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Mario De Zanet·21 aprile 2019
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Mario De Zanet·21 aprile 2019
Oggi non usiamo il termine divinità accostato ad Ibrahimovic, perché potremmo apparire blasfemi, ma sappiamo che l’ego dello svedese è, per usare un eufemismo, importante.
L’ultima dimostrazione è arrivata dopo l’ultima sfida giocata dai LA Galaxy, dove Ibra ha segnato su rigore: la sfida è stata vinta dai californiani 2-1, grazie alla rete di Polenta al 88′, necessaria per sconfiggere gli Houston Dynamo dopo il pareggio di Elis.
Proprio la rete dei texani e il rigore che l’ha propiziata, è stata al centro delle polemiche: il contatto infatti è avvenuto all’esterno dell’area, ma il VAR non ha ravvisato l’errore.
Ibrahimovic non ha nascosto il suo disappunto e l’ha espresso con la sua solita vena di onnipotenza.
Non voglio lamentarmi troppo, ma secondo me stava bevendo il caffè mentre stava accadendo quello che è successo e non ha visto il gioco. L’arbitro non è nemmeno andato a vederlo. Non so se è una questione di ego.
La perla, però, è arrivata in chiusura dell’intervista.
Non voglio essere troppo critico o qualcosa del genere perché la MLS mi punirà, ma io sono la MLS quindi non mi preoccupo
Che dire, il solito Ibra, anche a Pasqua, si sente una divinità.