Calcio e Finanza
·13 luglio 2025
John Elkann versa 175 milioni al Fisco per chiudere l’inchiesta sull’eredità Agnelli

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·13 luglio 2025
John Elkann starebbe versando all’Agenzia delle Entrate almeno 175 milioni di euro per sanare le contestazioni mosse dalla Procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità Agnelli. Una somma che comprende imposte evase, sanzioni e interessi. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, l’indagine, avviata nel febbraio 2024, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dello stesso Elkann, presidente di Stellantis, insieme ai fratelli Lapo e Ginevra, con le accuse di truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale.
L’inchiesta ruota intorno alla presunta residenza fittizia in Svizzera di Marella Caracciolo, vedova dell’Avvocato Gianni Agnelli e nonna dei tre fratelli, deceduta nel 2019. La Procura contesta l’uso di “artifizi e raggiri” finalizzati a evitare la tassa di successione in Italia e a sottrarre l’eredità alla madre dei tre Elkann, Margherita Agnelli, da cui è partito l’esposto che ha dato il via alle indagini.
Oltre 110 milioni di euro sarebbero già stati versati da Elkann, anche grazie a garanzie fornite da istituti bancari italiani ed esteri. Il saldo finale, che coprirà interamente la tassa di successione non versata, sarebbe atteso nelle prossime settimane. La scelta di Elkann di procedere con il risarcimento integrale potrebbe preludere, stando al quotidiano, a una richiesta di “messa alla prova” davanti al giudice delle indagini preliminari. Si tratterebbe di un programma di lavori socialmente utili della durata minima di un anno, in ambiti come l’assistenza a tossicodipendenti, anziani, disabili o nella protezione civile. Una volta concluso con esito positivo, il procedimento penale verrebbe estinto.
Nel settembre 2024, la Procura aveva ottenuto dal gip un sequestro preventivo da 74,8 milioni di euro, con l’accusa di evasione su circa 42,8 milioni legati a una rendita vitalizia ricevuta da Marella Caracciolo, e su redditi da capitale per oltre 116 milioni provenienti da trust offshore alle Bahamas. A questi si aggiungevano 32 milioni di tassa di successione non versata, legata a quote di un fondo lussemburghese e a un’ingente collezione di opere d’arte e gioielli – ufficialmente dichiarati come “regali”.
In apertura del 2025, la Guardia di Finanza ha individuato un ulteriore trust offshore alle Bahamas con un patrimonio vicino ai 500 milioni di euro, gestito in Lussemburgo dalla fiduciaria Piz Nair, così chiamata in omaggio alla montagna sopra St. Moritz, dove si trova anche la villa di famiglia, Chesa Alcyon.
Resta invece incerta la posizione di Gianluca Ferrero, presidente della Juventus e commercialista di fiducia degli Elkann. Anche lui è indagato per truffa ai danni dello Stato ed evasione, ma nei suoi confronti la Procura ipotizza anche il concorso in falsità ideologica, legata a una retrodatazione di atti pubblici effettuata con la collaborazione, secondo gli inquirenti, del notaio torinese Remo Maria Morone. Il caso riguarda la regolarizzazione tardiva della società “Dicembre”, veicolo chiave del controllo Exor.
Se Ferrero non dovesse optare per un patteggiamento o una “messa alla prova”, potrebbe essere chiesto il rinvio a giudizio. Un eventuale processo pubblico potrebbe riaprire anche la posizione di Elkann, con potenziali ripercussioni sul suo futuro giudiziario e imprenditoriale.
Un portavoce dei fratelli Elkann ha dichiarato: “In riferimento ad articoli di stampa aventi a oggetto i procedimenti riguardanti i fratelli Elkann, si conferma che John, Lapo e Ginevra Elkann – con l’obiettivo di chiudere rapidamente e definitivamente una vicenda dolorosa sul piano personale e familiare – hanno raggiunto una definizione complessiva con l’Agenzia delle Entrate delle potenziali controversie attinenti agli oneri tributari su di essi potenzialmente gravanti quali eredi di Donna Marella Agnelli. Tale definizione è stata conclusa senza alcuna ammissione neppure tacita o parziale della fondatezza delle contestazioni inizialmente ipotizzate. Inoltre sono in atto interlocuzioni con la Procura della Repubblica di Torino, il cui esito non è al momento definito. Nel rispetto di tutti gli organi coinvolti, non abbiamo commenti da rilasciare sul procedimento, che è tuttora in corso”.
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