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Andrea Agostinelli·9 settembre 2019
📸 Il meglio e il peggio delle terze maglie dell'Inter

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Andrea Agostinelli·9 settembre 2019
Con un post apparso sulla propria pagina Instagram, l’Inter ha ufficializzato quanto vi avevamo già annunciato ieri pubblicando le immagini ufficiali della terza maglia.
Una maglia che per i suoi dettagli strizza l’occhio allo street wear e ai trionfi europei della società nerazzurra.
Nel comunicato che ha accompagnato il lancio, viene infatti segnalato che la divisa trae ispirazione da due celebri trionfi continentali: la Coppa Uefa del 1997/1998 e la Champions League del 2009/2010.
E proprio la divisa della stagione 1997/1998 resta la più iconica nella storia delle terze maglie dell’Inter.
Non solo per quelle bande orizzontali nere e grigie, replicate nella stagione 2004/2005, ma anche se non soprattutto per il doppio passo di Ronaldo su Luca Marchegiani simbolo del trionfo in Coppa UEFA della squadra di Luigi Simoni.
La divisa della scorsa stagione, invece, non ha portato alcun successo ma è comunque passata alla storia come una delle terze maglie migliori di sempre.
Merito di quella trama grigio su grigio con il dettaglio della vista dall’alto della città di Milano inserita nella croce.
Una cura dei dettagli che tra il 2000 e il 2002 è stata ampiamente trascurata.
In questi due anni, infatti, la terza maglia dell’Inter ha avuto toni arancioni molto accesi, un esperimento decisamente fallito.
A chiudere questa carrellata di terze maglie arriva il trittico terribile che dal 2014 al 2017 ha caratterizzato le terze maglie dell’Inter.
Si parte con l’azzurro pantone 2925 C della stagione 2014, una maglia caduta nell’anonimato senza grossi rimorsi da parte dei tifosi.
Nel 2015 l’azzurro pantone lascia spazio a un giallo sbiadito con inserti e dettagli neri la cui particolarità era la sfurmatura verso l’alto.
Un altro esperimento fallito da parte di Nike che però doveva ancora dare il peggio di sè.
Sì, perchè la terza maglia della stagione 2016/2017 resterà nella leggenda per la sua bruttezza.
Come recitava il comunicato di lancio: “una stampa con righe orizzontali blu su base verde elettrico, che sfuma verso l’orlo creando un senso di movimento. Le maniche e le spalle riprendono lo stesso blu, enfatizzando così anche la corporatura del giocatore. Quando indossata per le partite in notturna, la divisa brillerà evidenziando i giocatori sotto i riflettori”.
Una maglia terribile coincisa con uno dei momenti più bassi della storia recente dell’Inter, ovvero la gestione Frank de Boer, e che giustamente è stata paragonata ad una lattina Sprite.