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Calcio e Finanza

·20 maggio 2020

Il business della MotoGP e l’emergenza Covid-19

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La Moto GP è uno sport che ha aumentato in misura considerevole il proprio interesse negli ultimi anni, ma il probabile ritiro di Valentino Rossi, ormai imminente, rappresenta una vera e propria incognita che potrebbe portare ad una diminuzione del fatturato nel prossimo futuro.

La società che organizza e gestisce il motomondiale, la Dorna, ha acquisito nel 1992 i diritti della manifestazione sportiva dalla F.I.M (Federazione Internazionale Motociclista) ed ha cambiato radicalmente la logica che esisteva in precedenza, ragionando come una vera e propria azienda che cerca di trarre un profitto dal prodotto e dai propri investimenti. Negli ultimi ventotto anni la società spagnola ha portato il motociclismo ad un livello di notorietà tale da essere considerato un vero e proprio show di portata globale, uno spettacolo sportivo cresciuto giorno dopo giorno.


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A confermare tale tesi sono le numerose richieste di ospitare Gran Premi arrivate sulla scrivania del Capo della Dorna, Carmelo Ezpeleta, anche se il Covid 19 ha stravolto tutti i piani originali, con le varie richieste che sono attualmente in fase di verifica.

I ricavi della MotoGP

Gli introiti della manifestazione si basano su tre voci in entrata: Diritti TV, diritti dei promotori locali, sponsor, che garantiscono un apporto totale che si aggira sui 300 milioni di euro annui. La voce che garantisce le entrate maggiori è quella relativa alla cessione dei Diritti Tv che si aggira intorno al 50% del totale, mentre gli introiti garantiti dai promotori locali sono il 30 % ed infine gli sponsor, che garantiscono la parte restante. Il fatturato annuo delle stagioni precedenti vedeva un incremento del 5 % tra una stagione e l’altra.

Budget differenti

Un aspetto molto interessante è anche quello legato alle differenze di budget tra i Team Factor e le squadre “satelliti”. In questo campionato dove la competizione è al massimo del livello, il budget e le risorse a disposizione sono fondamentali per competere ai massimi livelli. Negli ultimi anni le differenze tra i team sono dipese da fattori legati alla globalizzazione e dal fatto che alcune case motociclistiche sono state al centro di acquisizioni internazionali che hanno accentuato il divario tra i vari team del circus.

Uno dei tanti vantaggi dei team “factor” rispetto ai team privati sulle fonti in entrata sono gli accordi commerciali, stipulati con le aziende tecniche connesse alla competizione, ovvero fornitori che somministrano componenti tecniche. Altra voce di entrata è quella legata al rimborso che la Dorna effettua ad ogni casa motoristica, per ogni moto, a patto che ne vengano schierate più di due sulla griglia di partenza.

I costi che una squadra ufficiale in MotoGP sostiene per ogni stagione sono notevolmente ridotti rispetto ad una scuderia di F1 e sono:

• ideazione progetto;

• produzione e sviluppo di motori e moto-prototipi inediti e sofisticati;

• compensi per piloti, ingegneri, meccanici, addetti marketing, hospitality, uffici stampa;

• trasferte e trasporto personale e materiali;

• infrastrutture e materiali;

• test;

• carburanti;

• spese di rappresentanza e iniziative promozionali (ad esempio la presentazione precampionato dei Team).

Tra le principali voci di spesa dei Team della MotoGP ovviamente ci sono quelle relative ai piloti, con l’esempio emblematico di Ducati, azienda che conta oltre 1500 dipendenti con poco meno di 800 concessionarie in 90 paesi, che ha investito oltre 15 milioni di euro nel 2018 per sue due guide ufficiali. Cosa resa possibile da un fatturato (nel 2017) di 736 milioni di euro con trend positivo del 30% negli ultimi cinque anni. E cifre simili sono state investite anche dai principali competitor della rosa di Borgo Panigale, ovvero Honda e Yamaha.

Il progetto MotoGP di HRC-Honda è condotto da oltre 250 persone, con un budget annuo complessivo di oltre 100 milioni di euro, circa un quarto rispetto ad un top team di F1. In Ducati, invece, è tutto più ridotto, anche se la forbice degli investimenti non risulta essere poi così ampia come qualche anno addietro: la Casa bolognese infatti, ad oggi, può investire molto di più rispetto al passato poiché è entrata a fare parte di un grande Gruppo motoristico internazionale e perché grazie ai grandi passi avanti in termini di competitività e quindi di risultati ha maggiori entrate provenienti da sponsor e promoter.

Una Squadra “privata” di lusso, in MotoGP conta oltre 30 persone e il costo complessivo di una stagione è di circa 10 milioni di euro a pilota, stipendio compreso (ovviamente se non si tratta di un top rider). Sono solo cenni per far capire come funziona il gioco e quanto costa il giocattolo. La corsa continua.

