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·15 aprile 2025

John Elkann: «Dazi dolorosi. L'industria automobilistica è a rischio»

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«Vorrei iniziare dicendo che il 2024 non è stato un buon anno per Stellantis. I motivi sono stati in parte di nostra competenza, il che ha reso il risultato ancora più deludente». Lo ha dichiarato John Elkann, presidente di Stellantis, aprendo ad Amsterdam l’assemblea degli azionisti.

Inoltre, lo stesso Elkann, CEO della holding di famiglia Exor, ha confermato che la nomina del nuovo amministratore delegato del colosso dell’automotive è prevista entro la prima metà del 2025.


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«Il disallineamento tra il consiglio di amministrazione e il nostro CEO Carlos Tavares ha portato quest’ultimo a lasciare l’azienda all’inizio di dicembre del 2024 – ha continuato Elkann –. Da allora, il Comitato esecutivo ad interim, che il consiglio mi ha chiesto di presiedere, ha lavorato con tutti i nostri team nella gestione quotidiana dell’azienda. Sono state intraprese azioni importanti e decisive per garantire che Stellantis sia nella posizione più forte possibile quando verrà nominato il nostro nuovo CEO. Tra le altre cose, abbiamo ridotto le scorte, responsabilizzato le nostre Regioni e lavorato a stretto contatto con i nostri concessionari, i nostri fornitori e i nostri sindacati»

«Con l’attuale percorso di tariffe dolorose e regolamenti troppo rigidi, l’industria automobilistica americana ed europea è a rischio. Sarebbe una tragedia, perché l’industria automobilistica è fonte di posti di lavoro, innovazione e comunità forti. Ma non è troppo tardi se gli Stati Uniti e l’Europa intraprendono le azioni urgenti necessarie per promuovere una transizione ordinata. Siamo incoraggiati da quanto indicato ieri dal presidente Trump sulle tariffe per l’industria automobilistica».

«In Europa, le normative sulle emissioni di CO2 hanno imposto un percorso irrealistico di elettrificazione, scollegato dalla realtà del mercato. In effetti, i governi europei hanno ritirato, a volte bruscamente, gli incentivi all’acquisto e l’infrastruttura di ricarica rimane inadeguata. Di conseguenza, i consumatori tardano a passare ai veicoli elettrici. Negli Stati Uniti, l’industria automobilistica è gravemente colpita dai dazi. Oltre al dazio del 25% imposto sui veicoli, siamo colpiti da una serie di dazi aggiuntivi, tra cui quelli su alluminio, acciaio e componenti», ha concluso Elkann.

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