👏 Inter, il PAGELLONE Scudetto: Inzaghi, il mercato, Zhang e Lautaro&Co | OneFootball

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Emilio Scibona·23 aprile 2024

👏 Inter, il PAGELLONE Scudetto: Inzaghi, il mercato, Zhang e Lautaro&Co

Immagine dell'articolo:👏 Inter, il PAGELLONE Scudetto: Inzaghi, il mercato, Zhang e Lautaro&Co

L’Inter ha conquistato lo scudetto con 5 partite d’anticipo suggellando il suo trionfo con la vittoria nel derby con il Milan.

La seconda stella del club nerazzurro è espressione di un percorso di livello altissimo in cui il talento dei singoli si è espresso straordinariamente a livello collettivo grazie alle armonie tattiche create da Simone Inzaghi.


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Dai titolarissimi ai comprimari: tutti (o almeno quasi) sono risultati preziosi nell’ottica di questo scudetto: pochissime (e in fondo nemmeno troppo rumorose) le note stonate, anche se sarebbe più corretto dire meno intonate, all’interno di un’orchestra che ha suonato una delle sue sinfonie più belle nella storia recente.


PORTIERI

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  • Sommer – 10
  • Audero – 8
  • Di Gennaro – NC

Yann Sommer non ha fatto patire la partenza di Onana, anzi: 18 gol incasssati in 31 partite, 17 clean sheet, tanta esperienza e tranquillità conferita al reparto. Allo stesso modo Audero non ha preso gol in entrambe le partite in cui è stato chiamato in causa. Non classificabile il voto di Di Gennaro, mai sceso in campo.


DIFENSORI CENTRALI

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  • Bastoni – 10
  • Acerbi – 9
  • Pavard – 9
  • Bisseck – 8
  • De Vrij – 8.5

I difensori centrali sono stati una sicurezza in questa stagione: Bastoni si è affermato ancora una volta (e sempre di più) come un difensore moderno e fondamentale anche in fase offensiva. Pavard si è inserito perfettamente nel contesto dell’Inter apportando pregio e fisicità alla difesa. Acerbi a 36 anni ha disputato una delle migliori stagione in carriera e ha tenuto fede alla nomea di “presente irriducibile”: 27 presenze su 33 gare e 3 gol.

De Vrij è stato a tutti gli effetti un titolare aggiunto: è partito dall’inizio in metà delle partite e non ha fatto scendere il livello delle prestazioni offerte dai suoi compagni. Bisseck invece ha svolto alla perfezione il ruolo da riserva, aspettando il momento per prendersi del minutaggio e anche per decidere una gara delicata come l’1-0 contro il Bologna a inizio marzo.


ESTERNI

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  • Dimarco – 10
  • Darmian – 9
  • Carlos Augusto – 8.5
  • Dumfries – 7
  • Cuadrado – NC
  • Buchanan – NC

Per Dimarco parlano le giocate, la qualità e i numeri: 5 gol e 6 assist a 5 giornate dal termine. Darmian è stato – come sempre – preziosissimo e si è districato in più ruoli, togliendo il posto a Dumfries in molte occasioni. Proprio l’olandese non è riuscito a esprimersi al meglio, complice un infortunio muscolare (come ricordato da lui stesso).

Chi si è integrato benissimo è stato Carlos Augusto: cambio fisso in ogni partita e titolare in circa 1/3 delle gare. La fiducia d’Inzaghi è stata ripagata con 3 assist e grande dinamismo, come aveva mostrato a Monza. Non classificabile Cuadrado a causa dell’infortunio seppure avesse ben cominciato, N.C. anche per Buchanan che ha giocato 45 minuti.


CENTROCAMPO

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  • Calhanoglu – 10
  • Mkhitaryan – 10
  • Barella – 10
  • Frattesi – 9
  • Asllani – 6.5
  • Klaassen – NC
  • Sensi – NC

Calhanoglu merita il voto perfetto: metronomo della squadra, goleador, rifinitore e uomo che ha imparato a reggere le pressioni più pesanti. La partenza di Brozovic, forse, è stata quasi un bene per i nerazzurri. Allo stesso modo è da 10 Mkhitaryan che a 35 anni è stato un titolarissimo: 97% dei minuti giocati a sua disposizione, 9 assist, 2 gol e tanti chilometri spesi in attacco e difesa.

