Inter Bologna, Lombardo: «In Inzaghi e Mihajlovic rivedo Eriksson» | OneFootball

Inter Bologna, Lombardo: «In Inzaghi e Mihajlovic rivedo Eriksson» | OneFootball

Icon: Calcionews24

Calcionews24

·18 settembre 2021

Inter Bologna, Lombardo: «In Inzaghi e Mihajlovic rivedo Eriksson»

Immagine dell'articolo:Inter Bologna, Lombardo: «In Inzaghi e Mihajlovic rivedo Eriksson»

Attilio Lombardo ha parlato di Simone Inzaghi e Sinisa Mihajlovic che si affronterà oggi in Inter-Bologna

Attilio Lombardo ha parlato a La Gazzetta dello Sport di Simone Inzaghi e Sinisa Mihajlovic, che si sfideranno oggi a San Siro.

LAZIO DI ALLENATORI – «E oggi sarebbe facile dire: ce l’avevamo dentro già allora. Smentisco: io l’avrei detto solo del Mancio, che giocava ma era allenatore da anni, aveva già un progetto chiaro anche per il fine carriera. Gli altri no, neanche il Cholo, Almeyda, Conceiçao, non solo Simone e Sinisa. A quei tempi pensavamo solo a fare i giocatori. Ma avevamo già un patrimonio inconscio. Tutti. Quale? Facile: l’impronta di Eriksson ».


OneFootball Video


INZAGHI ALLENATORE – «Io l’ho capito quando l’ho incrociato in panchina, lui con gli Allievi nazionali della Lazio e io della Samp. Se inizi a crescere da allenatore in un settore giovanile, ti stai già dando degli obiettivi, cerchi di capire se è quello il tuo ruolo. È stata la sua forza, accompagnata da un pizzico di fortuna: quella di poter fare il salto al momento giusto».

MIHAJLOVIC – «L’ho ritrovato già allenatore di prima squadra: anche lui ha avuto una fortuna, poter “rubare” qualcosa a Roberto stando al suo fianco. Lavorando al Toro con lui, ho scoperto un allenatore sanguigno, che sta sempre sul pezzo e quando si crea un obiettivo lo raggiunge a tutti i costi. Un tecnico capace di entrare nel cuore della gente portando le sue idee, anche nuove: subentrava a Ventura, che aveva fatto un pezzo della storia del Toro».

IMPRONTA DI ERIKSSON – «Di Eriksson rivedo in Simone e Sinisa, come ovviamente nel Mancio, la capacità di dialogare con i giocatori e di trasmettere loro un forte senso di appartenenza a un gruppo. Era un grande gestore, furbissimo: un maestro nel governare tutte le situazioni. Non so quanti sarebbero riusciti a far convivere tanti campioni, e tanti sudamericani».

Visualizza l' imprint del creator