Il Mondiale per Club ufficializza lo scontro miliardario e sui calendari tra FIFA e UEFA | OneFootball

Il Mondiale per Club ufficializza lo scontro miliardario e sui calendari tra FIFA e UEFA | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcio e Finanza

Calcio e Finanza

·14 giugno 2025

Il Mondiale per Club ufficializza lo scontro miliardario e sui calendari tra FIFA e UEFA

Immagine dell'articolo:Il Mondiale per Club ufficializza lo scontro miliardario e sui calendari tra FIFA e UEFA

Il Mondiale per Club che inizia questa notte a Miami potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il calcio globale. Mai prima d’ora la FIFA aveva pensato a una replica per i club di quanto dal 1930 aveva ideato per le Nazionali, lanciando appunto la Coppa del Mondo da giocarsi ogni quattro anni. Un nuovo torneo che in qualche modo si va ad accavallare nel senso di assegnare il titolo mondiale per club a quello che si disputa a dicembre tra vincenti delle Champions League dei vari continenti.

In termini sportivi l’idea di questa nuova manifestazione è in sé e per sé è attraente. Nello sport più popolare al mondo non capita spesso che anche i club più blasonati di continenti diversi si siano incontrati per qualcosa di concreto e non amichevoli. Basti pensare che nella loro storia più centenaria Inter e Juventus, per restare ai due club italiani qualificati, hanno giocato pochissime partite che avessero qualcosa in palio contro squadre non europee. I nerazzurri disputarono con gli argentini dell’Independiente le Coppe Intercontinentali del 1964 e del 1965, mentre nel 2010 affrontarono prima i coreani del Seongnam in semifinale e poi in finale i congolesi del Mazembe.


OneFootball Video


I bianconeri da parte loro, pur avendo due Coppe dei Campioni in bacheca hanno giocato tre edizioni della Coppa Intercontinentale perché nel 1973 l’Ajax campione d’Europa declinò e quindi il club torinese incontrò quell’anno gli argentini dell’Independiente, poi nel 1985 e nel 1996 sempre due squadre argentine come l’Argentinos Juniors e il River Plate.

Sempre restando nei meri termini sportivi, i contro sono soprattutto legati alla questione del numero di partite nella stagione. In un calendario ingolfato sempre più tra la nuova Champions League versione allargata, i campionati nazionali e le qualificazioni per il Mondiale 2026 ci saranno giocatori che arriveranno ad avere disputato quasi 80 partite nella sola stagione nel 2024/25. Ed è quindi evidente che prima o poi qualche decisione dovrà essere presa su questo tema.

Ma proprio quale sarà l’organizzazione (FIFA, UEFA, campionati o leghe nazionali) che dovrà pagare il prezzo di questo intasamento introduce il vero tema dietro il nuovo Mondiale per club, una questione che ha profonde motivazioni economiche e geopolitiche.

LA FIFA TRA TIFOSI TIEPIDI E RICAVI RECORD

Per il momento il mondo dei tifosi appare un po’ tiepido di fronte al nuovo Mondiale per Club, soprattutto in Europa, dove l’attenzione degli appassionati è più concentrata sulle dinamiche di calciomercato che non sul nuovo torneo.

Va detto inoltre che anche negli Stati Uniti il focus non sembra al massimo visto che le prevendite di biglietti nelle prime partite non stanno andando a gonfie vele e la FIFA sta abbassando i prezzi per cercare di ottenere più spettatori negli stadi.

Però, e probabilmente è quello che più conta, la FIFA è riuscita nell’impresa di trovare un buon numero di sponsor, tra questi il global broadcaster (che in Italia ha sublicenziato la trasmissione di alcune partite a Mediaset) e la sempre presente Qatar Airways, e questo consente alla federazione mondiale di elargire premi notevoli alle squadre partecipanti. Inter e Juventus per esempio potrebbero incassare anche oltre 100 milioni di euro, nel caso in cui andassero fino in fondo al torneo.

Non a caso le cifre di cui sopra hanno ingolosito anche i più scettici e secondo quanto svelato dal Guardian le grandi escluse di questa prima edizioni, tra le quali Liverpool, Barcellona, Manchester United, Arsenal e Milan, hanno già iniziato a premere sulla FIFA perché allarghi l’edizione 2029 a 48 squadre. Proprio per non perdere l’opportunità di questi grandi incassi.

