Calcio e Finanza
·20 novembre 2024
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Il Betis abbandonerà per circa due anni la sua casa, il Benito Villamarin, per trasferirsi allo stadio La Cartuja, terzo impianto cittadino di Siviglia che non è più utilizzato da anni.
La ristrutturazione dello stadio Villamarin, come riportano i media spagnoli, fa parte di un piano dirigenziale ben definito per far aumentare i ricavi del club spagnolo. Proprio per questo, negli scorsi mesi, si è stretta una collaborazione con Goldman Sachs con cui è stato già definito un piano di finanziamenti che dovrebbero ottenere il via libera definitivo nelle prossime settimane.
I lavori di ristrutturazione, con l’abbattimento di parte della tribuna di Preferencia non appena sarà possibile, cioè praticamente all’indomani della fine del campionato spagnolo di questa stagione con il via definitivo ai cantieri che dovrebbe arrivare quindi all’inizio dell’estate 2025.
Intanto, già a marzo, inizierà il trasferimento degli uffici e dei dipartimenti amministrativi del club a La Cartuja, dove rimarranno per le prossime due stagioni. La squadra, invece, dovrebbe trasferirsi a settembre 2025, dato che il club prevede di richiedere alla Liga che le partite di agosto si disputino in trasferta.
Come spesso accade, non sono mancate le proteste contro un progetto così imponente. Infatti, i residenti vicini al Benito Villamarin temono diversi disagi, sia nel periodo dei lavori che dopo la conclusione degli stessi. Ma a questo proposito il Betis ha già fatto sapere che sì, il Villamarin sarà un punto di ritrovo per tutti i giorni dell’anno, ma ad affiancarlo non ci sarà nessuna struttura come un centro commerciale e non sarà sede fissa di concerti. «Non sarà un Bernabeu«, ha dichiarato venerdì scorso Ramon Alarcon CEO del club spagnolo.
Intanto, prima dell’inizio dei lavori al Villamarin, sono già iniziati quelli a La Cartuja. La ristrutturazione ha come obiettivo quello di eliminare la pista di atletica per dare un altro stadio prettamente calcistico alla città di Siviglia.
Rimane però l’annoso problema della mobilità e dei problemi storici legati all’accesso a La Cartuja per eventi importanti, come già vissuto dai tifosi del Betis durante la finale della Copa del Rey del 2022. Proprio per questo è stato istituito un comitato per migliorare gli accessi, con l’obiettivo di evitare problemi logistici e garantire la candidatura dello stadio come sede per il Mondiale 2030, che a inizio dicembre sarà ufficialmente assegnato dalla FIFA a Spagna, Portogallo e Marocco, con alcune partite che saranno disputate in Argentina, Paraguay e Uruguay, così da celebrare il centenario della prima rassegna iridata mai giocata.
Un altro problema riguarda la mancanza di strutture di ristorazione e svago nei dintorni dello stadio. Questo porta la maggior parte dei tifosi a cercare di arrivare e ripartire nello stesso momento, complicando ulteriormente l’accesso. Per risolvere questo problema, il club sta lavorando a una Fan Zone in collaborazione con aziende di ristorazione locali per consentire ai tifosi di arrivare in anticipo e godersi l’atmosfera a prezzi accessibili.
Il Betis, infine, ritiene che il trasferimento a La Cartuja possa aumentare i benefici economici, grazie a una capacità di 70.000 posti e 4.000 sedute premium, che è di oltre tre volte superiore rispetto al Benito Villamarín. Questo dovrebbe tradursi in maggiori ricavi da biglietteria, anticipando ciò che il club spera di ottenere una volta completata la ristrutturazione del proprio stadio.
L’incremento del numero di abbonati avverrà con criteri ben definiti, poiché il Benito Villamarín manterrà quasi lo stesso numero di posti una volta riaperto, superiore ai 60.000 spettatori. La riapertura è prevista per settembre 2027 con il costo della ristrutturazione che dovrebbe aggirarsi fra gli 80 e i 100 milioni di euro.