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Calcio e Finanza

·14 aprile 2023

I creditori pressano Zhang: riconoscere in Italia la causa a Hong Kong

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Lo scorso luglio il tribunale di Hong Kong ha dato torto a Steven Zhang nella causa che lo vedeva inadempiente verso istituti bancari cinesi per 250 milioni di euro di prestiti e una obbligazione che aveva garantito personalmente. Sulla questione, Calcio e Finanza aveva svelato documenti nei quali gli stessi creditori sostenevano come il presidente dell’Inter rischiasse «fino a tre mesi di carcere» a Hong Kong.

Ora, come riporta l’edizione odierna di MF-Milano Finanza, gli istituti bancari sono pronti a procedere con l’azione esecutiva della sentenza, con la richiesta di riconoscimento della sentenza anche in Italia, visto che Zhang aveva tempo fino a settembre per procedere con il ricorso nella Regione amministrativa speciale cinese contro la sentenza di luglio.


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Se la sentenza di Hong Kong fosse riconosciuta anche in Italia, gli istituti bancari cinesi creditori avrebbero via libera per mettere le mani su qualsiasi asset presente nel nostro paese che sia riconducibile al presidente dell’Inter. I creditori non mollano, inoltre, la causa depositata in sede civile che richiede l’annullamento del verbale del consiglio di amministrazione del club nerazzurro con il quale si stabilisce che Zhang non riceve compensi per il suo incarico di presidente.

L’istanza è stata assegnata alla Sezione specializzata per le Imprese del tribunale di Milano. La prima udienza, inizialmente prevista per lo scorso 8 marzo è stata poi spostata a mercoledì 19 aprile. Sono in totale sette gli istituti bancari cinesi che vantano crediti nei confronti di Steven Zhang. La capofila è la China Costruction Bank, uno dei quattro colossi bancari statali della Repubblica popolare cinese, istituto con il quale aveva chiuso l’operazione la Great Matrix Ltd, società interamente controllata dallo stesso Zhang.

Nel corso del procedimento il presidente del club neroazzurro aveva rinnegato l’operazione. In sua difesa Zhang ha ribadito che le firme sui documenti di garanzia di rifinanziamento erano state contraffatte e di non essere a conoscenza dell’operazione. Affermazione che il giudice ha tuttavia respinto.

L’offensiva dei creditori si fa però globale. L’Italia non è l’unico Paese dove gli istituti di credito cinesi provano a rivalersi sul patron nerazzurro, oltre a quello ad Hong Kong. La China Construction Bank – come anticipato da Calcio e Finanza – ha infatti aperto un fronte legale anche negli Stati Uniti, con una richiesta al tribunale di New York del via libera all’ottenimento di diversi documenti legati ai rapporti tra Steven Zhang e diversi soggetti tra cui, Goldman Sachs e Oaktree.

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