Calcio e Finanza
·31 luglio 2024
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John Elkann, presidente di Ferrari e Stellantis e, soprattutto, amministratore delegato della holding Exor, ha analizzato il momento difficile per il mercato dell’auto mondiale e anche per il settore del lusso, dove il Cavallino Rampante è un’icona, che sembra però essere immune dal rallentamento del mercato cinese.
«Ferrari lavora sui backlogs, quindi oggi vendiamo auto che arriveranno ai nostri clienti in un paio d’anni: è un modello diverso rispetto ad altre società del lusso e questo lo rende molto più prevedibile – ha commentato Elkann a Cnbc –. Siamo anche molto meno esposti alla Cina, che è stato il più grande mercato del lusso al mondo, e questo ci rende diversi. Ferrari è una società speciale che ruota intorno alla passione, al racing, e l’interesse è incredibile. Lo spirito di competizione è davvero quello che dà la forza e spinge la nostra società, permettendoci di aspirare a essere le supercar più speciali al mondo. Come riusciamo a trovare un blend tra la potenza e l’estetica? È una società immersa nella passione e anche in un vero senso di rappresentazione dell’Italia, quindi con una forte identità nazionale».
Sulle difficoltà di Stellantis: «L’industria dell’automotive in questo momento ha molti punti di pressione competitiva. Ci sono cambiamenti regolatori, ci sono cambiamenti tecnologici e da un certo punto di vista questo è molto entusiasmante, perché permette di avere molta più innovazione e ci spinge a fare meglio. Ma dall’altro lato significa anche più volatilità e maggiori difficoltà. La cosa importante è cercare di utilizzare le risorse al minimo e nella maniera più efficiente. Bisogna avere l’ambizione di assicurarsi di operare in un ambiente decarbonizzato e di affrontare delle sfide, come nel nostro caso, ad esempio, trovare veicoli che siano più decarbonizzati possibile. Ma anche nuove tecnologie, come l’idrogeno».
Stellantis e Ferrari non possono non far pensare a Gianni Agnelli, nonno di Elkann: «Ciò che più mi ha insegnato mio nonno è stato ascoltare e imparare, ma soprattutto imparare a chiedere e a fare domande. Lui ad esempio era molto bravo a fare le domande. Marchionne? È stato un mentore per me. Ho avuto l’opportunità di lavorare per 14 anni con un uomo straordinario. Quest’anno sarebbero vent’anni da quando ha iniziato con noi. Sergio era “one of the kind”».
I cambiamenti dell’attuale panorama automobilistico rispetto al passato: «Credo sia molto importante per società come le nostre continuare a rinnovarsi. Quello che ci piace fare è costruire società e farlo con ottime persone, ma quello sforzo che abbiamo fatto e facciamo con Fiat, che adesso è diventata Stellantis, o con l’ultima arrivata Philips, è la capacità di innovarci: se si è in grado di essere attuali e di non essere limitati alla storia di quella società, ma al contrario se ne è spinti, il risultato è essere di valore per i clienti e per le comunità in cui si opera, che è un aspetto fondamentale»
«Ero molto interessato in maniera genuina a imparare come le cose venivano fatte. Ho avuto l’opportunità di fare l’internship sia nelle fabbriche che nei dealers e, avendo studiato ingegneria, ho avuto la possibilità di provare e applicare quello che ho studiato e capire che cosa significasse. Credo che lavorare in una fabbrica sia molto importante per capire come costruisci qualcosa», ha concluso Elkann.