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·3 agosto 2020
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·3 agosto 2020
Goiás
Città: Goiânia (GO) Stadio: Serra Dourada (54049 posti) Miglior piazzamento: 3° Nel 2019: 10° Competizione continentale: Copa Sudamericana (eliminato nella prima fase)
LA SQUADRA
Le squadre con meno potere di investimento in Brasile difficilmente escono dall’ordinario quando si tratta di calciomercato, optando preferibilmente per calciatori magari non più al top ma con esperienza ad alti livelli. Non è il caso del Goiás, che si aggiudica il titolo per il calciomercato più creativo e anticonvenzionale del Brasileirão, al pari forse del solo Atlético Mineiro di Sampaoli.
Ripetere il buon campionato dell’anno scorso non sarà facile, dato che sono partiti elementi fondamentali come Michael Delgado – passato al Flamengo dopo essere stato premiato come miglior “rivelazione” del 2019 – e Léo Sena, mediano di qualità e sostanza cui proprio Sampaoli ha affidato le chiavi del suo nuovo centrocampo.
Se al posto di quest’ultimo si è andati sull’usato sicuro con l’acquisto del 31enne Sandro, svincolato dal Genoa, più avanti l’hype si mischia all’incertezza riguardo giocatori all’esordio nel massimo campionato nazionale. Si parte con l’arrivo in prestito dal Verona di Daniel Bessa, che se n’era andato all’Inter a 15 anni; si giocherà una maglia con il 23enne Ignacio Jara, grande protagonista nelle selezioni giovanili cilene reduce dalla sua migliore stagione con 11 gol in 25 partite nel Cobreloa, in seconda divisione.
Sugli esterni c’è stata una rivoluzione: partiti Michael, Leonardo Barcia e Marcelo Hemmes, il nuovo pacchetto prevede Victor Andrade – che non è riuscito a imporsi in Portogallo e Germania -, Mike – prelevato a parametro zero dopo una stagione da 12 gol e 6 assist in Série B coi cugini dell’Atlético Goianiense – e due stranieri dal potenziale tutto da scoprire. Il primo è il 28enne argentino Daniel Villalva, che ha lasciato il Messico dopo 6 stagioni; il metro e 58 di altezza è un limite naturale cui sopperisce con la tecnica e la rapidità nello stretto. Il secondo è il peruviano Kevin Quevedo, straordinario protagonista la scorsa stagione con l’Alianza Lima cui ha regalato 17 gol e 5 assist partendo solitamente dalla fascia destra, grazie a un mix di tecnica, velocità e freddezza davanti alla porta che lasciano intravedere margini di miglioramento importanti.
Davanti il ballottaggio è tra il 37enne opportunista Rafael Moura (9 gol nello scorso campionato), Henrique Almeida – attaccante di maggior movimento – e Lucão, tornato dove due stagioni fa era stato grande protagonista della promozione con 16 gol.
Confermatissimo tra i pali Tadeu, diventato un idolo l’anno scorso grazie a diverse grandi parate, mentre tra i centrali spicca la presenza di Rafael Vaz, non tanto per le qualità difensive (dove a volte commette errori banali) quanto per essere forse il miglior tiratore dalla distanza del campionato.
Anche sui terzini sono state fatte scelte interessanti: a sinistra il travolgente atletismo di Caju, di rientro dalla magra esperienza portoghese, a destra l’uruguayano Juan Pintado, aggressivo in fase difensiva ma anche ben dotato tecnicamente e abile crossatore.
Dopo essere subentrato nella scorsa stagione, il 54enne Ney Franco ha avuto la possibilità, Covid permettendo, di preparare quella attuale fin dall’inizio, con risultati finora alterni. L’eliminazione al primo turno di Copa Sudamericana con un doppio 1-0 per mano dei non irresistibili paraguayani del Sol de América ha lasciato qualche crepa, così come il secco 3-0 rimediato nel derby del campionato Goiano contro l’Atlético (unico avversario di livello paragonabile), ma è un buon segno che ciò non sia costato la panchina al tecnico.
Nella doppia sfida continentale la squadra ha mostrato un calcio ambizioso, di possesso (quasi 70% di media) ma ancora senza la necessaria intesa per creare pericoli contro avversari chiusi, oltre a evidenziare una certa fragilità nelle transizioni difensive su cui c’è da lavorare. Il materiale tecnico a disposizione è interessante, ma le tante scommesse e l’inesperienza a questo livello di molti giocatori rendono ampio lo spettro di variabilità; di certo, prima di vedere il miglior Goiás, servirà tempo.
L’UOMO-CHIAVE
L’impressione è che in Brasile non se ne siano resi conto, ma Daniel Bessa in questo contesto potrebbe fare la differenza. Il fatto che abbia lasciato il Paese a 15 anni lo rende sconosciuto ai più, ma a 27 e con 170 presenze in Italia sulle spalle potrebbe davvero esaltarsi in un campionato di livello inferiore soprattutto dal punto di vista tattico, trovando tempi e spazi per esaltare la propria visione di gioco e tecnica nello stretto.
Non ha realizzato molti gol in carriera, tranne nell’ultimo anno in B a Verona quando ne segnò 8, ma è un giocatore molto associativo, ideale per una squadra che vuole dominare il possesso e capace di scardinare le difese chiuse con passaggi illuminanti.
Partirà nominalmente come trequartista nel 4-2-3-1, ma come si è già visto nelle prime partite avrà licenza di svariare molto, allargandosi o abbassandosi secondo la propria sensibilità per facilitare la costruzione e la rifinitura; essendo il nuovo leader tecnico della squadra, dovrà toccare molti palloni ed essere sempre nel vivo del gioco.
Essendo cresciuto in Italia, dove ha giocato anche come mezzala, Bessa sa rendersi utile anche in fase difensiva, e quando si tratta di pressare non si risparmia andando anche a prendersi qualche cartellino (circa un giallo ogni 5 partite).
IL POTENZIALE CRAQUE
Non è più giovanissimo, ma sul finire della scorsa stagione il classe ‘98 Thalles ha saputo sfruttare bene le occasioni a lui concesse da Ney, arrivando a guadagnarsi una maglia da titolare.
Prodotto delle giovanili, si è affacciato in prima squadra nel 2016 ma non era mai riuscito a trovare continuità, limitando le proprie apparizioni a spezzoni di gara. Il suo ruolo ideale sembra quello di mezzala e il passaggio al 4-2-3-1 potrebbe penalizzarlo; è stato provato nei due mediani, il tecnico punta su di lui ma gli servirà del tempo per interpretare al meglio il ruolo.
Di certo al momento è un giocatore dalla vocazione prevalentemente offensiva e dispone di un sinistro dalla sensibilità non comune, che lo spinge a calciare spesso (1.5 volte ogni 90’) e a partecipare molto attivamente al possesso, mantenendo un’ottima precisione nei passaggi (86%) nonostante non si limiti a giocare in orizzontale ma cerchi di far progredire l’azione spezzando le linee avversarie.
L’anno scorso ha chiuso con un gol e un assist, ma se troverà continuità il suo contributo offensivo potrebbe lievitare, anche perché alla qualità del suo mancino vengono affidati quasi tutti i calci piazzati.