Emergenza Covid e il piano d’emergenza

Il Covid-19 ha stravolto i piani del Motomondiale ed ha mandato in crisi anche i team di MotoGp che a causa di questa emergenza umanitaria non hanno ricevuto i pagamenti degli sponsor, con gli stessi che hanno chiesto di rivedere i contratti. I team satelliti hanno già sostenuti costi gravosi legati alla realizzazione delle moto, anche a causa de fatto che acquisiscono diversi componenti dai team factor. A tal proposito Hervé Poncharal, presidente IRTA (e patron del team Red Bull KTM Tech 3) ha dichiarato in una intervista rilasciata a speedweek.com “Molti sponsor non saranno in grado di pagarci. Comprendiamo i problemi economici che alcuni dei nostri partner hanno. Inoltre, Dorna e IRTA ci danno un contributo per ogni Gran Premio. Ma al momento non ci sono gare, quindi non riceviamo sovvenzioni, denaro per la TV, nessuna quota di iscrizione, nessun bonus, niente. E ogni pilota di MotoGP riceve normalmente un sostegno finanziario dall’organizzatore”. Così aveva dichiarato in un’intervista rilasciata il 19 di Marzo, da allora sono stati fatti grossi passi avanti.

Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna, ha provveduto ad emanare un piano di emergenza, dopo aver ricevuto l’ok dei due principali azionisti: Bridgepoint Capital e CPP investiments, per sostenere quei team che non hanno forza economica sufficiente.  “Questo è uno sforzo difficile, ma è il modo per garantire che le squadre possano tenere i libri paga dei loro dipendenti e soddisfare le spese”, ha commentato Carmelo Ezpeleta.

La Dorna ha stabilito ai team privati un sostegno di 250000€ per ogni mese, per i mesi che vanno da Aprile–Giugno per un totale 4,5 milioni di euro, questa cifra è calcolata basandosi sulle spese sostenute da ogni squadra e tracciando un valore medio. A beneficiare di questa iniezione di denaro saranno LCR Honda, Petronas Yamaha SRT, Pramac Racing, Reale Avintia Racing, Aprilia Racing Team Gresini e Red Bull KTM Tech 3. Nei giorni scorsi Carmelo Ezpeleta ha stanziato una somma di 25000€ per ogni pilota di Moto2 e Moto3, cifra che “sarà ampliata nel prossimo futuro”.

MotoGp, quando si riprenderà?

Attualmente si sono individuate la data e il luogo: Jerez de la Frontera il 19 di Luglio come prima tappa per iniziare finalmente la stagione del motomondiale (in Qatar si sono disputate sole le gare delle classi Moto2, Moto 3) ma il resto del calendario rimane ancora una incognita. La Dorna sta cercando di organizzare lo svolgimento del campionato principalmente in Spagna, con 7 gare su 12 a porte chiuse. A tal proposito è intervenuto il CEO di DORNA affermando che “il calendario verrà ufficializzato solo ad inizio Giugno” non escludendo un doppio appuntamento su uno stesso circuito come sta ipotizzando anche la F1, ovviamente se le condizioni sanitarie lo permetteranno.

Protocolli Sanitari

La Dorna sta studiando accuratamente i protocolli che tutte le scuderie dovranno sostenere per contrastare il Covid 19. Ad oggi gli occhi sono focalizzati sul modello che la F1 ha varato e farà adottare ai team  per la prima tappa del mondiale del 5 Luglio al Redbull Ring in Austria. Se il modello stabilito da Liberty media darà feed back positivi, quest’ultimo sarà implementato anche nel motomondiale. A tal proposito il CEO Carmelo Ezpeleta ha affermato in un’intervista rilasciata a Marca: “Per i protocolli sanitari ci saranno test per tutti coloro che dovranno entrare nel paddock. Come per la F1 o per altri sport non ci fermeremo – ha precisato -. Ora siamo molto più preparati rispetto a quando il Gran Premio d’Australia di F1 è stato annullato, e abbiamo anche protocolli per ciò che dovrà accadere se qualcuno risulterà positivo o metterà in evidenza sintomi”.

Dichiarazioni chiare che lasciano poco spazio ad ulteriori interpretazioni: una volta incominciato con il primo weekend di gare lo si porterà a termine la stagione anche se dovessero presentarsi dei casi di positività al Covid-19. Sempre su questo tema ha dichiarato “Abbiamo praticamente completato il protocollo. Stiamo aspettando di presentare le nostre misure dopo averle valutate con grande accuratezza e non appena vedremo che è possibile viaggiare si entrerà nella fase conclusiva. Lo presenteremo per l’approvazione o per eventuali modifiche necessarie”.

Articolo scritto a cura di Enrico Pollini

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