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·27 luglio 2020
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·27 luglio 2020
Fluminense
Città: Rio de Janeiro Stadio: Maracanã (78838 posti) Miglior piazzamento: Campione (4) Nel 2019: 14° Competizione continentale: Copa Sudamericana (eliminato nella prima fase)
LA SQUADRA
Nelle ultime 5 stagioni il Fluminense non è mai arrivato oltre il dodicesimo posto, e l’anno scorso ha rischiato davvero grosso, allontanandosi dalle ultime posizioni solo grazie a un buon finale di campionato.
Nonostante i risultati mediocri, di qui sono passati parecchi talenti poi ceduti a caro prezzo in Europa, a partire da Kenedy e continuando con Gerson, Richarlison, Wendel (allo Sporting di Lisbona), Marlon (oggi al Sassuolo dopo un passaggio al Barça) e più recentemente il romanista Ibañez, Pedro (ceduto alla Fiorentina e poi al Flamengo) e l’attaccante classe 2001 João Pedro, che sta già trovando spazio nel Watford.
Anche quest’anno i giovani da seguire non mancano – il 23enne Nino è inamovibile in difesa, mentre Fernando Pacheco, Marcos Paulo ed Evanilson si giocheranno le loro carte in attacco – ma i riflettori del mercato sono stati puntati sul grande ritorno di Fred.
A 39 anni, dopo una stagione disastrosa col Cruzeiro in cui è stato tra i protagonisti in negativo della retrocessione con 5 gol in 30 partite, è tornato dove i tifosi ancora lo considerano un idolo, memori dei 172 gol che ne fanno il terzo miglior marcatore nella storia del club.
Nelle sue prime uscite però è stato tutt’altro che un fattore positivo, apparendo gravemente fuori forma e sfiduciato al punto da gettare al vento alcune buone occasioni con tiri sporchi o errori banali nel controllo, e in quelle tre partite il Flu non è riuscito a segnare nemmeno un gol. Ciò non ha comunque impedito alla squadra di raggiungere la finale della Taça Rio (seconda fase del Campeonato Carioca), dove a sorpresa ha superato il Flamengo ai calci di rigore, guadagnandosi l’accesso alla finale assoluta del campionato nella quale invece si è dovuta arrendere agli eterni rivali in una sfida di andata e ritorno.
Senza l’esperto centravanti (e senza Paulo Henrique Ganso, deludente l’anno scorso), la squadra è apparsa più leggera e dinamica, affrontando i più quotati rivali con un blocco basso ma intenso nel chiudere gli spazi e ripartire in velocità con i giovani Marcos Paulo ed Evanilson, supportati da un altro classe ‘81, l’ex PSG Nenê che a dispetto dell’età nel 2019 è stato tra i migliori rifinitori del campionato, con 2,6 passaggi-chiave per 90’.
Il nuovo allenatore è il 43enne Odair Hellmann, che in carriera ha allenato solo l’Internacional per quasi tre stagioni prima di essere esonerato sul finire della scorsa dopo essere stato sconfitto in finale di Copa do Brasil dall’Athletico Paranaense e ai quarti di Libertadores dal Flamengo. Alla guida del Colorado non ha conquistato alcun titolo, ma è riuscito a riportare subito il club in Série A e ad arrivare terzo da neopromosso, pur non giocando un calcio particolarmente offensivo e spettacolare. La sua squadra è stata spesso tacciata di difensivismo, ed effettivamente la sua arma preferita per attaccare sono le transizioni, mentre a centrocampo predilige calciatori forti fisicamente e intensi. Nella già citata finale della Taça Rio, il dinamismo di Dodi, Hudson e Yago Felipe ha tolto il fiato ai fantasisti del Flamengo: un atteggiamento chiaramente esasperato dal riconoscimento della superiorità tecnica degli avversari, ma che appartiene all’idea di calcio di Hellmann, anche se nei primi mesi al Tricolor ha provato a impostare un gioco un po’ meno diretto.
La buona qualità nei passaggi dei centrali Nino e Digão – affinata l’anno scorso con Fernando Diniz, discepolo del gioco di posizione oggi allenatore del San Paolo – consente di far salire la squadra giocando il pallone da dietro, anche per sfruttare la propensione offensiva dei terzini Gilberto (ex Fiorentina, già 3 gol nel Carioca) ed Egídio, 34enne liberatosi dal Cruzeiro, tra i migliori crossatori del campionato ma con qualche lacuna in fase difensiva.
I due centrali sono tra i maggiori punti di forza della squadra, sia difensivamente – nel Carioca hanno incassato solo 10 gol in 15 partite – sia sulle palle inattive in attacco, dove possono sfruttare i loro centimetri (Nino è 1.88, Digão 1.90).
