Zerocinquantuno
·2 novembre 2024
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·2 novembre 2024
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Due squadre in cerca di continuità: si potrebbe riassumere così Bologna-Lecce, match a cui le due squadre arrivano dopo aver battuto rispettivamente Cagliari in trasferta e Verona in casa, tornando in corsa per il proprio obiettivo stagionale (Europa da un lato, salvezza dall’altro). Italiano non guarda troppo all’impegno di martedì prossimo in Champions League contro il Monaco e conferma in toto la formazione vista all’Unipol Domus, con la sola eccezione di Ravaglia al posto di Skorupski tra i pali: in difesa c’è De Silvestri, sulla trequarti Odgaard e di punta Castro. L’ex Gotti si schiera in maniera speculare, secondo il 4-2-3-1, con Rafia e Ramadani in mediana e un terzetto di grande dinamico alle spalle del centravanti Krstovic: Dorgu, Pierotti e Banda. Sono 27 mila gli spettatori sugli spalti di un Dall’Ara che riapre dopo il rinvio di Bologna-Milan causa alluvione, con la Curva Andrea Costa che lancia un messaggio forte in merito alle polemiche dei giorni successivi: «Scaroni e Lega Serie A fate ca**re… questa è la realtà!», si legge su uno striscione. I rossoblù, con indosso la nuova terza maglia, partono forte, e Falcone deve subito smanacciare in corner un colpo di testa di Castro su traversone di De Silvestri. Al 2′ Baschirotto allontana Castro con una gomitata in area ma sia arbitro che VAR sorvolano, poi al 16′ Ndoye ci prova con un tiro-cross da posizione defilata ma la mira non è granché. Gli ospiti si limitano a difendersi con ordine ma al 22′ si fanno vedere anche in attacco: invitante suggerimento di Dorgu e Pierotti non ci arriva per un soffio. Ci arriva invece Krstovic al 23′, ma il suo mancino termina docile fra le braccia di Ravaglia e l’arbitro ferma comunque tutto (in netto ritardo) per un precedente fallo su Miranda. Al 33′, su un’altra sortita salentina, Rafia va in gol ma Dorgu aveva atterrato Lucumí e Collu (ancora in ritardo) annulla. Il possesso palla del BFC raggiunge addirittura il 75% ma di azioni pericolose nemmeno l’ombra, almeno fino al 42′: Ramadani devia verso la propria porta un cross di Miranda e Falcone risponde presente, la sfera resta lì e Freuler fallisce il più comodo dei tap-in sparando alle stelle. Niente da fare, così come al 46′, quando Castro incorna bene un calcio d’angolo ma si scontra nuovamente con la reattività di Falcone. E così si va al riposo sullo 0-0. Nella ripresa, se possibile, le cose peggiorano, nel senso che il livello di attenzione e compattezza difensiva del Lecce aumenta mentre la manovra felsinea non migliora in termini di rapidità e imprevedibilità, generando minuti su minuti di noia mista a preoccupazione. Italiano prima si gioca la carta della doppia punta sostituendo Odgaard con Dallinga (oltre a Moro con Urbanski), poi toglie dal campo Castro e si affida agli inserimenti di Fabbian alle spalle dell’olandese. Gotti, via via, risponde con Pelmard, Coulibaly e Pierret per Guilbert, Banda e Rafia. Al 35′ Orsolini pesca nel cuore dell’area Fabbian ma l’inzuccata della mezzala fa il solletico a Falcone, e allora al 37′ Italiano affida le ultime speranze di vittoria a Posch e Ferguson (fuori De Silvestri e Freuler), con lo scozzese che torna in campo a sei mesi di distanza dalla rottura del crociato e viene accolto da un autentico boato. Appena tre giri di lancette più tardi Lewis, apparso subito pimpante, imbuca alla perfezione per Miranda, che duetta con Ndoye e infine scodella un gran pallone sul secondo palo dove Orsolini è puntuale e preciso nel trafiggere Falcone di testa. Gotti insegue alla disperata il pareggio gettando nella mischia pure Rebic e l’altro ex Sansone, ma ormai è troppo tardi perché il Bologna, gestendo alla perfezione il possesso nella metà campo avversaria, conduce la nave in porto e ritrova una vittoria che al Dall’Ara mancava dal 1° di aprile (3-0 alla Salernitana). Felicità dilagante e sospirone di sollievo, ma quanta fatica e quanto sudore per battere una squadra di bassa classifica, per l’ennesima volta in questa stagione, specialmente tra le mura amiche. Ad essere onesti, infatti, oltre alla porta rimasta inviolata e ad un dominio comunque sterile non c’è troppo da salvare nella prestazione dei rossoblù, bravi se non altro ad avere pazienza, a crederci fino in fondo e a modificare in extremis un copione già visto e rivisto. Il terzo gol consecutivo di Orsolini, la crescita di Miranda e il ritorno di Ferguson sono singole scintille di ottimismo, unite ovviamente ad un successo che forse, anche per il modo in cui arrivato, potrebbe aver sbloccato definitivamente la squadra. Martedì sera, in una partita molto diversa, su un palcoscenico molto diverso, andremo tutti a caccia di conferme.
BOLOGNA-LECCE 1-0
BOLOGNA (4-2-3-1): Ravaglia; De Silvestri (37′ st Posch), Beukema, Lucumí, Miranda; Moro (12′ st Urbanski), Freuler (37′ st Ferguson); Orsolini, Odgaard (12′ st Dallinga), Ndoye; Castro (23′ st Fabbian). A disp.: Bagnolini, Ravaglia, Casale, Corazza, Holm, Pobega, Dominguez, Iling-Junior, Karlsson. All.: Italiano
LECCE (4-2-3-1): Falcone; Guilbert (12′ st Pelmard), Gaspar, Baschirotto, Gallo; Rafia (30′ st Pierret), Ramadani (42′ st Rebic); Dorgu (42′ st Sansone), Pierotti, Banda (12′ st Coulibaly); Krstovic. A disp.: Borbei, Fruchtl, Samooja, Jean, Kaba, McJannet, Oudin, Morente. All.: Gotti
Arbitro: Collu di Cagliari Ammoniti: 21′ st Urbanski (B), 26′ st Pelmard (L), 27′ st Ndoye (B), 41′ st Gaspar (L) Espulsi: – Marcatori: 40′ st Orsolini (B) Recupero: 1′ pt, 4′ st Note: 26.767 spettatori
Simone Minghinelli
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Foto: bolognafc.it