Calcionews24
·25 novembre 2022
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Alla fine, lo 0-0 tra Inghilterra e Stati Uniti è parso una soluzione corretta per quanto visto in campo. Certo, c’è la sensazione che dati i rispettivi rapporti di forza gli inglesi siano stati al di sotto del proprio standard e gli americani siano andati un po’ oltre i loro limiti. Ma è anche vero che l’Inghilterra anche all’Europeo è arrivata in fondo coltivando una certa pigrizia. E gli Stati Uniti sanno dare tutto, come si è visto nei primi 45 minuti col Galles, solo che finiscono per calare alla distanza senza avere raccolto quel tanto che basta per vivere di rendita.
1) Forme dell’equilibrio. Nel primo tempo inizia meglio l’Inghilterra, crescono progressivamente gli USA, colpiscono la traversa con Pulisic e rischiano di andare all’intervallo in svantaggio per un’azione finalmente tutta in verticale come mai la banda di Southgate ha provato minimamente ad abbozzare. La parità è nel punteggio, nelle fasi di gioco, nei tiri in porta. Solo il possesso è degli inglesi, ma è nient’altro che un vano segno di comando più presunto che reale. O per meglio dire, è perché così pensano di correre meno rischi possibili. Solo che gli Usa sembrano una squadra di basket, è la loro natura, hanno un cronometro interno che li spinge ad andare al tiro in in determinato tempo. Non sempre ci riescono, ma almeno ci provano.
2) Atteggiamenti opposti. Ancora il primo tempo: gli Usa a ogni giocata incrementano un po’ di sano ottimismo, guadagnano un corner e si fanno i complimenti, sembrano esaltarsi ogni volta che conquistano metri neanche fossero alla ricerca della nuova frontiera. Gli inglesi, al contrario, giocano compassati come se la loro superiorità fosse connaturata e non dovessero dimostrarla. Forse è snobismo, oppure è pigrizia o un misto di entrambe le cose. C’è anche il sospetto che abbiano visto il Galles con l’Iran e si sentano già agli ottavi senza alcun problema, cosa molto probabile. E difatti il secondo tempo è stato un progressivo diradarsi di ritmi e intenzioni, tanto da generare mugugni di disapprovazione dal pubblico che si aspettava eccitazioni da derby.