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·18 luglio 2025

Inchiesta urbanistica, le mire degli indagati anche su San Siro

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L’indagini sull’urbanistica milanese ha evidenziato come il duo composto da Giuseppe Marinoni e Giancarlo Tancredi avesse messo nel mirino ed evidenziato come estremamente utile per gli affari anche la rituqalificazione dell’area di San Siro.

Come riporta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, il presidente della Commissione per il Paesaggio e assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano si sarebbero mossi di concerto con la società J+S di Federico Pella, con l’obiettivo di inserirsi nel grande affare legato all’eventuale demolizione del Meazza e alla successiva riqualificazione dell’area.


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Marinoni si è proposto come intermediario privilegiato sfruttando le sue conoscenze in Comune per favorire l’amico Pella e fargli ottenere progetti futuri. Lo dimostra uno scambio di messaggi del 15 gennaio 2024, quando Pella, venuto a sapere che il Comune sta per presentare un progetto di ristrutturazione dello stadio, invia un messaggio vocale a Marinoni: «Giuseppe, ciao, una cosa veloce: il 31 gennaio il Comune presenterebbe alla stampa un progetto per la ristrutturazione del Meazza. Sarebbe davvero opportuno capire chi c’è dietro». Marinoni risponde: «Chiedo all’assessore se mi anticipa qualcosa».

La replica di Pella non si fa attendere: «Vediamo sviluppi in settimana», e Marinoni conclude: «Ci conviene ragionare su quello che pensiamo noi». Pella rilancia: «Serve interloquire seriamente con il Comune». Nei giorni successivi, Marinoni aggiorna Pella: «Non mi sembra ci sia grande entusiasmo su quella cosa di San Siro». Ma Pella non demorde: «Teniamo in caldo la nostra opzione: San Siro arena coperta e un quartiere misto residenziale con servizi a fianco».

A rafforzare il loro asse, i due mettono in campo anche un nome di peso: l’imprenditore romano Massimo Caputi – non indagato fino a questo momento – figura centrale della finanza immobiliare, già vicepresidente di Prelios e attuale presidente di Federterme. Caputi ha già affidato alla J+S la riqualificazione dell’area delle ex scuderie De Montel, proprio di fronte allo stadio, trasformate in terme di lusso.

Nell’ottobre 2023, Marinoni incontra Caputi assieme all’assessore Tancredi e a Pella. Il giorno seguente, gli scrive un messaggio in cui si percepisce l’intenzione di mettere a disposizione le sue relazioni istituzionali: «Buonasera dottor Caputi, spero ci sia occasione di incontrarci presto, anche per capire con l’Amministrazione comunale come proseguire sul tema della riqualificazione dei dintorni (San Siro e nuovo stadio) al vostro Complesso termale. Complimenti per il coraggio imprenditoriale e l’esito architettonico. A presto, Giuseppe Marinoni».

Non è la prima volta che Marinoni offre esplicitamente il suo appoggio. Era già accaduto con Manfredi Catella, CEO di Coima, al quale aveva inviato appunti su un dossier per una modifica alla legge regionale 12: «Manfredi, questi sono appunti che ho scritto per la Regione, che mi ha chiesto contributi per rivedere la legge. Il punto 5 sul rapporto pubblico-privato in relazione a queste strategie». Secondo la Procura, nel messaggio era implicita una richiesta di coinvolgimento nei progetti futuri, come contropartita per quei suggerimenti favorevoli.

E proprio su Catella Marinoni punta anche per il dossier Meazza. In un altro messaggio propone a Pella un incontro tra Caputi e Catella: «Cavolo, bisogna parlare con Caputi e metterlo in contatto con Abbadessa o Catella». Pella concorda e annuncia che contatterà i vertici di Coima per sondare il loro interesse sull’operazione San Siro.

In questo intreccio di messaggi, contatti e triangolazioni si delinea un quadro chiaro: il futuro del Meazza è al centro di manovre e interessi che vanno ben oltre il semplice destino sportivo dell’impianto. Sul tavolo c’è una torta immobiliare di valore enorme, e alcuni soggetti si stanno muovendo con decisione per assicurarsi una fetta significativa.

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