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·24 agosto 2020

Hansi Flick, l’esperienza con Trapattoni e la forza delle idee

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Di Hansi Flick in questi giorni si è raccontato praticamente tutto. Ma c’è un fatto poco noto che lo collega all’Italia: la parentesi da vice di Giovanni Trapattoni al Salisburgo nella stagione 2005/06. Ma prima di arrivare a quella breve esperienza bisogna tornare indietro, agli inizi della carriera dell’attuale allenatore del Bayern, fresco campione d’Europa.

Flick come calciatore è cresciuto nel Sandhausen e ha poi vissuto le soddisfazioni maggiori nelle cinque stagioni in Baviera dal 1985 al 1990, le prime due sotto la guida di Udo Lattek e le ultime tre con Jupp Heynckes. Poi il Colonia, il ritiro a soli ventotto anni per problemi fisici e il ritorno a Bammental, a pochi chilometri da Heidelberg, città natale della moglie Silke. È proprio a Bammental che comincia la sua esperienza come allenatore, fino al 2000 quando accetta la sfida del nuovo ambizioso Hoffenheim di Dietmar Hopp, nella Regionalliga Süd.


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Resta a Sisheim fino all’esonero del novembre 2005, sorprendente vista la stima del patron della SAP, che infatti lo richiamerà come dirigente nel 2017. È proprio all’inizio della stagione 2005/2006, nel primo turno della DFB-Pokal, che Flick e Trapattoni si affrontano per la prima volta. Trap allena lo Stoccarda dopo la fine del rapporto con la nazionale italiana prima e con il Benfica poi. A Sinsheim la partita contro ogni pronostico (anche se in Coppa di Germania succede spesso) è decisamente equilibrata, nonostante la differenza di categoria. Gli svevi, che la stagione successiva con Armin Veh conquisteranno il Meisterschale, vanno sotto due volte ma riescono a portare la gara oltre il novantesimo. Nel secondo tempo supplementare la stanchezza fa venire fuori il maggior tasso tecnico e lo Stoccarda segna due reti, prima del definitivo 3-4 nel recupero.

L’organizzazione del 4-2-3-1 di Flick, innovativo in quel periodo storico, colpisce Trapattoni, che al termine della stagione lascia Stoccarda e si trasferisce in Austria, nel Salisburgo. L’allenatore italiano deve scegliere un vice e pensa al mister di quell’Hoffenheim. Le vedute tattiche però risulteranno troppo distanti e Flick resterà a Salisburgo solo due mesi. Come ha spiegato lui stesso in un’intervista del 2014 a ‘Rund Magazin’:

“Trapattoni è uno degli allenatori di maggior successo nel calcio mondiale. Attribuisce grande importanza al lavoro difensivo, non giocherei come gioca lui. Ma puoi prendere spunto da ogni allenatore”.

Dopo l’addio al Salisburgo Hansi Flick inizia immediatamente nella nuova Mannschaft di Jogi Löw, conosciuto tramite il fratello del ct ai tempi del Sandhausen. In nazionale il tattico è lui, con un compito ben preciso che diventa quasi una missione: “definire ciò che è importante per la filosofia del calcio tedesco”. Ci riuscirà, aiutando la nazionale a trionfare in Brasile. Oggi si gode i trionfi col Bayern Monaco. Con la stessa filosofia di sempre.

“È merito della squadra. A novembre leggevo che non c’era più rispetto per il Bayern. Abbiamo lavorato in modo sensazionale. Abbiamo sfruttato anche il lockdown per creare un gruppo ancora più unito e sfruttare le idee del nostro staff, come gli allenamenti da casa”.

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