✍️ Inter e Milan: promosse o bocciate? Cosa ci ha detto la 1ª giornata 🥶 | OneFootball

Inter e Milan hanno entrambe “steccato” al debutto in campionato, almeno nel risultato, ma in modi piuttosto diversi.

Le due squadre di Milano hanno pareggiato 2-2: l’Inter campione in carica si è fatta rimontare a Marassi dal Genoa al 96′, mentre il Milan ha raggiunto il Torino a San Siro al 95′.

Andiamo a vedere gli aspetti positivi e quelli negativi delle formazioni di Simone Inzaghi e Paulo Fonseca.

Inter

Un super Marcus Thuram non è bastato all’Inter per portare a casa i tre punti dal Ferraris di Marassi, uno stadio che resta stregato per i nerazzurri, che non vincono da quasi 4 anni in casa del Genoa.

Al netto del risultato finale, la prima stagionale della squadra fornisce buone risposte a Simone Inzaghi. La sua squadra produce la solita mole di gioco, prova ad alzare il baricentro, dominare il campo e cerca con insistenza la via del gol, lottando non solo con l’avversario ma anche con una condizione fisica naturalmente non al top in questo periodo dell’anno e della stagione.

Oltre alla coralità e al possesso palla dominato per il tecnico piacentino le note liete corrispondono certamente a Marcus Thuram, che nonostante i pochi giorni di vacanza post-Europeo è tornato carico e brillante, proprio come gli italiani Barella e Frattesi, con il secondo che entra e ancora una volta fornisce la scossa necessaria.

L’altra faccia della medaglia è rappresentata da un Sommer che stranamente è apparso incerto e insicuro, la difesa non è sembrata ben oleata come d’abitudine ma soprattutto l’Inter ha patito l’assalto finale del Genoa concedendo ben 7 tiri all’avversario negli ultimi 25 minuti.

Pesano gli errori individuali del portiere e di Bisseck, colpevole su entrambi i gol del Genoa: nel primo caso il difensore ha “perso” Vogliacco; nel secondo è intervenuto in maniera scomposta e ha commesso il fallo di mano che ha condannato l’Inter in pieno recupero, regalando il calcio di rigore che porterà al pari di Messias.

Milan

Il Milan ha dimostrato di possedere ottime armi da inserire a gara in corso: Yunus Musah e Noah Okafor, due riserve che già nella passata stagione hanno spesso risposto presente nel momento del bisogno, sono i calciatori che hanno confezionato il pareggio dei rossoneri.

Anche il primo gol della squadra di Fonseca, realizzato da Alvaro Morata, è arrivato dalla panchina. L’attaccante spagnolo si è atteggiato già da leader dello spogliatoio.

Il Diavolo, nonostante la prestazione negativa, ha lanciato anche un messaggio di determinazione al proprio pubblico, che alla fine ha apprezzato lo sforzo del Milan e il pareggio acciuffato negli ultimi minuti.

Ciò che non ha funzionato, invece, riguarda principalmente l’assetto difensivo. I rossoneri vengono da una stagione in cui hanno subito 49 gol in campionato, una cifra che ha reso il reparto difensivo del Milan il peggior tra le prime cinque classificate. Nell’anno solare 2023, addirittura, il Milan aveva incassato un totale di 64 gol, un record negativo per la storia del club a partire dalla stagione 1929/1930.

Questa fragilità difensiva non è sparita. A fare la differenza sono state anche le disattenzioni dei singoli: Fikayo Tomori e Malick Thiaw sono sembrati  goffi in occasione del primo gol e spaesati in occasione del secondo, quando hanno lasciato Duvan Zapata colpire indisturbato di testa nell’area piccola.

Più in avanti, in attacco, è da segnalare la scarsa precisione al tiro prima che entrassero Morata e Okafor. Il Milan ha calciato 20 volte, ma solo 6 di questi tiri sono finiti nello specchio della porta. Rafael Leao, Christian Pulisic e Samuel Chukwueze non sono stati incisivi, in particolare nel primo tempo.

Al Milan è mancata precisione in senso lato: sia davanti alla sua porta sia davanti a quella avversaria, non è però venuto meno l’atteggiamento offensivo già presente l’anno scorso e il 2° tempo da 18 tiri realizzati lo dimostra.