Calcionews24
·27 agosto 2025
Ivan Zazzaroni: «La Serie A ha sempre più stranieri in campo. Di cosa parla Gattuso con gli allenatori di Serie A quando li va a trovare?»

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·27 agosto 2025
Un’ipocrisia di sistema, un pianto di coccodrillo che si ripete a ogni delusione della Nazionale. Nell’editoriale “Smettiamola di piangere” per il Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni lancia un durissimo atto d’accusa contro il calcio italiano, mettendone a nudo le contraddizioni e l’incapacità di fare squadra per il bene comune. Il direttore descrive un movimento malato, «colpevolmente esterofilo», in cui il lamento per la mancanza di talenti azzurri si scontra con la realtà di un campionato sempre più dominato dagli stranieri.
Zazzaroni parte da un’immagine tanto potente quanto surreale, quella del tour di Rino Gattuso nei ritiri della Serie A. Un viaggio che diventa la metafora di un intero sistema. «Da giorni circolano in rete le foto di Gattuso, Bonucci, Riccio e Buffon in posa con gli allenatori della serie A e io che sono curioso mi chiedo di cosa parlino. […] L’argomento non è certamente il maggiore impiego degli italiani da Nazionale perché gli stessi tecnici che abbracciano calorosamente il ct e i suoi compagni di viaggio sono poi costretti – si fa per dire – a mettere solo strangers on the pitch». Una situazione paradossale, che Zazzaroni definisce senza mezzi termini la «terra dei cachi (amari)».
Il problema, secondo il direttore, è un vizio di fondo che si manifesta puntualmente dopo ogni fallimento azzurro. «Subito dopo una sconfitta della Nazionale o un’uscita da un Mondiale o un Europeo siamo quelli che si uniscono al pianto degli italiani e fioccano promesse, generosi programmi covercianesi, un pieno di buone intenzioni. Fino al successivo campionato quando scopriamo che rispetto alla prima giornata dello scorso anno la quota stranieri è addirittura aumentata: dal 66,56% dell’agosto 2024 al 68,05 di questo». Un’emorragia di talento nostrano che non accenna a fermarsi, specialmente nelle big.
Di fronte a questa realtà, l’editoriale si chiude con una provocazione amara, un invito a prendere atto di un fallimento collettivo senza più nascondersi dietro false promesse. La proposta di Zazzaroni è tanto semplice quanto spietata: «D’ora in avanti proviamo a fare i seri, continuiamo a prenderla in saccoccia ma senza strepitare. Almeno facciamo miglior figura». Un modo per dire che, se il sistema non ha la forza o la volontà di cambiare, tanto vale smettere di illudersi.