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Mario De Zanet·28 giugno 2018

I cartellini gialli eliminano il Senegal: passano Colombia e Giappone

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Incredibile. Il Giappone si qualifica grazie al punteggio Fair Play.

Avete capito bene: l’epilogo del Girone H è a dir poco paradossale. Vince la Colombia, vince la Polonia ed il secondo posto va al Giappone. Perché? Grazie ad un inferiore numero di cartellini gialli: entrambe a quota 4 punti, entrambe con 0 di differenza rete, entrambe con 4 gol fatti e lo scontro diretto si è chiuso 2-2. Allora sono divenuti fondamentali i cartellini gialli, essenziali nel calcolo del punteggio Fair Play: ogni cartellino giallo vale -1 e il Giappone ne ha accumulato 4, due in meno rispetto al Senegal. Una lieve, fondamentale, differenza.


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SENEGAL-COLOMBIA 0-1

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Il gioco tuttavia non s’accende e vive di situazioni estemporanee: quella che si crea al 17′ rischia di essere uno spartiacque nel match. Sanguinosa, la palla persa da Cuadrado, permette a Mané di involarsi verso l’area, atterrato dall’intervento di Sanchez. Rigore per l’arbitro, contatto pulito per il VAR.

Pertanto, il Senegal, illusasi, deve tornare a cercare la rete: si è trattato di un contatto davvero complesso da definire, ma l’arbitro, aiutato dal VAR, ha assunto la decisione giusta.

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Non cambia nulla dopo questo fischio, cambia invece tanto al 31′: un guaio muscolare ferma James Rodriguez e lo costringe ad abbandonare la contesa, privata così del protagonista più atteso.

Gli spazi sono occlusi, e la Colombia, persa anche la luce più brillante, rallenta la sua manovra, poco performante anche per la disposizione ordinata del Senegal. Nemmeno, gli africani, ad onor del vero, sono intensi, ma la loro velocità li rende una mina vagante, capaci di colpire improvvisamente, come avvenuto in occasione del rigore.

La sfida è questa e rimane tale anche nella ripresa, dove tuttavia si aggiunge una variabile: la Polonia sorpassa il Giappone ed elimina virtualmente i nipponici. Senegal e Colombia, pertanto, sono virtualmente agli ottavi e difficilmente si vede l’opportunità di sbloccare la sfida.

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L’unica via appare il calcio da fermo, e così avviene: è un calcio d’angolo e premia la testa di Mina, che batte N’Diaye. Un fulmine a ciel sereno, che, in quanto tale induce il Senegal a proiettarsi in attacco, perché ora serve una rete: la differenza reti è pari, come i gol fatti e la discriminante diventano i cartellini gialli. E il Giappone ne ha 2 in meno. Una differenza che rimane fondamentale, perché Niang e compagni non segnano, vedendosi costretti ad abbandonare la Russia.

LE FORMAZIONI

Senegal (4-4-2): Ndiaye; Koulibaly, Sabaly(74′ Wagué), Gassama, Gana; Sane, Kouyate, Mane, Ismaila; Niang, Keita Balde(80′ Konaté).

Colombia(4-2-3-1):  Ospina; Arias, Mina, Mojica, D. Sanchez; C. Sanchez, James Rodriguez(31′ Muriel); Cuadrado, Uribe(83′ Uribe), Quintero, Falcao(89′ Borja).

GIAPPONE-POLONIA 0-1

Poco entusiasmante la partenza, che ospita 10 minuti di ritmi blandi e poco altro. È soltanto un errore a scaturire la prima chance, seppur mal sfruttata dal Giappone: Goralski regala un pallone velenoso a Okazaki, ma la botta del nipponico viene deviata in calcio d’angolo.

Si vive di fiammate, anche se una propensione maggiormente offensiva arriva dal Giappone, complici le diverse motivazioni in campo. Questa sensazione, tuttavia, s’inverte nel corso del primo tempo, perché la Polonia sale e diventa più intensa.

Infatti, è proprio della Polonia l’occasione più ghiotta: soltanto un miracolo di Kawashima nega a Grosicki la gioia del gol, cercato con un incornata potente sul cross di Bereszynski. Nessun dubbio: è la più bella parata del Mondiale.

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Un capolavoro che rimane l’unica bellezza di una sfida non entusiasmante, che rimane tale sino al 59′: un calcio di punizione, battuta dalla trequarti, pesca l’inserimento di Bednarek. Arriva così la rete che sblocca la sfida, perché il polacco batte al volo e, stavolta, Kawashima non c’arriva.

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È una rete pesante, molto pesante, perché il Giappone, con questo risultato, rimane escluso dagli ottavi. E ai nipponici, non rimane che rischiare, spingendo maggiormente, ma anche esponendosi ai contropiedi polacchi.

Ed è proprio in una di queste ripartenze, che Lewandowski si divora la rete della staffa. Il Giappone sembra incapace di incidere ed appare sofferente, eppure si materializza la Colombia e salva i nipponici: la rete dei sudamericani infatti qualifica il Giappone alla luce dei sopracitati cartellini gialli. Inui e compagni lo sanno e gli ultimi 10 minuti del match sono tutto tranne che uno spot per il calcio: il gioco rallenta terribilmente in attesa del triplice fischio. Un triplice fischio di gloria per Nagatomo e compagni.

LE FORMAZIONI

Giappone(4-5-1): Kawashima; H. Sakai, Yoshida, Makino, Nagatomo; G. Sakai, Yamaguchi, Shibasaki, Usami(65′ Inui); Okazaki(47′ Osako), Muto(82′ Hasebe). All. Nishino

Polonia (4-2-3-1): Fabianski; Bereszynski, Bednarek, Glik, Jedrzejczyk; Krychowiak, Goralski; Grosicki, Zielinski(79′ Teodorczik), Kurzawa(80′ Peszko); Lewandowski.