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·8 giugno 2025

Gravina: “Spalletti? Oggi continueremo a parlare e poi vedremo cosa verrà fuori”

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Intervenuto ai microfoni durante il Festival della Serie A in corso di svolgimento a Parma, il presidente della FIGC Gravina è tornato sulla recente sconfitta di Oslo contro la Norvegia.

La sconfitta per 3-0 di due giorni fa ad Oslo contro la Norvegia potrebbe pesare tantissimo in ottica qualificazione ai prossimi Mondiali del 2026. In merito ne ha parlato Gravina, presidente della FIGC, al Festival della Serie A.


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Gravina: “Spalletti? Stiamo parlando”

Non mollo, rilancio, vale anche per Spalletti? “Non posso dirlo. Stiamo parlando: con grande senso di responsabilità dobbiamo trovare un modo di rilancio domani sera e poi dobbiamo arrivare nelle migliori condizioni per affrontare le ultime sei partite, sapendo che la Norvegia arriverà poi in Italia”.

Martedì ci sarà un incontro che potrà portare al cambio di ct? “Non c’è un appuntamento fissato per martedì, c’è un continuo contatto. Io parlo tantissimo con Luciano, abbiamo parlato ieri sera fino a tardi. Lui è una persona molto responsabile, gli faccio i complimenti. Oggi continueremo a parlare e poi vedremo cosa verrà fuori”.

È possibile che non si senta così tanto a suo agio nel ruolo da commissario tecnico? “Non lo escludo, ma penso sia non corretto. Noi abbiamo avuto diversi allenatori di campo, devi scegliere tutti con le proprie prerogative: Luciano ha particolarità, ma ha una nobiltà d’animo straordinaria. È la persona più bella che ha incontrato nel mondo del calcio”.

Gravina: “Attualmente la Norvegia è più forte”

Sulla partita contro la Norvegia: “La partita di Oslo è stata, nell’ambito delle valutazioni tecniche, una gara in cui dobbiamo riconoscere che la Norvegia ha avuto una crescita esponenziale negli anni. Credo sia una delle nazionali più forti in assoluto, a livello tecnico, atletico: ha campioni straordinari. In questo momento sono più forti. Si può anche perdere, il problema è capire come. In un momento così delicato per il nostro calcio, credo che un approccio diverso, che solleticava quel fuoco dentro, a cui spesso fa Gigi Buffon, poteva dare un epilogo diverso. Bisogna anche capire come si perde: quel modo non lo accetto”.

Era percepita l’importanza della partita?
“Sperò di sì. In caso contrario ci sarebbe da fare un’analisi molto più profonda: se perdi 8-9 calciatori su cui hai lavorato con un progetto tecnico-sportivo di avvicinamento alla qualificazione al Mondiale, che per noi è un obiettivo straordinario da centrare comunque, e non è stata sentita come doveva, c’è da fare un’analisi diversa”.

È convinto che il percorso portato avanti possa dare risultati, che sia il caso di insistere? “Assolutamente, come quasi il 99% dei delegati federali che mi ha dato fiducia mesi fa. Non vedo possibilità di mollare in un momento così delicato. Se dovessi immaginare ipotesi alternative possano dare un contributo innovativo e stravolgente lo farei, ma sono convinto del contrario: potrei generare un ulteriore danno. Abbiamo obiettivi, dobbiamo portare avanti il lavoro condiviso in particolare con la Serie A: erano anni che non avevamo modalità di dialogo e di collaborazione come in questo periodo, fondamentale per il sistema”.

Un messaggio alla signora Ranieri? “Un abbraccio, sia Claudio sia sua moglie sono persone straordinarie. Dopo tanti anni di sacrifici, di tensioni, di soddisfazioni ha deciso di scegliere un altro percorso. Se è un nome? Ci sono tanti nomi, ma non è il momento dei nomi: è il momento di rispettare il nostro commissario tecnico”

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Come possiamo arrivare a crescere come altre federazioni? “È un insieme di elementi. Oggi c’è tanta bulimia dei mezzi e tanta anoressia o anemia dei fini. Nel mondo del calcio dobbiamo scoprire anche il senso di un fine di interesse nazionale, di sistema: abbiamo abbandonato, ahimè, gli unici due asset fondamentali per dare stabilità e stiamo scoprendo il prezzo da pagare. Spesso si parla dei contenitori come fini a sé stessi: penso al concetto di sostenibilità, se non si pensa al contenuto. Io, insieme ad altri amici che hanno responsabilità nel mondo del calcio, ho avuto il piacere di vivere finali di Champions o di Europa League in strutture eccezionali: in Italia facciamo fatica a mettere insieme strutture per difendere la candidatura a Euro 2032. La dice lunga sulla difficoltà di capire che gli unici due asset fondamentali siano strutture e settori giovanili: a noi manca questa logica. Noi non possiamo pensare di vivere solo sulla base del risultato: se non abbiamo le strutture diventa tutto faticoso”.

