Calcio e Finanza
·4 febbraio 2025
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Il presidente della FIFA Gianni Infantino, prima di partecipare all’Assemblea Elettiva della FIGC a Roma che ha confermato Gabriele Gravina alla presidenza, è stato uno degli speaker del World Meeting on Children’s Rights in Vaticano, alla presenza di Papa Francesco che con il suo discorso ha aperto la giornata.
Fra gli altri speaker hanno parlato anche Liliana Segre, la regina Rania di Giordania, l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach e l’ex primo ministro italiano Mario Draghi.
«Il calcio unisce il mondo – le parole di Infantino -, è anche una forza per il bene e una scuola di vita. I bambini, quando giocano a calcio da piccolissimi, iniziano ad imparare che in realtà non si può dare un calcio a qualcuno: quello è un fallo. Imparano che bisogna giocare di squadra, e che si può vincere solo se si gioca di squadra. Si impara anche a perdere, e a rialzarsi dopo una sconfitta per giocare la partita successiva che, ovviamente, si vuole vincere. Quindi il calcio dà molte lezioni ai bambini nel gioco. Noi alla FIFA crediamo che l’educazione sia un diritto che ogni bambino deve avere. È anche nostra responsabilità, di tutti noi, assicurarci che l’istruzione avvenga. Ma è anche una delle più grandi sfide della società odierna, perché l’educazione è complicata».
«La soglia di attenzione dei bambini si riduce sempre di più. Dobbiamo quindi catturare la loro attenzione, perché attraverso l’educazione possiamo insegnare ai bambini a capirsi. Possiamo insegnare loro la pace, la salute, la ricchezza e molte altre cose importanti per la loro vita. Quindi oggi qui, io e la FIFA, vorremmo offrire a tutti voi uno strumento – uno strumento molto potente, basato su questo oggetto magico che è il pallone. Lo strumento per l’educazione è il calcio. Abbiamo iniziato, un paio di anni fa, un nuovo progetto che abbiamo chiamato Calcio per le scuole. Abbiamo iniziato implementarlo in 123 Paesi con i governi competenti. Non è un progetto in cui si insegna ai bambini a giocare a calcio. Si tratta semplicemente di usare il calcio come gancio per catturare l’attenzione dei bambini».
«Si va in una classe, si mette il pallone sulla cattedra dell’insegnante, si dice ai bambini: “Oggi parleremo di calcio”, e tutti ascoltano. E poi si parla dell’emancipazione delle donne, o di discriminazione, o di violenza, o di alimentazione, o di salute – si può parlare di qualsiasi argomento perché tutto è legato a ciò che interessa ai bambini. Quindi, con questa palla, con questo strumento magico per aiutare l’educazione, insieme all’UNESCO e ad altre agenzie delle Nazioni Unite, abbiamo preparato un intero programma educativo per i bambini dai cinque ai 15 anni. E questo è qui, a vostra disposizione. Noi vi contatteremo, voi potete contattarci, naturalmente. E possiamo fare in modo di assistervi nel vostro compito che, ovviamente, è molto più importante del nostro. Noi organizziamo eventi calcistici e diamo gioia e divertimento alle persone. Il vostro compito – e noi vogliamo partecipare un po’ – è quello di educare i nostri figli per il nostro futuro. Quindi, contate su di noi, perché come il calcio insegna a ciascuno di noi, solo una squadra può vincere, nessun individuo può vincere. Quindi, facciamo squadra tutti insieme. Vinciamo questa partita di educazione».