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·30 gennaio 2023

Il mancato ritorno al Catania e le avventure con Empoli, Crotone e Spal: Pasquale Marino si racconta

Immagine dell'articolo:Il mancato ritorno al Catania e le avventure con Empoli, Crotone e Spal: Pasquale Marino si racconta

Ha scritto pagine di storia importanti con Catania e Udinese ed è stato negli scorsi anni uno degli allenatori più affermati in Serie B. Ha allenato giocatori del calibro di Samir Handanovic, Totò Di Natale, Juan Manuel Vargas, Mariano Izco e Sebastian Giovinco. Stiamo parlando di Pasquale Marino che ha parlato ai microfoni di SerieD24.com del suo passato con Empoli e Spal e del mancato ritorno in terra etnea nel 2015.

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Il mancato ritorno a Catania di Pasquale Marino nel 2015

Il rapporto tra Catania e Pasquale Marino è legato da un sentimento di amore quasi romantico. Le due promozioni vissute in Sicilia, una da giocatore dalla D alla C2 una da allenatore dalla B e alla Serie A, sono ancora oggi ricordate con grande affetto dai tifosi rossazzurri. L'ex allenatore etneo però in passato è stato vicino al ritorno. Nel 2015, poche settimane prima dello scoppio dello scandelo dei "Treni del Gol", era tutto fatto per il "Marino-bis". "Io sono stato bene a Catania. Vivere la città mi è piaciuto tantissimo come anche nell’ambiente sportivo. Basti pensare che io dopo una stagione in cui in Serie B nel 2015 in cui avevo preso il Vicenza in zona play-out e siamo arrivati terzi ad un passo dalla Serie A, mai avevo ricevuto così tante richieste di squadre blasonate. Però io avevo scelto di tornare al Catania, poi purtroppo è successo lo scandalo e la retrocessione in C."


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Una scelta di cuore dell'allenatore marsalese, dimostrazione di amore e di affetto verso Catania e il Catania: "In quella scelta c’era anche un senso di riconoscenza nei confronti del Catania di quello che aveva fatto per me. La società mi chiese aiuto dopo un campionato di B di sofferenze e quando mi ha chiamato Pulvirenti ho messo i rossazzurri al primo posto davanti a tante società di categoria. Per me era un segno di riconoscenza verso una piazza che mi ha fatto arrivare all’Udinese e a giocarmi la Coppa UEFA. Io dato ma ho ricevuto tanto dal club. Il progetto era di costruire una squadra fortissima per vincere la Serie B, ma la scelta era anche per la città."

Le avventure di Marino tra Empoli, Crotone e Spal

Gli ultimi anni di Pasquale Marino in panchina sono stati in Serie B, rispettivamente prima a Empoli, poi a Ferrara ad allenare la Spal e infine nella stagione 2021-22 ha chiuso con la breve parentesi di Crotone. “Ho avuto quest’anno contatti con alcune squadre, - ammette l'allenatore - anche se sto diventando più grande. La passione che ho di tornare in campo spesso mi ha portato a fare scelte sbagliate. Preferisco aspettare tutto l’anno fermo per aspettare un progetto serio e che mi può stimolare in maniera importante e che non mi vada a pregiudicare il futuro immediato". Infatti, gli ultimi anni di Marino sono stati di livello, soprattutto ad Empoli dove si è giocato tutto ai playoff contro il Chievo. "Due anni fa ad esempio ho preso l’Empoli in zona play-out e poi siamo arrivati ai play-off per la promozione in Serie A e abbiamo perso contro il Chievo con un rigore sbagliato al 90’". Breve e sfortunata l'esperienza di Crotone invece: "In quel caso tanti giocatori volevano lasciare come Benali, Molina, Zanellato. Quando si scende dalla A è un momento difficile. Pensavo di potercela fare e c’è rammarico. Però non rimpiango nulla perché ho conosciuto persone serie come il Presidente Vrenna e il Direttore Ursino, persone straordinarie e che hanno dato tanto per il Crotone. Le ultime tre partite con loro penso siano state le più belle della mia vita ma non siamo riusciti a vincere. Poi i risultati contano e i dirigenti fanno le loro scelte."

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Invece, Marino non reputa una scelta sbagliata l'avventura con la Spal, iniziata nell'estate 2020 e terminata alla trentesima giornata con l'esonero. "Alla Spal però penso di non avere sbagliato. - dice l'ex Catania - Lì sono andato e mi avevano promesso che se eravamo in lotta per la promozione ricevevo i rinforzi che volevo e che in estate non potevano farmi. All’epoca c’erano tanti giocatori con contratti elevati, che volevano andare via ma che non trovavano squadra. Eravamo ad un punto della Serie A diretta con il mercato aperto. Però la proprietà anziché rinforzare l’organico sono andati via calciatori come Castro, D’Alessandro, Salamon. In avanti sono arrivati Asencio e Tumminello, entrambi fermi per infortuni e non utili perché mi servivano giocatori pronti. Nonostante tutto abbiamo eliminato il Sassuolo in Coppa Italia e poi siamo stati eliminati dalla Juventus allo Stadium. In quella circostanza la Lega ha pagato la Spal 800/900.000 euro per pagare gli attaccanti che io cercavo. Non ci siamo rinforzati e abbiamo avuto un momento di calo fisico. I rapporti con la società si sono incrinati, ma non mi sono dimesso per non mettere in difficoltà il DS." Poi alla fine è arrivato l'esonero e la Spal ha chiuso al nono posto quel campionato di Serie B: "Alla fine mi hanno esonerato con la squadra in zona playoff. Poi quell’anno la Spal non si è piazzata per i playoff. Mi auguro che la squadra possa raggiungere gli spareggi per giocarsi la Serie A."

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