Il terzo 10 è per Barella anche se in qualche piccolo frangente è sembrato essere leggermente calante, però non ha mai fatto mancare leadership, voglia, qualità e – oltretutto – 6 assist e 2 gol. Sotto il 10 ma solo per questione di minutaggio si posiziona Frattesi: segna ogni 132 minuti, ossia 5 gol in 659′. Quando Mkhitaryan dovrà dare il cambio, la staffetta ha già fatto vedere la sua velocità.

Sufficienza per Asllani che è stato impiegato poco e non con risultati brillantissimi. Non classificabili le stagioni di Klaassen (154′) e Sensi (28′).


ATTACCANTI

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  • Lautaro – 10
  • Thuram – 9
  • Arnautovic – 6
  • Sanchez – 6.5

Il voto di Lautaro è lampante: capitano, capocannoniere indiscusso della Serie A, trascinatore tecnico ed emotivo in quella che ora è la sua città e, sperano gli interisti, anche la squadra del suo futuro. Poco più in basso c’è l’acquisto più azzeccato dell’anno: Thuram – decisivo in entrambi i derby – è andato in doppia-doppia: 12 gol e 11 assist a completare un attacco infermabile in campionato.

Le riserve non hanno mantenuto le attese, in particolare Arnautovic che è stato frenato dagli infortuni o comunque limitato dagli acciacchi: la resa in campo ne ha risentito e i 2 gol in Serie A sono meno di quanto ci si potesse aspettare. Chi si è accesso e spento a corrente alternata è Sanchez: nella prima parte di stagione non si è distinto mentre da febbraio in avanti ha mostrato la sua qualità a sprazzi.


INZAGHI: 10

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Riuscire a ripartire al massimo dopo una stagione che con i suoi alti e bassi aveva comunque portato due trofei ed una finale di Champions League non era facile specie considerando che in estate sono andati via dei pezzi importanti come Onana, Skriniar, Brozovic, Dzeko e Lukaku.

L’Inter era una realtà tutta da strutturare e il tecnico di Piacenza oltre a mantenere intatta l’identità di gioco ha trasmesso il carattere e la convinzione che a tratti erano mancate nel recente passato. Nella seconda stella c’è la mano sapiente di un tecnico che nel giro di un anno è passato dal possibile addio a divenire la colonna portante del progetto tecnico nerazzurro.

Nella seconda stella c’è tanto del suo lavoro: il 10 è il voto minimo.


DIRIGENZA: 9

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Tanto brillante è stato il tecnico, quanto valida la dirigenza nel colmare le lacune generate dal mercato e dall’esigenza di fare cassa. Sommer non ha fatto rimpiangere Onana; Pavard si è inserito grandiosamente in una difesa che pure aveva già trovato un suo equilibrio; Carlos Augusto si è dimostrato prezioso così come anche Frattesi.

E poi c’è Marcus Thuram, il fiore all’occhiello della campagna acquisti: preso a parametro zero tra gli scetticismi dovuti ai suoi numeri non proprio da bomber, l’attaccante francese si è rivelato un colpo da maestro, riuscendo a creare con Lautaro un feeling persino superiore a quelli che l’argentino aveva con Dzeko e Lukaku.

Certo, non tutte le ciambelle sono riuscite con il buco, vedasi gli attaccanti di riserva ma alla fine questo (almeno nell’economia dello scudetto) si è rivelato un dettaglio. Se non un 10 pieno Marotta, Ausilio e company meritano almeno un 9.

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Il numero 1 dell’Inter ieri ha mandato un lungo messaggio alla squadra ma non era presente nel giorno della grande festa come poco presente lo è stato in questa stagione. Nei risultati ottenuti dal club nerazzurro e negli ultimi anni va dato merito anche al presidente: la sua costante assenza così prolungata va detto che però non è propriamente il massimo.