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·12 dicembre 2024
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La sconfitta col Bayer Leverkusen costringe l’Inter a riflettere. Come era già successo dopo la prima sconfitta col Milan, la squadra non deve sottovalutare il fatto e tratte i giusti insegnamenti su cosa non ha funzionato.
SECONO STOP – L’Inter col Bayer Leverkusen ha trovato la sua prima sconfitta in Champions League dopo un percorso di ottimo livello. Una sconfitta che fa salire il totale stagionale a due. Nulla di tragico quindi, né in assoluto né nello specifico. Ma la squadra ha bisogno di riflettere su questo stop. Esattamente come era successo dopo il primo col Milan.
RESET DAL MILAN – La sconfitta nel derby infatti aveva un valore simbolico. Al di là del fatto in sé, come è maturato quel 2-1 rappresentava una summa dei problemi visti nell’Inter nei primi mesi. Fragilità difensiva, approccio mentale insufficiente, eccessiva fiducia nel poter vincere senza sforzarsi. A seguito di quella sveglia, l’Inter si è fermata a riflettere, ha lavorato e si è rimessa in carreggiata. Senza risolvere tutto per miracolo, ma tenendo presente quella sconfitta come riferimento. Se non proprio come monito. La situazione oggi, post Leverkusen, è su un piano simile.
APPROCCIO SBAGLIATO – Dall’1-0 di Champions l’Inter non deve fare drammi, ma trarre degli insegnamenti. Capire cosa è stato sbagliato, e quindi su cosa lavorare. In primo luogo, l’approccio mentale. La squadra è andata in campo con la difesa del risultato come primo pensiero. E nel corso dei minuti è diventato l’unico. Rinunciare ad attaccare è stato un errore, che alla fine ha compromesso il risultato finale perché ha dato troppo spazio al palleggio dei tedeschi. Un errore che è andato contro la natura stessa di questa Inter, che nel corso degli anni (ma anche solo in Inter-Juventus) semmai ha compromesso dei risultati per troppa vocazione offensiva. Difendersi va bene, può capitare, ma va gestito meglio, senza snaturarsi, senza perdere l’obiettivo di colpire gli avversari. La squadra riuscirà a crescere anche dopo questo stop?