In fase di costruzione la precisione dei loro lanci in diagonale viene sfruttata spesso con l’obiettivo di isolare le ali contro i terzini avversari; in particolare Nino, il più giovane tra i due (è un classe ‘97), si è dimostrato molto a suo agio con il pallone, cerca di non sprecarne mai il possesso e non di rado si concede qualche rischiosa sortita in dribbling.
Per quanto riguarda il mercato, oltre ai nomi già citati potrebbero avere un impatto importante l’uruguayano Michel Araújo, attaccante mancino di ottima tecnica e rapidità prelevato dal Racing di Montevideo e il ritorno di Wellington Silva, negli ultimi due anni è stato allenato proprio da Hellmann all’Internacional. Nonostante abbia raccolto meno di quanto ci si aspettava quando l’Arsenal lo prelevò proprio dal Flu a 18 anni, quando è in giornata Silva può diventare un incubo per i terzini avversari grazie all’ampio repertorio di skills che infiammano le sue compilation su YouTube, a dispetto di una scarsa produttività in termini di gol e assist. Spulciando la lista dei trasferimenti poi un occhio non può non cadere su Matheus Cassini: proclamato a suo tempo come il sostituto di Dybala a Palermo, per l’oggi 24enne potrebbe essere una buona chance per affermarsi finalmente dopo aver vagato senza fortuna tra Serie C italiana, Croazia, Portogallo e Francia.
L’UOMO-CHIAVE
Per colpa del fratello minore Alisson non sarà mai il miglior portiere della famiglia, ma negli anni il 33enne Muriel Gustavo Becker si è imposto come uno dei portieri più affidabili del Brasileirão.
Dopo essere cresciuto e aver trascorso la maggior parte della propria carriera all’Internacional – dove per qualche stagione si è giocato il posto col fratello – e dopo una parentesi biennale al Belenenses, in Portogallo, l’anno scorso si è trasferito al Fluminense, prendendo il posto dell’attuale secondo Agenor.
In questo inizio di stagione é stato l’eroe nella vittoria ai rigori contro il Flamengo, parandone due. Daniel Pavan, allenatore dei portieri dell’Internacional che lo ha visto crescere, lo ha definito anzitutto “un grande professionista e lavoratore”, oltre che un leader; dal punto di vista tecnico, ha indicato come sue migliori caratteristiche l’esplosività e i riflessi.
IL POTENZIALE CRAQUE
Nelle ultime partite della scorsa stagione ha esordito con grande impatto il centravanti classe ‘99 Evanilson, segnando 2 gol in poco più di 100 minuti, ma Marcos Paulo, di due anni più giovane, nella sua prima stagione da professionista ha saputo ritagliarsi un posto da titolare, producendo 4 gol e 4 assist in 24 presenze (di cui 16 da titolare) giocando come ala sinistra a piede invertito.
Con le dovute proporzioni, il primo giocatore cui verrebbe da paragonarlo è Mbappé: la sua caratteristica principale è la velocità, che lo rende molto adatto al gioco di transizioni caro a Hellmann anche perché abbinata a un ottimo controllo nello stretto e a capacità nel dribbling, di cui però non abusa diversamente da molti suoi coetanei. Anzi, a dispetto della giovane età ha già dimostrato lucidità in fase di rifinitura (quasi 2 passaggi-chiave ogni 90’), mentre dovrà affinare l’attitudine e il tempismo nell’attaccare il lato debole senza palla e più in generale l’area, dato che la struttura fisica (è alto 1.86 e già piuttosto robusto) gli consente di farsi valere anche nel gioco aereo.
Nonostante una clausola rescissoria di 45 milioni, pare che diversi club europei siano sulle sue tracce, ma dovrebbe spuntarla il Lille che come abbiamo visto con Pépé, Rafael Leão e Osimhen rappresenta oggi un trampolino di lancio ideale per giovani attaccanti che hanno bisogno di giocare e crescere senza troppe pressioni.
Una curiosità su Marcos Paulo: nonostante sia nato e cresciuto in Brasile, in virtù delle sue origini ha preferito accettare la chiamata delle nazionali portoghesi giovanili, con cui ha disputato il Torneo di Tolone nel 2019. Una scelta inusuale, ma non definitiva dal momento che ha dichiarato di non aver ancora deciso per quale selezione maggiore opterebbe, e anche le risposte alla domanda su chi siano i suoi idoli non aiutano: ha indicato sì Neymar e Ronaldinho, ma anche Cristiano Ronaldo, di cui apprezza “le qualità tecniche, la leadership e la volontà di migliorarsi continuamente”.