dopo, tuttavia, fece fatica ad entrare nelle rotazioni della squadra titolare e fu anche costretto a stare fermo per cinque settimane a causa di un infortunio.
Nella stagione successiva, il match d’apertura vedeva Wolfsburg e Bayern Monaco affrontarsi. Gli uomini di Dieter Hecking persero per 2-1 con un clamoroso errore sotto porta proprio di Junior Malanda, che fece molto discutere. Il belga dopo l’errore cambiò registro. Fece uscire il suo carattere. Si impegnò duramente, a suon di prestazioni, per poter finalmente essere un titolare fisso. E ci stava riuscendo. Era un giovane dal grande talento, veniva visto da tutti come un possibile campione. Era un centrocampista difensivo molto intelligente, un giocatore di peso e che tutti gli allenatori avrebbero voluto avere in squadra. Aveva giocato nella vittoria per 2-1 contro il Colonia il 20 dicembre 2014. La sua ultima partita, prima della tragedia.
Dopo il terribile lutto, si giocò il match tra Wolfsburg e Bayern Monaco. Era il 30 gennaio 2015. Una serata che sarà ricordata per sempre come una delle partite più emozionanti nella storia della Bundesliga.
“Insieme abbiamo deciso di non commemorare in silenzio”, così annunciò lo speaker della Volkswagen Arena, “ma appassionatamente, coloritamente e con la stessa energia positiva che era insita in Junior”. Partirono i forti applausi dello stadio e una coreografia impressionante nella curva dei tifosi si palesò davanti agli occhi di tutti “Junior Malanda – Für immer in unseren Herzen”. Ovvero “per sempre nei nostri cuori”.
Quel giorno il Wolfsburg scese in campo con una rabbia e una tale voglia di vincere che sembrava in grado di poter battere qualsiasi avversario sulla faccia della terra, persino degli alieni come i giocatori del Bayern di Guardiola. Il 4-1 finale è frutto anche della carica emotiva messa in campo dai lupi. Non a caso il tabellino delle marcature segnò due volte il nome di Kevin De Bruyne, assoluto mattatore di quel venerdì sera.
Quella, per KDB, era molto più di una partita. Tutti noi ci ricorderemo il suo sguardo nel minuto di applausi prima dell’inizio della partita. L’attuale giocatore del Manchester City aveva un rapporto speciale con Junior Malanda. Aveva condiviso con lui tutte le trafile giovanili belga. Il compianto compagno era il capitano dell’Under 21. Malanda poteva far parte di quella generazione d’oro che adesso sta facendo le fortune della Nazionale belga e di cui è simbolo proprio De Bruyne. Il destino decise di togliere l’opportunità al giovane mediano, lasciando un fortissimo vuoto.
La stagione proseguì e i ragazzi, allora allenati da Hecking, arrivarono in finale di DFB-Pokal. Nel giorno della partita che avrebbe deciso le sorti del vincitore, i giocatori del Wolfsburg scesero in campo con un cuore verde sulle maglie con all’interno il numero 19, indossato da Junior Malanda nelle 17 presenze totalizzate con il club.
“Abbiamo giocato tutte le partite anche per lui. Ora non è solo nelle nostre teste, ma anche sulle nostre maglie”. Klaus Allofs, direttore sportivo del Wolfsburg
Die Wölfe portarono a casa il trofeo battendo per 3-1 il Borussia Dortmund. Oltre al secondo posto ottenuto in classifica dietro al Bayern Monaco, i giocatori riuscirono a dedicare anche la DFB-Pokal al loro ex compagno di squadra e amico Junior. Soprattutto De Bruyne, che festeggiò il suo gol rivolgendo baciando il numero 19 sulla sua maglia e rivolgendo il suo sguardo al cielo. Cercando quello del suo amico.
Il ricordo di Junior Malanda vive ancora oggi, a quasi sei anni dalla sua scomparsa, attraverso i suoi ex compagni, il club e i tifosi del Wolfsburg. La sua scomparsa sarà sempre una ferita aperta per il mondo del calcio, ma il ricordo del belga sarà per sempre testimoniato dal grande affetto dimostrato non solo dai tifosi del club, ma da tutta la Bundesliga.