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·29 novembre 2024

Indagine ultras, spauracchio articolo 4 per Inter e Milan: Chiné al lavoro

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Le carte dell’indagine sul mondo del tifo organizzato milanese e i suoi legami con la criminalità organizzata sono sotto a disposizione della Procura FIGC che quindi ha aperto anche un filone sportivo oltre a quello pensa, che viene portato avanti dai pm di Milano.

Come riporta l’edizione odierna di Tuttosport, il tutto, sotto il punto di vista sportivo, ruota intorno all’articolo 4, quello che tutela la «lealtà, correttezza e probità». Ma questo articolo offre un ventaglio di possibili sanzioni, in base all’illecito commesso, tale per cui al momento è difficile fare una previsione su quale contestazione verrà avanzata dal procuratore Giuseppe Chinè a Inter e Milan, e ai propri tesserati coinvolti.


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Dal canto loro le società sono convinte di non rischiare assolutamente nulla, viste anche le dichiarazioni del procuratore capo di Milano, Marcello Viola, che ha definito i club «danneggiati da questa vicenda». Ma la questione rimane piuttosto delicata per quanto riguarda i tesserati coinvolti.

Inoltre, l’inchiesta “Doppia Curva” vede coinvolto direttamente un allenatore. Infatti, le indagini hanno evidenziato come i capi ultras nerazzurri abbiano contattato direttamente Simone Inzaghi per chiedere un suo intervento a loro favore in merito al numero di biglietti disponibili per la Curva Nord in occasione della finale di Champions League a Istanbul che l’Inter ha giocato due stagioni fa contro il Manchester City.

Inzaghi è stato ascoltato, come gli altri tesserati coinvolti (Calhanoglu da una parte e Calabria dall’altra), e ha confermato una sua preoccupazione per un eventuale sciopero del tifo che avrebbe impattato negativamente sulla squadra in un momento cruciale della stagione. Da qui la promessa agli ultras di parlare direttamente con Giuseppe Marotta, ora presidente nerazzurro ma allora unicamente amministratore delegato. Importante poi la precisazione di Inzaghi di non aver avvertito un senso di minaccia o di pressione indebita, ma il tutto può essere racchiuso in una semplice richiesta, confermando come queste cose siano parte delle normali dinamiche tra il cuore del tifo organizzato e il club.

Inoltre, e proprio per questo l’Inter sotto questo aspetto è tranquilla, la società nerazzurra ha informato subito la Questura, tramite pec, di quanto stava accadendo. Sentito dai pm, anche il vicepresidente nerazzurro Javier Zanetti ha confermato quello già esposto da Inzaghi: «Sono 30 anni che sono nell’Inter, come calciatore e come dirigente, e li ho conosciuti un po’ tutti. Per me sono sempre stati Marco, Andrea e Mauro. Ragazzi della curva, tifosi. Io per loro sono sempre stato uno dei punti di riferimento qui all’Inter, ogni volta che si presentava un problema, una grana, ero io a dare ascolto a istanze e richieste. Dando però ogni volta il giusto peso, senza mai sentirmi costretto a fare nulla contro il mio volere o gli interessi della società».

Fatto sta che ormai tutte le società hanno una figura, o più persone, che si occupano del rapporto con i rappresentanti del tifo organizzato. E proprio per questo bisognerà capire la rilevanza che Chinè darà alle parole di Zanetti nel colloquio con gli inquirenti.

In base alle carte recapitate al procuratore federale, per un totale di ben 12.000 pagine, la posizione più delicata riguarda Davide Calabria e Hakan Calhanoglu. Il primo ha spiegato di aver incontrato Luca Lucci, capo della Curva Sud, su invito di quest’ultimo per discutere «dei problemi della squadra, di spogliatoio e di rendimento» e di questi temi avrebbero parlato. «Nessuna richiesta, solo argomenti calcistici».

Dall’altra, Calhanoglu ha ammesso di aver incontrato i capi ultras nonostante le raccomandazioni della dirigenza di evitare qualsiasi contatto con loro, giustificando il suo comportamento con la volontà di ricambiare gli atti di solidarietà ricevuti dai tifosi all’indomani del terremoto in Turchia nel 2023.

Ora il procuratore Chinè ha a disposizione 60 giorni per condurre le proprie indagini avvalendosi del materiale e delle testimonianza già raccolte dai pm milanesi negli scorsi mesi. Inoltre, potrebbero essere necessari anche i 40 giorni di proroga ed eventualmente ascoltare i tesserati. Da lì potrebbero partire i deferimenti e poi, nel caso, le squalifiche per i tesserati. Come detto, Inter e Milan sono abbastanza tranquille in merito alle proprie posizioni in questa vicenda.

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