Questo significa che il presidente della FIFA Gianni Infantino ha probabilmente già ottenuto un primo obiettivo: se per i chiari di luna di cui sopra non è ancora sicuro se la FIFA avrà un utile di bilancio dalla prima edizione di questo torneo, l’indiscrezione che le grandi escluse stiano spingendo per un allargamento significa che il torneo si sta consolidando e questo è la miglior notizia per Infantino. Perché in questa prima edizione (ma solo in questa prima) per la federazione mondiale ottenere un utile da questa manifestazione è un obiettivo secondario: la priorità è che il nuovo torneo si radichi nella testa dei tifosi, delle televisioni e degli sponsor nella loro totalità.

Questo perché soltanto con il consolidamento di questo torneo la FIFA potrà cercare di risolvere un problema annoso se non decennale. Osservando i bilanci della federazione mondiale si nota che questa ha un grandissimo incremento nei ricavi e negli utili negli anni dei Mondiali (per le nazionali) e con questi incassi la FIFA tipicamente chiude in attivo il quadriennio da un Mondiale all’altro. Visto che la Coppa Intercontinentale che si disputa ogni anno (con il vecchio format in cui partecipano solo le vincitrici dei singoli tornei continentali) non garantisce grandi introiti e che il varo di nuove competizioni per nazionali (come Le Tournoi negli anni novanta e le successive Confederations Cup) non hanno mai preso piede realmente non permettendo mai alla FIFA di avere un secondo pilastro per le proprie entrate.

Un problema come si diceva decennale che Infantino conosce molto bene perché prima di essere il numero uno della FIFA il manager svizzero è stato per anni (dal 2009 al 2016) il segretario generale della UEFA e sa benissimo come le federazioni continentali soffrano molto meno di questo fenomeno. La UEFA per esempio (ma come lei anche la Conmebol o la federazioni asiatica, africana e nordamericana) organizza l’Europeo per nazionali ogni quattro anni ma poi ogni stagione gestisce anche la Champions League, ovvero la competizione per club annuale più redditizia nel mondo.

I BILANCI DI FIFA E UEFA NELLO SCONTRO

I numeri dicono che sommando i bilanci del quadriennio 2021/2024 la FIFA ha registrato entrate complessive per 7,5 miliardi di euro e un utile di 1 miliardo, voci entrambe spinte dal Mondiale in Qatar che ha portato il bilancio 2022 a generare ricavi per 5,3 miliardi e un utile di 2,1 miliardi. Invece la UEFA, che è la confederazione continentale più potente tecnicamente ed economicamente, nello stesso periodo ha segnato introiti per 20,8 miliardi di euro e profitti netti per 67 milioni.

Una differenza che spiega le tensioni sempre presenti tra FIFA e UEFA nelle cui relazioni non sono mancati anche dispetti e dispettucci. Più di un insider in quel di Nyon ricorda come Infantino si portò con sé svariati manager quando lasciò la UEFA per diventare uno della FIFA. Oppure quanto successo di recente ad Asuncion (Paraguay) quando il presidente della UEFA Aleksandar Ceferin abbandonò il Congresso annuale della FIFA perché infastidito dal ritardo di Infantino.

Oppure per essere più concreti quando UEFA e Conmebol risposero di fatto all’idea di Infantino di lanciare il Mondiale per Club con l’istituzione della Finalissima tra la nazionale vincitrice dell’Europeo e quella della Copa America.

Quel che è certo è che le grandi organizzazioni internazionali del calcio sono in competizione per incassare sempre di più lanciando quante più manifestazioni possibili, incontrando però su questa strada due limiti fisici invalicabili: ovvero la tenuta dei giocatori chiamati a disputare sempre più partite, e il tempo, l’anno solare quello è e non si può allungare.

In questo quadro, visti da un lato i grandi incassi offerti da competizioni internazionali come Mondiale per Club o Champions League e il calo dei diritti televisivi interni dei campionati, la sensazione è che prima o poi destinate a cedere spazio e tempo saranno le competizioni nazionali.

Visualizza l' imprint del creator