A che punto siamo con il percorso sugli stadi verso Euro 2032? “Siamo in ritardo, la candidatura risale a diversi anni fa. Per fortuna c’è un percorso di comprensione da parte di alcune persone in Serie A che hanno capito l’importanza del tema. La visione di soggetti come Rocco Commisso, che comunque sta investendo e ha investito uno dei centri sportivi più belli del calcio europeo, o il rapporto di collaborazione eccellente in Emilia Romagna con un uomo visionario come Joey Saputo, che elogerò sempre perché è più italiano di tanti, come pure l’impegno a Napoli, Udine, Milano, Trieste, Bari mi fanno ben sperare. Ho sentito che la prossima settimana dovremmo avere il commissario sugli stadi: non so se sia la soluzione, io penso che servano visioni e rapporti leggeri. Se poi il commissario sarà in grado di sdoganare tutti i processi, ringrazieremo il governo italiano: oggi siamo più interessati a valorizzare il lavoro di chi può investire nel calcio italiano”.

Ha parlato di Commisso e Saputo: è una buona cosa che possano portare visioni diverse? “Io ho accolto a favore l’intervento di imprenditori visionari come loro, e ce ne sono anche altri. Sarebbe da miopi, saremmo degli stolti se pensassimo di barricarci contro spinte innovative esterne. Noi non dobbiamo andare con il passaporto o con la carta d’identità: dobbiamo valutare idee, impegno, disponibilità di questi grandi imprenditori”.

I giudizi dopo la sconfitta dell’Inter in finale di Champions fanno pensare che conti solo il risultato. “È chiaro che lo sport, e il calcio in particolare, valorizzi il senso della vittoria, che è parte integrante del concetto di sport. Però è chiaro che lo sport deve essere praticato, e la vittoria più bella è il percorso. Nello sport vince uno, sul podio ci sono tre posti: uno vince, ma non possiamo pensare che gli altri siano disadattati. Altrimenti creeremo un meccanismo scorretto. Il campionato di Serie A è stato massacrante, impegnativo sotto il profilo delle risorse fisiche e mentali: tutto o quasi si è deciso all’ultima giornata. Questo lo ha reso avvincente. Penalizzare chi ha fatto di tutto ed è arrivato secondo, o quinto, sarebbe ingiusto. L’Inter ha fatto un percorso straordinario, come è stato straordinario il percorso della Lazio nella prima parte dell’Europa League: Baroni ha fatto un ottimo lavoro, credo che fosse tranquillamente all’altezza delle due squadre arrivate in finale. Non si può deturpare il campionato della Juventus, della Lazio, dell’Inter, del Napoli, del Lecce, come di tutte quelle che hanno raggiunto obiettivi straordinari. Il campionato non è fatto solo per chi deve vincere lo scudetto, ma di tanti interessi che bisogna saper declinare e mettere insieme: noi abbiamo il dovere di accompagnare l’entusiasmo. Quest’anno credo che la Serie A abbia tanti motivi per essere orgogliosa del suo campionato”.

Lo stato di salute lo dicono anche le “piccole”. “Io faccio il tifo per le squadre di provincia, ho festeggiato con l’Atalanta a Dublino e con la Roma a Tirana, ho condiviso l’entusiasmo di una città come Bologna. Stanno alzando l’entusiasmo. Certo, bisogna interrogarsi, come stanno facendo all’estero, se l’attuale format possa durare a lungo: mi permetto di dirlo in maniera chiara, non vedo futuro per il format a 20. In B qualcuno ha invocato addirittura a 22 o 24… In Francia e in Germania il format è già diverso, si sono posti questo tema come hanno fatto in Turchia dove da 20 sono passate a 18: si sta interrogando anche la Premier. L’interesse legato al nostro campionato non è un fatto quantitativo, ma qualitativo. Io credo che possiamo tranquillamente fare un plauso a queste squadre di media classifica, teorica, e vedrete che a breve avremo qualche sorpresa positiva”.

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