Footbola
·25 settembre 2020
In partnership with
Yahoo sportsFootbola
·25 settembre 2020
L’Aviador, l’aviatore: il sogno boliviano a un passo dal cielo. Dici Bolivia e pensi al fútbol de altura, i campi a oltre 2.000 metri, dove fisica e mistica rendono possibili anche le imprese di squadre che altrimenti avrebbero poche chance. Quelle chance se le è costruite il Jorge Wilstermann, campione del Clausura 2019 che tenta il miracolo in Copa Libertadores in un girone tanto equilibrato quanto attraente.
Se il Bolívar, l’unica boliviana a essersi spinta fino in semifinale singola nella storia, sembra avere delle difficoltà a superare il turno, a provare a portare avanti l’orgoglio nazionale è proprio l’Aviador, la squadra di Cochabamba. Non è ai livelli di La Paz (3.600 metri) o addirittura di Potosí (che sfiora i 4.000), ma comunque con i suoi 2.500 metri sopra il livello del mare rappresenta ugualmente un problema: chiedere ad esempio al Peñarol sconfitto nell’ultimo turno, o al Colo Colo battuto nella gara inaugurale.
Solo l’Athletico Paranaense in questo girone è riuscito a tornare a casa con una vittoria da Cochabamba, ma è servita una rimonta da 2-1 a 2-3 nell’ultimo quarto d’ora con gol vittoria segnato solamente nei minuti di recupero. Ed è per questo che il Jorge Wilstermann a due giornate dal termine della fase a giorni è in zona qualificazione a pari punti con il Colo Colo, l a giocarsi un passaggio del turno che sarebbe qualcosa di storico: vero, le ultime due partite saranno entrambe in trasferta e senza il fattore altura c’è il rischio che questa squadra si perda e venga eliminata, ma già presentarsi con una posizione di vantaggio è tantissimo per un club del genere.
L’altura e il cielo sono nella storia del club, non solo per la posizione geografica della città: la squadra è intitolata al primo aviatore commerciale della storia della Bolivia, appunto Jorge Wilstermann, e fu fondata da un gruppo di lavoratori della compagnia aerea Lloyd Aéreo Boliviano, tanto che nello stemma compaiono anche tre ali per lato che celebrano l’identità del club. Nacque come San José de la Banda prima di venire intitolata al mito nazionale.
Nella sua storia ha cominciato a vincere dagli anni ’80, tanto che nel 1981 è arrivata fino al penultimo turno, che non si può definire una semifinale vera e propria visto che erano due mini gironi da tre in cui le vincenti si sarebbero sfidate in finale. Ma negli ultimi anni questo club è cresciuto tantissimo, andando spesso a interferire con il dominio di La Paz rappresentato da Bolívar e The Strongest. Dal 2016 sono arrivati tre titoli nazionali e una qualificazione ai quarti di Copa Libertadores, per un progetto decisamente ambizioso e più credibile rispetto alle favole momentanee stile Sport Boys.
La vittoria col Peñarol è l’ultima perla di questa crescita, con il sogno di una qualificazione che avrebbe del clamoroso. L’ennesimo volo del Jorge Wilstermann, il sogno internazionale boliviano a un passo dal cielo.
Live
Live