Calcionews24
·25 marzo 2022
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Uno scenario che si poteva ipotizzare solo nei peggiori incubi: Italia fuori dai Mondiali di Qatar 2022. Una delusione atroce, un fallimento incredibile, ancora una volta.
Pensavamo che l’umiliazione subita dalla Nazionale di Ventura contro la Svezia dovesse e potesse rimanere episodio umiliante ma isolato della nostra storia calcistica. E invece, a distanza di quattro anni ci ritroviamo a leccare le ferite dopo un’eliminazione forse ancor più cocente.
Ma sarebbe riduttivo circoscrivere il fallimento alla sfida nefasta contro la Macedonia del Nord, di fatto solamente la punta dell’iceberg. Partita nella quale sono emersi più lampanti che mai i difetti degli ultimi mesi, primo fra tutti l’inconsistenza dei nostri attaccanti, con Immobile, Insigne e Berardi principali imputati. Ma anche la partita sotto tono di Barella e Jorginho, così come il Donnarumma versione Paris Saint Germain che non pare più capace di miracoli.
In realtà la sfida del Barbera è stata semplicemente la diretta emanazione di quel che la nostra Nazionale ha fatto vedere da settembre a oggi. Dopo la sbornia di Euro 2020, anche a livello di buona sorte, gli Azzurri si sono smarriti e hanno saputo battere solo la Lituania (più il Belgio nell’inutile finalina di Nations League). Troppo per far finta di nulla.
Ma se l’Italia non gioca una gara a eliminazione diretta in un Mondiale dall’indimenticata finale di Germania 2006, significa che vent’anni di disastri hanno radici più profonde e preoccupanti. Dell’assenza di qualità e della scarsa produzione di calciatori si discute da tempo, il fatto che i nostri giovani fatichino sempre più a trovare spazio ad alti livelli altra considerazione trita e ritrita.
L’ultimo carico smazzato sul tavolo verde è piovuto dalle parole del Presidente Federale Gravina, il quale ha accusato tutt’altro che velatamente la Lega Serie A traendo spunto dalla decisione di non rinviare l’ultima giornata di campionato: «Ci sono interessi imprenditoriali legati alle gestione dei club che oppongono sempre grande resistenza alla Nazionale, vista più come fastidio che come opportunità di unione di un paese intero». Anatomia di un disastro annunciato che parte da lontano.
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