Archistadia
·26 giugno 2021
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In pratica, c’è l’attore Matthew McConaughey vestito in un abito verde, in piedi davanti alla gradinata dei tifosi di casa degli Austin FC, e suona a ritmo un tamburo incitando la folla nel coro “Verde! Verde!”. McConaughey non sta solo ironicamente ripetendo la scena che gli causò l’arresto nel 1999, durante la sua festa di compleanno (anche perché in quel caso era nudo), e qui sarebbe anche fra gli investitori del neonato club di Major League Soccer, ma sta soprattutto esaltando il senso d’identità e orgoglio che la città ha veicolato attraverso la sua squadra, nella serata di inaugurazione del suo nuovo stadio.
Non molto tempo fa, il Texas era una frontiera per i coloni europei che si facevano strada attraverso il vasto continente nordamericano, e non aveva insediamenti permanenti che avremmo identificato come città. Austin fu fondata nel 1835, assumendo ben presto un importante peso culturale nel Paese oltre a essere la capitale del terzo Stato più grande della Nazione.
A livello sportivo, però, Austin era sempre legata alla dimensione universitaria, mentre altre città ci facevano venire in mente il Texas durante i grandi campionati professionistici americani: San Antonio, Houston, Dallas. Anche per questo, il percorso che ha portato la città all’esordio della sua squadra di MLS nel proprio stadio, la settimana scorsa, è stato quasi incredibile e per nulla atteso.
Dall’improbabile ipotesi di portare una franchigia ad Austin soltanto quattro anni fa (San Antonio era molto più avanti nelle gerarchie, e comunque il Texas aveva già altre due squadre), passando per un incastro di avvenimenti legati all’improvvisa ipotesi di trasferire i Columbus Crew immaginata dal proprietario Anthony Precourt. Da lì, con la permanenza dei Crew a Columbus e il cambio di proprietà, Precourt ha potuto esercitare la clausola di “rilocalizzazione” ma senza avere più una squadra da spostare, bensì fondandone una nuova. Proprio ad Austin.
Anche i progetti per lo stadio hanno avuto vita difficile, con la bocciatura di due proposte per la costruzione dell’impianto nella zona centrale della città e il conseguente ripensamento con l’individuazione dell’area industriale di McKalla Place, approvata nell’estate 2018.
Costato 260 milioni di dollari, e completato nel giro di due anni, ha una capienza di 20mila posti e all’esordio contro i San Jose Earthquakes, nella serata del 20 giugno 2021, ha potuto accogliere i tifosi aprendo al 100% della capienza. Il progetto, firmato Gensler, TBG e CAA ICON, ha tratteggiato un impianto che mette insieme i migliori e più funzionali concetti sia dell’esperienza europea che dell’approccio americano.
Ecco, quindi, che l’impianto compatto dell’edificio conferma una visione del calcio più europea, ma nei 20mila posti totali ci sono sia 3mila posti VIP sia un’intera gradinata a unico anello con quasi 4mila posti Safe Standing (posti in piedi) dedicata ai tifosi di casa, un’abitudine che si sta diffondendo molto di più negli Stati Uniti piuttosto che in Europa.
Il piano di copertura si eleva sulla cavea dello stadio, ripiegandosi in modo armonioso in corrispondenza dei due lati di tribuna (garantendo un’acustica interna aumentata), e lasciando ampi spazi in altezza rispetto alle gradinate, favorendo il ricircolo dell’aria e l’ingresso moderato della luce solare. Una serie di murales interni accrescono l’identità del luogo, oltre a tutte le indicazioni ufficiali nei vari spazi e percorsi interni, scritte in doppia lingua inglese/spagnolo (d’altronde siamo in Texas).
Lo shop ufficiale dei “Los Verdes” è grande 450 metri quadrati ed è operativo all’interno dello stadio, che si posiziona in un’area di 100mila metri quadrati complessivi, completata da un’area parcheggio per 1.000 auto a ridosso dell’impianto, uno spazio pubblico per concerti, una piazza d’accesso allo stadio e un’area parcheggio per 500 biciclette.
Lo stadio, ora che è stato ultimato, è diventato di proprietà della città di Austin, con la franchigia degli Austin FC che ne detiene la gestione in affitto ventennale, con il pagamento di una rata annuale di 550mila dollari (a partire dal sesto anno di attività). Lo stadio è denominato Q2 Stadium in virtù dell’accordo di sponsorizzazione con la società locale di trading, Q2 Holdings.
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