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·26 marzo 2021
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Cosa hanno in comune il capocannoniere dei Mondiali Miroslav Klose e l’allenatore del Friburgo Christian Streich? Tutti e due hanno vestito la maglia dell’Homburg, club attualmente in Regionalliga Südwest, la quarta serie del calcio tedesco, che tra il 1986 e il 1990 ha militato per tre stagioni anche in Bundesliga. Ecco la sua storia.
Mezzo secolo senza squilli – Fino agli Anni Settanta l’Homburg, che ha sede nell’omonima città del sud-ovest della Germania, era una squadra anonima. Il club bianco-verde, che alla sua fondazione nel 1908 vestiva di bianco e azzurro, in omaggio alla Baviera la regione a cui al tempo apparteneva, era stata al massimo due volte campione della Saar e aveva conquistato un titolo dilettanti di Südwestdeutscher Amateurmeister. Una formazione, dove a partire dal 1957 aveva giocato anche Werner Kohlmeyer, campione del mondo nel ’54 in Svizzera e che nel 1968 all’ennesimo cambio di nome aveva perso, per un errore durante l’assemblea dei soci, “un pezzo” della sua denominazione, lo 08, che poi verrà aggiunto di nuovo nel 1976.
L’”era” Geitlinger – A cambiare la storia del club dell’Homburg è nel 1970 l’arrivo in società di Udo Geitlinger. Ha poco più di quarant’anni, è il figlio di Wilhelm, che prima della guerra ha giocato come portiere per i biancoverdi. È un imprenditore che ha interessi soprattutto nel settore edile e alberghiero. Il suo proposito è rimanere due anni, resterà quasi trenta. Spende il necessario e soprattutto è bravo a scovare giocatori giovani e con margini di miglioramento. Non è uno facile, tanto che nel luglio 1976 si dimette perché l’amministrazione comunale nega all’Homburg un finanziamento di 250mila marchi. Ritornerà sui suoi passi, ma solo quando gli enti locali cambieranno idea. E un anno dopo, il 15 ottobre 1977, con la squadra in 2.Bundesliga, si toglierà la prima grande soddisfazione, quella di battere 3-1 al terzo turno di Coppa di Germania il Bayern Monaco campione d’Europa.
La promozione in Bundesliga– Neanche dieci anni dopo l’Homburg di Geitlinger i bavaresi li incontrerà in campionato e nella massima serie. Merito di un torneo di 2.Bundesliga, quello della stagione 1985-1986, vinto a dispetto dei pronostici. I bianco-verdi di Fritz Fuchs sono per la maggior parte dilettanti e nel 1984-1985 hanno evitato la retrocessione per un punto. Sono trascinati in Bundesliga da un ottimo rendimento difensivo e dai gol del difensore Kay Friedmann e soprattutto di Thomas Dooley, americano di Germania, autore di 13 reti, diventando la terza squadra dalla Saarland dopo Borussia Neunkirchen e il Saarbrücken a giocare nella massima serie.
Il “mago” Ommer– Nel 1986, insieme alla promozione, a Homburg arriva un nuovo presidente, scelto da Geitlinger. Si chiama Manfred Ommer, ha 36 anni e nella sua vita precedente è stato un ottimo velocista. Nel 1972 ha rappresentato la Germania Ovest ai Giochi di Monaco e nel ’74 agli Europei di Roma ha vinto l’argento nel 200 metri, stabilendo nello stesso anno anche il primato continentale. Ommer, oltre a vendere diversi elementi che hanno contribuito alla promozione, inaugura un modello che lui descrive così: “Prendo un giocatore a X marchi, incasso 200mila marchi di leasing il primo anno, lo vendo a fine stagione a 1,2 milioni di marchi e ho un guadagno di 400mila marchi”. Un sistema a prima vista semplice, ma in realtà così nebuloso da far guadagnare a quell’Homburg, il soprannome di “FC Humbug”, più o meno “FC impostori”.
Preservativi come sponsor – Nell’estate 1987, dopo una faticosa salvezza conquistata dopo un doppio spareggio con il St.Pauli, Ommer ha un’idea innovativa per incassare. Quella di accettare l’offerta di sponsorizzazione da 200mila marchi della “London”, azienda inglese. Fin qui nulla di strano, se non fosse la ditta produce preservativi. La Federazione grida allo scandalo, tanto che i vertici federali minacciano l’Homburg di penalizzazione nel caso fosse andato in campo con le magliette marchiate “London”. A dare ragione a Ommer però un tribunale di Francoforte sul Meno che dà il via libera alla sponsorizzazione che tuttavia non porterà bene, visto che i biancoverdi retrocederanno dopo una stagione difficilissima, con quattro allenatori in 34 partite.
L’addio alla Bundesliga – Dopo la retrocessione l’Homburg risorge, tornando in Bundesliga, dopo solo un anno. Tra gli uomini che risalgono c’è un 24enne di Weil am Rhein, prelevato dal Friburgo, è Christian Streich, futuro tecnico di culto in massima serie. Nella serie A tedesca l’Homburg farà una magra figura nel 1989-1990, arrivando ultimo, nonostante ci sia il mitico Jimmy Hartwig in squadra e Ommer abbia pescato in Argentina Rodolfo Esteban Cardoso, che giocherà (e bene) con Friburgo e Amburgo. Da quell’estate di 30 anni fa i biancoverdi sono solo scivolati in basso, per tre volte addirittura in quinta serie. In Regionalliga West/Südwest, a fine Anni Novanta, l’Homburg sarà il trampolino di un poco più che ventenne tedesco di origine polacca. Si chiama Miroslav Klose e sarà destinato a riscrivere la storia del calcio tedesco e dei Mondiali.